24 giugno 2004

decibel_dal_vivo CocoRosie Verona, Interzona

 
Una è nata alle Hawaii, l’altra nello Iowa. L’anno scorso dividevano un appartamento a Parigi. Ed hanno iniziato a registrare insieme, per gioco. Due giovani sorelle, un album d’esordio fatto di canzoni malinconiche eppure ironiche. Impossibile non innamorarsi di loro…

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Le CocoRosie sono Bianca (Coco) e Sierra (Rosie) Casady, nate rispettivamente alle Hawaii e nell’Iowa, che quasi per caso si sono ritrovate l’anno scorso a condividere un appartamento a Parigi. È lì che hanno iniziato a registrare insieme, dapprima per gioco, facendo convergere i loro interessi e le loro competenze: Bianca scrive i testi e Sierra, che ha intrapreso una carriera operistica da soprano, si occupa principalmente delle melodie.
Da quelle sessions casalinghe è nato un disco incantevole, La maison de mon rêve, ma ancora più incantevole è ascoltare e vedere le CocoRosie dal vivo, e non soltanto perché sono più belle ed affascinanti di qualsiasi Jennifer Lopez. Si presentano con dei vestiti che sembrano usciti da un vecchio comò della nonna – e che pure esaltano il loro fascino e quello della loro musica – e truccate come nelle fotografie che troviamo nel loro cd, salutando il pubblico sottovoce, quasi ad invitarci ad immergerci in silenzio nell’atmosfera sospesa ed onirica che stanno già diffondendo. Entrambe cantano alternandosi ai cori (Bianca con una voce che sembra di una Billie Holiday più timida e malinconica che disperata, Sierra con un’impostazione tecnica ed un’enfasi discreta che non lasciano insensibile nessuno), e lo fanno in modo talmente intenso che tutti gli altri suoni servono più da accompagnamento che da vera struttura portante, fatta eccezione per qualche melodia struggente come in Good Friday e CandyLand.
cocorosie
Sierra suona queste semplici e delicate melodie utilizzando la chitarra acustica, l’arpa o una tastierina, mentre Bianca avvicina al microfono i giocattoli più disparati – da un aggeggio elettronico coi versi degli animali ad un camioncino dotato di effetti sonori (ecco da dove vengono i rumorini del disco!) –, dei campanellini ed anche un walkman, che forniscono una base ritmica in bassa fedeltà attidudinalmente hip-hop. Il volume è adeguato, le luci colorate sono tutte per loro, ed anche questi dettagli contribuiscono a proiettarci fuori dal tempo, se non a fermarlo per un po’. I testi ironici talvolta contrastano col calore che trasmette il loro suono, e più che da vere e proprie emozioni siamo invasi da una piacevole sensazione, difficile da descrivere a chi non abbia mai ascoltato questa singolare commistione tra roots americane (pensate ai gospel di Dorothy Melton o ad Elizabeth Cotten) ed hip-hop al rallentatore.
Oltre alle canzoni del cd, le CocoRosie ci propongono anche alcuni pezzi nuovi, che sostanzialmente non si discostano dalla cifra stilistica e dalle atmosfere degli altri. Ciò che più distingue le versioni live da quelle su disco non sono tanto gli accompagnamenti quanto le due voci di Bianca e Sierra, che ora possiamo ascoltare in tutta la loro purezza mentre si muovono in un disegno magico e comune, pur rimanendo sempre nettamente distinte. Il pubblico ascolta in assoluto silenzio e si fa sentire solo per applaudirle, e dopo un’ora che sembra trascorsa in un sogno è quasi difficile tornare alla vita reale, anche se ci sembra già più dolce.

link correlati
www.tgrec.com

discografia:
2004 La maison de mon rêve (Touch and Go)

francesco bergamo

decibel – sound art e musica elettronica è un progetto editoriale a cura di marco altavilla

[exibart]

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