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Nessun candidato idoneo: questa la laconica frase che si legge nell’esito dell’avviso di conferimento dell’incarico di direttore del Forte di Bard, pubblicato nell’aprile 2021. Da quella data fino a oggi, non c’è stata pace per il complesso museale immerso tra le splendide montagne della Valle d’Aosta, ricavato negli spazi monumentali della roccaforte risalente all’Alto Medioevo, riedificata nel XIX Secolo da Casa Savoia e affacciata sulla rocca che sovrasta l’omonimo borgo. Per sostituire Maria Cristina Ronc, nominata nell’agosto del 2017 e non riconfermata per il secondo mandato, prima la chiamata di un direttore a interim, Luca Bringhen, quindi la pubblicazione di due bandi: il primo andato deserto a causa, appunto, della mancanza di «candidati idonei», il secondo chiuso il 30 giugno 2021, finalmente con esito positivo. Ma la nomina del nuovo direttore, Francesco Fazari, ufficializzata a inizio novembre 2021, ha scatenato una polemica, a causa del curriculum del candidato, dirigente scolastico di lungo corso ma «Senza pregresse esperienze museali»: ad alzare la voce, tramite una lettera aperta, Silvia Albertini, Daniela Berta, Nurye Donatoni e Francesca Pollicini, candidate al primo bando e ritenute non in possesso dei requisiti richiesti.
«Non intendiamo discutere la scelta di una persona che vanta un curriculum di rispetto nel proprio ambito disciplinare e una particolare conoscenza del mondo della formazione scolastica, ma non possiamo tacere su una nomina che presenta chiare difformità con i criteri individuati da ICOM – International Council of Museums nella sua Carta nazionale delle professionalità museali del 2006, standard di riferimento per la definizione dei profili e delle competenze delle diverse figure professionali in ambito museologico», scrivono nella lettera. Fatte salve le capacità gestionali, «Il museo non può privarsi di una direzione che primariamente sia competente e Finalizzata alla realizzazione di un progetto culturale e alla valorizzazione di collezioni», si legge nella lettera, nella quale si fa riferimento al «Profilo ideale di un direttore di museo», secondo le linee guida adottate dall’ICOM – International Council of Museums, la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei e i suoi professionisti.
Raggiunti dalla nostra redazione per una risposta in merito, dal Forte di Bard arriva un secco no comment. Insomma, si va avanti sulla propria strada. Che, a quanto dichiarato da Fazari, porterà a un coinvolgimento particolare delle giovanissime generazioni – come d’altra parte lasciava presagire lo stesso curriculum del nuovo direttore -, e a un’apertura europea, senza dimenticare le strategie di marketing museale per raggiungere diversi pubblici, attraverso le nuove tecnologie.