10 giugno 2004

decibel_ascoltàti Christian Fennesz, Mitchell Akiyama, Bill Wells, Tony Buck e Axel Doerner

 
A che punto è la super star Christian Fennesz? E chi meglio di lui prosegue una ricerca che integra acustico e digitale? Tra chitarre, laptop e improvvisazione quattro nuove pubblicazioni musicali proposte da Decibel…

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Parlare di Christian Fennesz e del suo ultimo album Venice (Cd, Touch/Demos, 2004) porta ad affrontare alcune riflessioni sulla sua carriera, sulle intuizioni e sullo splendido risultato raggiunto nel 2001 con Endless Summer. L’integrazione tra strumenti suonati ed il processo di manipolazione del suono consentito dal laptop è una delle cifre caratteristiche della ricerca del musicista austriaco. Se l’ultimo album colpisce per la fattura dei suoni provenienti dalla chitarra filtrati, processati e inseriti in una dimensione sonora seducente, ci si rammarica nell’assistere ad un manierismo che ha intorpidito l’estro di Fennesz. La suggestiva e decadente città di Venezia non ha sortito un buon effetto sull’ispirazione del musicista che si lascia trascinare da fennesz divagazioni melodiche, scivolando clamorosamente sulla retorica del sentimento e sulla reiterazione di un modello che si impaluda nei canali veneziani. E non basta il brano con la bellissima voce di David Sylvian e neppure i pochi momenti felici dove il suono si sporca e diventa più enigmatico.
Ma Fennesz forse non dovrebbe preoccuparsi di superare se stesso. I maestri confidano negli allievi che direttamente o indirettamente si sobbarcano l’impresa di proseguire, normalizzare e soprattutto approfondire quanto loro è stato insegnato. Il giovanissimo Mitchell Akiyama è uno tra i più attenti e lucidi musicisti in grado di proseguire nella direzione elettro acustica di matrice fennesziana. Proveniente dal Canada e di origine giapponese, Akyiama giunge al quarto capitolo della sua produzione con If night is a weed and day grows less (Cd, Sub Rosa/Audioglobe, 2004). I suoni e le melodie eseguite con il pianoforte, la tromba, il cello ed atri strumenti acustici vengono sezionati, decostruiti e riassemblati in strutture stratificate elaborate al laptop. L’aspetto interessante è il mimetismo tecnologico laddove la materia acustica diventa preponderante integrandosi alla perfezione con il laptop per svilupparsi secondo una dimensione orizzontale che riesce a sintetizzare certo minimalismo con un gusto pop piuttosto anomalo e affatto scontato.
Mitchell Akiyama_Live al Festival Sintesi 2003Pick up sticks(Cd, Leaf, Wide/Promorama, 2004) è invece l’ultima splendida fatica del pianista Bill Wells che di arrangiamenti pop è un vero e proprio maestro della scena musicale undeground di Glasgow avendo lavorato tra gli altri per Belle & Sebastian e Arab Strap. Il nuovo mini album esce per l’inglese Leaf tra le etichette che meglio si stanno distinguendo per carattere ed estetica (per chi non la conoscesse rimando alla recentissima uscita della compilation Delivery Room che raccoglie quanto di meglio offre la scuderia). Il nuovo album di Wells resta un ascolto imprescindibile in grado di catturare l’attenzione di un pubblico non specializzato. Frutto della collaborazione tra Wells (computer e campionatore), Annie Whithead (trombone e melodica), Stefan Schneider dei To Rococo Rot (basso e sintetizzatore) e la partecipazione di Barbara Morghenstein (tastiere in un paio di brani) il cd è stato registrato durante un’improvvisazione in uno studio berlinese nel 2003. A metà tra Morricone, Tied &Ticket Trio e Sün Ra Pick Up sticks si dipana attraverso otto bellissimi brani dal gusto jazzy e cinematografico che si risolvono in un approccio improvvisativo sostenuto da un’attenta composizione di enigmatiche melodie sospese in uno stato di costante attesa.
Sul versante della sperimentazione più radicale della nuova scena di improvvisatori si segnala inoltre l’ottimo risultato della collaborazione tra Tony Buck (batterista nei The Necks) e Axel Doerner. Durch und Durch (Cd, Tes/Vitamin, 2004) registrato a Berlino esattamente un anno fa e vuole essere una sorta di passeggiata attraverso il continuo cambiamento di paesaggi. Il perfetto equilibrio tra la tromba ed il computer di Doerner e la batteria e le percussioni di Buck si integrano all’interno di un unico brano di 40’ tra fruscii impercettibili, samples e strumenti acustici le cui qualità acustiche vengono totalmente trasfigurate ed esaltate.

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marco altavilla

Decibel_Sound Art e Musica Elettronica è un progetto editoriale a cura di marco altavilla

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