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Wurzelkinder, la prima mostra di Lorenzo Aceto in territorio sabaudo
Mostre
Il titolo della mostra di Lorenzo Aceto da Quartz, tratto da una raccolta di favole per bambini famosa in Germania, è Wurzelkinder, letteralmente “i bambini delle radici” ed è esemplificativo della poetica dell’artista, che si sofferma visivamente, ma anche e soprattutto concettualmente, sul rapporto tra natura e aspetti dell’interiorità e della psicologia umana contemporanea. La pittura di Aceto è popolata da elementi naturalistici: ossa, residui di piante, tronchi. Si tratta spesso di oggetti naturali in decomposizione, ma anche colti, quindi, in quel momento di soglia generativa tra vita e morte, dove, come voleva Aristotele, nulla tutto si trasforma.
Questo processo, insieme naturale e interiore, avviene sia a livello simbolico, per i soggetti, ma anche nella percezione visiva e sensoriale delle opere, che appaiono, a prima vista, quasi simili a dipinti astratti e multiformi. Tuttavia, ad uno sguardo più attento e approfondito, forme, figure e visioni rivelano la natura animale e vegetale dei soggetti, con tutte le implicazioni concettuali e simboliche del caso.
La mostra si compone di un grande dipinto posto nella parete centrale dello spazio, a cui fanno seguito una teoria di opere più recenti e di più piccole dimensioni, tra quadri e dipinti.

Il dipinto di grandi dimensioni porta il titolo Bucaneve (2022). Qui una carcassa animale, visibilmente una zebra, giace accanto al tronco di un albero, forse antico. La vita però, un po’ come nella famosa poesia di Baudelaire, sembra avere la meglio sulla morte, riprendendo possesso della figura smembrata ed esposta, che perde così ogni carattere capace di evocare disgusto. L’animale morente assume, in tal modo, e per paradosso, l’aspetto di un luogo di generazione addirittura carnale. Tutto intorno al soggetto principale, la terra lascia poi fiorire una teoria di bucaneve, i piccoli fiori bianchi che tutti conosciamo, di cui pare di poter avvertire il delicato profumo.
Gli altri dipinti e disegni, di più recente produzione, si concentrano invece su un atteggiamento si direbbe quasi più divertito, a cui però fa da contraltare un sentimento di ironia e leggero disincanto. Qui sono rappresentate ossa, figure che escono trasformate da sottoterra, e altre immagini. È evocato, così, un mondo di visioni interiori potenti, che puntano l’accento sul momento della trasformazione e della metamorfosi, ancora una volta sulla soglia tra vita e morte, fine e principio, ironia e sogno.















