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Wentrup Venezia presenta “Hidden Memories”: un dialogo tra arti visive, design e musica
Mostre
L’atelier di Giuliana Camerino, fondatrice della celebre casa di moda Roberta di Camerino, è da circa un anno e mezzo la sede veneziana della Wentrup Gallery, che dallo scorso 26 Giugno ospita una nuova mostra collettiva dedicata al tema del paravento, inteso sia come oggetto di design sia come concetto di soglia, limite o portale, sperimentando tra materiali diversi quali legno, tessuti e collage.
La location, che si caratterizza per una storia intensa con ricordi glamour nella memoria dei veneziani, trasmette nei suoi spazi un’energia unica anche da un punto di vista artistico e architettonico. In passato luogo di contatto tra moda, arti visive e design – prima di diventare atelier Camerino fu laboratorio industriale – la Wentrup Gallery con Hidden Memories propone una serie di opere e installazioni con paraventi che a loro volta tessono un legame con le sperimentazioni già avvenute in quelle stesse stanze.

I quattro artisti, con background e pratiche artistiche differenti, espongono opere create appositamente per l’occasione o già presentate in passato. Si tratta di una mostra che nasce dalla volontà di Tina Wentrup di riflettere sul paravento come dispositivo di separazione ma anche di esplorazione dei concetti di soglia e portale. Ogni artista espone in quest’occasione un’installazione e un’opera ad essa connessa, che entrano inevitabilmente in rapporto o in contrasto con gli altri lavori.
All’ingresso della sala principale si viene accolti da un “muro sonoro” di Gregor Hildebrandt, artista con esperienze, tra le varie, al Pompidou e alla Kunsthalle di Praga. Si tratta di un’installazione site specific legata profondamente ai due principali nuclei di riflessione di Hildebrandt: la musica e la memoria, con una nota nostalgica di sottofondo. Le sue opere vengono realizzate con i materiali fisici del suono, ovvero nastri audio, vinili e dischi. In questo caso la scultura è costruita da colonne di vinili modellati e dipinti di colore turchese, richiamando anche nella forma la laguna di Venezia. L’opera in dialogo con il muro è sempre un vinile, però di carattere più concettuale, che presenta al centro una suggestione pittorica di Delaunay. Nel caso di Hildebrandt è presente una terza opera – uno studio della tecnica principale di cui si avvale – ovvero una tela in cui sono stati incollati vari nastri audio, conservando così una memoria, anche nostalgica, della musica registrata.

La natura, nella sua conformazione spontanea o artificiale, costituisce invece il tema di riflessione dell’opera di John McAllister. Una dualità, quella naturale degli interni abitati da un lato e quella spontanea paesaggistica dall’altro, che dà forma ad un paravento dalle tonalità fauves. Dipinte olio su tela, le nature morte, in interni, tolte del contesto di crescita spontanea, assumono per l’artista un significato intenso e quotidiano. Sull’altro lato propone, invece, diversi portali che ci trasportano in una natura libera, con paesaggi dai colori energici che richiamano il flusso stagionale e il trascorrere del tempo.
Thomas Grünfeld presenta un’opera collegata al design con un significato non scontato. Nel suo paravento ritornano le idee di artigianato e di lavoro con l’utilizzo di materiali quali il legno e il feltro, proponendo all’apparenza un oggetto funzionale che però rivela le proprie ambiguità sia oggettuali sia artistiche. Il legame con un piccolo collage di inserti e stampe rivela le sue sperimentazioni e i richiami a Fontana e Man Ray.

Claudia Wieser propone un paravento già realizzato prima della mostra corrente, che si presenta come un collage di diverse tecniche, principalmente segni grafici e piani cartacei che creano un’illusione prospettica architettonica. L’opera scelta, per i suoi caratteri geometrici astratti, entra in contrapposizione con le altre creando un dialogo originale. Il rapporto con l’idea di arredo si materializza nelle opere in cui utilizza materiali come le piastrelle: si tratta perciò di sculture che esplorano il confine tra arti visive e design.
Hidden Memories, dunque, propone al visitatore, in uno spazio abilmente arredato da paraventi che diventano una sequenza di portali, un’esperienza di dialogo tra le arti visive e il design, con richiami alla musica e alla moda. Le opere in mostra, presentando le visioni uniche e differenti dei quattro artisti, permettono una riflessione originale e collegamenti sempre inattesi, camminando da un paravento all’altro.
