23 dicembre 2025

Dib Bangkok: ha aperto il primo super museo d’arte contemporanea della Tailandia

di

Con Dib Bangkok la Tailandia inaugura il suo primo museo internazionale d’arte contemporanea: la mostra inaugurale presenta le opere della collezione permanente e un'installazione di James Turrell

Dib Bangkok

Con l’apertura ufficiale di Dib Bangkok, la capitale thailandese inaugura il suo primo museo d’arte contemporanea di livello internazionale, aprendo un nuovo fronte nel panorama artistico asiatico. Se Cina, Giappone e Corea del Sud rappresentano da tempo snodi consolidati del sistema globale dell’arte, Bangkok, con la sua energia urbana e la vitalità di una attiva scena indipendente, sembra proporsi ora come piattaforma emergente capace di intercettare flussi, pratiche e immaginari transnazionali, rafforzando il posizionamento del Sud-Est asiatico nel settore. Sempre nella capitale tailandese si svolge anche la Bangkok Art Biennale che, nell’ultima edizione, svoltasi nel 2025, ha visto 76 artisti provenienti da 39 Paesi – tra cui gli italiani Chiara Camoni, Daniela Comani e Lello Esposito – con 11 sedi diffuse in tutta la città.

Il museo nasce da una visione familiare. Ideato dal collezionista e imprenditore Petch Osathanugrah, scomparso nel 2023, il progetto è stato portato a compimento dal figlio Purat Osathanugrah, che ne ha guidato la trasformazione in istituzione pubblica. Il nome stesso, dib, termine thai che indica uno stato “grezzo” e autentico, chiarisce l’orientamento del museo: un luogo pensato per restituire all’arte una dimensione esperienziale, sensibile, non addomesticata. La collezione permanente di Dib Bangkok conta oltre mille opere di più di 200 artisti, dagli anni Sessanta a oggi, e si propone come una delle raccolte private-pubbliche più ambiziose del Sud-Est asiatico, tra pittura, scultura, fotografia, installazioni su larga scala e new media.

Dib Bangkok

Sotto la direzione artistica di Miwako Tezuka, Dib Bangkok ha trovato casa in un ex magazzino degli anni Ottanta, riconvertito attraverso un progetto di riuso adattivo firmato da Kulapat Yantrasast con WHY Architecture, in collaborazione con lo studio thailandese Architects 49. L’architettura, sviluppata su tre livelli espositivi, segue un percorso ascensionale ispirato al concetto buddhista di illuminazione, dalla fisicità austera del piano terra, ancora segnata dall’origine industriale dell’edificio, fino alle gallerie luminose dell’ultimo livello, definite da lucernari a dente di sega.

Ad aprire il programma è stata la mostra inaugurale (In)visible Presence, visitabile fino al 3 agosto 2026. Curata da Ariana Chaivaranon, l’esposizione riunisce 81 opere di 40 artisti thailandesi e internazionali, selezionate dalla collezione del museo. Il progetto ruota attorno a una domanda centrale: come percepiamo ciò che è significativo ma non immediatamente visibile? Il dialogo tra pratiche locali e globali si articola in modo fluido. Accanto a figure chiave della scena thailandese come Montien Boonma, Apichatpong Weerasethakul e Somboon Hormtientong, trovano spazio grandi installazioni, dipinti e sculture di artisti internazionali quali Lee Bul,  Anselm KieferAlex Katz, Yuree Kensaku, Cerith Wyn Evans, Rebecca Horn, Ugo Rondinone, Jessie Homer French, Sho ShibuyaFinnegan Shannon, Hugh Hayden e Jannis Kounellis. Molti degli artisti presenti espongono per la prima volta in Thailandia.

Dib Bangkok

La dimensione museale si estende oltre le sale interne. Nel grande cortile centrale si impone Pars pro Toto (2020) di Alicja Kwade, mentre sulla terrazza superiore Breast Stupa Topiary (2013) di Pinaree Sanpitak introduce una riflessione sul corpo, la spiritualità e il femminile, intrecciando linguaggi contemporanei e simbolismi locali. Tra le opere appositamente commissionate per il nuovo museo, anche Straight Up, la prima grande installazione di James Turrell in Thailandia. L’opera si articola su due livelli: al piano terra una camera obscura proietta il cielo sul pavimento attraverso una lente, mentre al piano superiore uno degli iconici Skyspace incornicia l’apertura verso il cielo, facendolo “scendere” nello spazio architettonico.

Di tutto rispetto anche l’advisory board, composto, tra gli altri, da Melissa Chiu, Direttrice dell’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington DC e, dall’artista Rirkrit Tiravanija.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Dib Bangkok (@dibbangkok)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui