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Dal Ritratto di giovane donna (Antea) del Parmigianino, alla Crocifissione di Masaccio, dalla Trasfigurazione di Giovanni Bellini, alla Danae di Tiziano, fino alla Flagellazione di Caravaggio. 60 opere della grande collezione del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, capolavori assoluti della storia dell’arte italiana e internazionale, saranno esposte al Louvre di Parigi a partire da giugno 2023, nell’ambito di un accordo di partenariato tra le due istituzioni museali. E considerando la rilevanza dei soggetti, il progetto va anche oltre l’ambito strettamente espositivo e museografico, contribuendo al rilancio delle relazioni diplomatiche franco-italiane. Le opere saranno in prestito per sei mesi, quindi torneranno in Italia. Una ricca programmazione musicale e cinematografica amplierà l’esposizione, come ha spiegato Laurence des Cars, presidente del Louvre.
«La notizia del partenariato tra il Louvre e il Museo Capodimonte di Napoli per il 2023 riempie di orgoglio il mondo della cultura e l’Italia intera», ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini. «La scelta compiuta qualche anno fa di riconoscere completa autonomia di gestione ai grandi musei italiani si dimostra, ancora una volta, vincente perché offre grandissime opportunità come quella che aprirà una vera “stagione napoletana” a Parigi», ha continuato il Ministro. Peraltro i rapporti culturali tra le due città erano già ottimi: nel 2019 ebbe un grande successo la mostra al Petit Palais “Luca Giordano. Le triomphe de la peinture napolitaine”, promossa proprio dal museo napoletano.
Come spesso capita, l’occasione proviene da una necessità. L’anno prossimo, infatti, il museo di Napoli sarà interessato da imponenti e non più prorogabili lavori di restauro, che comporteranno la chiusura al pubblico delle sale. In questo modo, però, alcune delle opere più importanti, riunite in un corpus unitario e coerente, continueranno a essere visibili nel museo più importante al mondo che, anche durante questi ultimi anni di lockdown, è stato il più visitato: nel 2020, circa 2,7 milioni di visitatori ma la media, in anni “normali”, si aggira intorno agli 8 (un progetto simile è in programma anche al Centre Pompidou).
«Napoli ha sempre avuto la capacità di trasformare gli ostacoli in opportunità», ha detto Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte. «Sono molto onorato dell’invito del presidente-direttore del Louvre, Laurence des Cars, e grande è il prestigio che questa mostra porta a Napoli e al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La storia di Capodimonte è inseparabile dalla storia del Regno di Napoli così come la storia del Museo del Louvre è inseparabile dalla Rivoluzione Francese. Molti dei capolavori di Capodimonte non sorprenderanno i visitatori, in quanto compaiono in molti libri di storia dell’arte, ma la sorpresa sarà di collegarli a Capodimonte, famoso museo per amatori ma ancora tutto da scoprire per un pubblico più vasto, nonostante lo storico legame dei francesi con Napoli», ha continuato Bellenger.
Tra i capolavori in prestito, anche quelli realizzati da artisti poco rappresentati nelle collezioni francesi ma fondamentali nella storia dell’arte, come Jusepe De Ribera, Francesco Guarino o Mattia Preti. Le opere saranno allestite tra la Grande Galleria, l’ambiente più grande del Palazzo del Louvre, costruito nel ‘600 come passaggio per collegare l’edificio le Tuileries: nell’attuale sistemazione, la Galleria ospita quadri dei Maestri italiani che, quindi, istituiranno un dialogo significativo e intenso con i capolavori di Capodimonte. Altre opere saranno sistemate anche nella Sala delle Cappelle e nella Sala dell’Orologio. In questa ultima, troveranno sede – temporanea, ovviamente – quattro disegni della collezione Farnese di Capodimonte, tra cui due autografi di Michelangelo e di Raffaello.