18 dicembre 2025

Barbara Guidi: dirigere i Musei Civici di Bassano tra patrimonio, grandi mostre e Olimpiade Culturale

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La direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa racconta il proprio percorso e riflette sul ruolo del museo oggi, a partire dalle mostre in corso dedicate a Giovanni Segantini e Riccardo Guasco

Giovanni Segantini, “Ritorno dal bosco”, 1889-1890. © Segantini Museum St. Moritz – Deposito della Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini

Alla guida dei Musei Civici di Bassano del Grappa, Barbara Guidi porta avanti una visione che intreccia tutela del patrimonio, progettualità espositiva e responsabilità istituzionale. In questa intervista ripercorre il suo percorso professionale — dalla curatela alla direzione museale — soffermandosi sui valori che orientano il lavoro curatoriale oggi e sulle scelte e i progetti che hanno portato Bassano a confermarsi come centro espositivo di rilievo.

Exhibition view, Giovanni Segantini, Museo Civico di Bassano del Grappa

Cominciamo dal suo percorso: direzione museale, curatela, gestione istituzionale. Quali valori o principi ritiene fondamentali oggi per il lavoro di curatore e direttore museale, soprattutto in Italia?

«Il mio percorso inizia ventitré anni fa a Ferrara, nei Musei Civici ferraresi, tra le gallerie d’arte moderna e lo spazio espositivo di Palazzo dei Diamanti. Ho iniziato innanzitutto come curatore. L’esperienza di Ferrara è stata naturalmente molto importante per me, maturata all’interno di un’istituzione capace di realizzare progetti culturali di altissimo livello in collaborazione con grandi musei internazionali.

Ho poi proseguito il mio percorso a Bassano del Grappa, vincendo un primo concorso nel 2020 e un secondo nel 2023 come dirigente dell’area cultura dei musei bassanesi. Dal lavoro di curatela mi sono quindi confrontata con quello della direzione di un polo museale.

Il lavoro del direttore di museo in Italia è senza dubbio complesso, ma lo è ovunque, perché richiede di far dialogare competenze e professionalità diverse. È necessaria una solida preparazione scientifica, che consenta di compiere scelte consapevoli nell’ideazione di un programma culturale, ma anche capacità manageriali, amministrative e di coordinamento del personale. Detto questo, credo che alla base di questo lavoro vi siano soprattutto l’onestà, la qualità delle iniziative e una grande dedizione.»

MBA Club Card © MBA Musei Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa

Ha curato e diretto progetti molto diversi tra loro, dalle retrospettive su Antonio Canova alle grandi mostre fotografiche come quella su Brassaï. C’è un filo conduttore che lega queste scelte espositive?

«Antonio Canova e Brassaï sono artisti lontani nel tempo, nello spazio e nel medium. Tuttavia, ciò che può sembrare incompatibile trova la sua ragione d’essere nella storia stessa dei Musei Civici di Bassano del Grappa, tra i più antichi e importanti del Veneto, custodi di un patrimonio estremamente variegato che va dall’archeologia all’arte del Novecento, passando per le arti decorative, la ceramica e l’arte della stampa, senza dimenticare i nuclei fondamentali legati a Jacopo Bassano e alla sua bottega, e naturalmente ad Antonio Canova.

Accanto alle collezioni, Bassano vanta anche una lunga e nobile tradizione espositiva, ormai storicizzata, che l’ha portata nel tempo a realizzare mostre non sempre direttamente connesse al proprio patrimonio. L’obiettivo è quello di mantenere Bassano del Grappa come centro espositivo di alto livello, muovendosi su due filoni principali: da un lato la tutela e la valorizzazione delle collezioni — come nel caso della grande retrospettiva dedicata a Canova nel bicentenario della sua morte, nel 2022 — dall’altro una serie di progetti che accendono i riflettori su altri artisti, movimenti e stagioni culturali, come avviene per le mostre fotografiche.»

Giovanni Segantini,“Pascoli di Primavera”, 1895. © Pinacoteca di Brera, Milano

Ci può raccontare qualcosa sulle nuove mostre dedicate a Giovanni Segantini e a Riccardo Guasco, ora in corso al Museo Civico?

«La mostra di Segantini è un progetto speciale che cade in un anno altrettanto speciale, quello che conduce all’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026. Segantini ha nel suo DNA un’iconografia profondamente legata alla montagna ed è stato forse uno dei pochi pittori italiani capaci di dare un volto così memorabile al panorama alpino.

L’incontro con Riccardo Guasco nasce invece dal fatto che anche lui ha lavorato a lungo sul tema della montagna. Mi è sembrato quindi naturale invitarlo a realizzare una piccola mostra: un cammeo che accompagnasse l’esposizione dedicata a Segantini. Guasco presenta una selezione di opere già esistenti, insieme a quattro litografie realizzate appositamente come omaggio all’arte di Giovanni Segantini: lavori di grande qualità, pensati ad hoc, che testimoniano il dialogo tra due sensibilità artistiche distanti nel tempo ma sorprendentemente affini.»

Exhibition view, Giovanni Segantini, Museo Civico di Bassano del Grappa

Come ha già accennato, entrambe le esposizioni si inseriscono nel programma ufficiale dell’Olimpiade Culturale legata alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Come si collocano, da un punto di vista pratico, all’interno di un evento di tale portata?

«Dal punto di vista pratico, si sviluppa un progetto, lo si realizza e lo si sottopone alla consulta dell’Olimpiade Culturale per valutarne l’inserimento nel programma ufficiale. Essere stati selezionati ha rappresentato per noi una conferma importante: significa che il lavoro svolto — in particolare per la mostra di Segantini — rispecchia pienamente i valori condivisi dalla Fondazione Olimpiade Culturale, che accompagna le regioni Lombardia e Veneto in questo percorso.

Si tratta anche di un’importante occasione di promozione dei territori che ospiteranno i Giochi e che accoglieranno un pubblico internazionale di visitatori e spettatori. Siamo quindi molto felici che le nostre proposte siano state accolte e riconosciute come eventi di punta della stagione dell’Olimpiade Culturale.»

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