31 maggio 2007

decibel_festival Audiovisioni future

 
Appuntamento l'1 e il 2 giugno a Roma, Palazzo dei Congressi, per la nuova edizione di Dissonanze, festival capitolino di musica elettronica e arte digitale. Giunto al suo settimo anno di vita, l’evento focalizza lo sguardo sulle recenti evoluzioni dell'audiovisual. Dal minimalismo radicale al pop…

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Anche quest’anno Dissonanze accetta la sfida internazionale con un programma che lo pone, a buon diritto, se non al centro almeno saldamente all’interno della variegata scena mondiale dei grandi festival di musica elettronica. Dopo le anteprime di maggio in giro per la città, con Karlheinz Stockhausen, The Books e le arpe eoliche di Mario Bertoncini per Die Schachtel, Dissonanze propone al pubblico italiano alcuni aggiornamenti interessanti sul tema dell’immaginario audiovisivo, con la consueta attenzione alla contaminazione dei generi che accompagna la cultura elettronica nella sua veloce transazione verso il pop e il rock. In particolare, questa edizione del festival sembra voler dare, in qualche modo, il suo piccolo contributo alle riflessioni socio-culturali sui nuovi e vecchi media che tanto prolificano negli ambienti dell’arte digitale, mettendo in primo piano tecniche e metodi di lavoro. È questo ad esempio il caso dei cinesi Christian Virant e Zhang Jian di Fm3, che si esibiscono in un live con le loro Buddha Machines, soundsystem portatili da meditazione in grado di riprodurre contemporaneamente 9 loop di durata variabile e generare imprevedibili combinazioni sonore, ronzanti e immersive.
Ad aprire ufficialmente il programma dell’Aula Magna, sarà invece la proiezione dei lavori audiovisivi di Lorenzo Oggiano, artista multimediale italiano impegnato in una ricerca sulle mutazioni biologiche, sensoriali e cognitive indotte dalle nuove tecnologie e sulle potenzialità estetiche e comunicative dei nuovi media. Al contrario, l’inglese Brian Duffy presenta una performance che nasce da un approccio archeologico alla tecnologica, con la piccola Modified Toy Orchestra, i cui componenti suonano vecchi giocattoli in disuso smontati e rimontati secondo il metodo del circuit bending. Sempre in Aula Magna, gli svizzeri Pe Lang & Zimoun, con il progetto Untitled Sound Object, si esibiscono in un live basato su diversi materiali fatti risuonare attraverso vibrazioni di piani elettromagnetici a motore.
Modified Toy Orchestra
Chi ama le sonorità legate all’utilizzo di strumenti più tradizionali, potrà godersi in un’alternanza ibrida di suoni e generi lo spettacolo del quintetto italiano di post-rock melodico Giardini di Mirò, la nuova sessione cooperativa di Christian Fennesz e Mike Patton, il progetto Planningtorock dell’artista multimediale inglese Janine Rostron.
Di sicuro interesse la presenza di Alva Noto (aka Carsten Nicolai), che presenta il suo ultimo lavoro Xerrox vol.1, primo di una serie di album pianificati per i prossimi cinque anni, in cui le geometrie minimali che hanno determinato la fortuna dell’artista tedesco prendono forma, questa volta, a partire da materiale audio acquisito (registrazioni telefoniche, annunci aeroportuali ecc) e non generato dal computer. Stephen O’Malley e Peter Rehberg presentano invece Ktl, album nato dalle musiche dello spettacolo teatrale Kindertotenlieder di Gisèle Vienne e Dennis Cooper, e oggi un concerto di difficile previsione, dalle sonorità potenti e tetre. Il programma dell’Aula Magna si conclude con le installazioni audiovisive dell’americano Scott Arford.
Gli ambienti del Salone della Cultura e della Terrazza sono dedicati invece alla celebrazione di alcuni nomi importanti della più recente scena elettronica dance, la cui fortuna, in alcuni casi, è anche legata alla particolare ricezione del pubblico italiano per questa forma di intrattenimento musicale e sociale.
Un plauso va senz’altro all’ampio spazio lasciato in questo contesto al genere Braindance che, nonostante vanti i suoi storici eroi italiani, sembra ormai aver perso la sua autentica vocazione zappiana con l’introduzione della nuova etichetta Idm in ambienti culturali giovanili che si collocano a metà strada tra lo svago e la ricerca della citazione colta.
Lorenzo Oggiano, Quasi-Objects / Cinematic n.07, 2006, 4:38 min, PAL 4:3, bw, stereo - stills from video
Il programma del Salone della Cultura prevede, tra gli altri, il live set fantasioso e coinvolgente del tedesco Daniel Meteo, quello semianalogico degli svedesi Minilogue, la techno festosa del dj e produttore cileno Luciano, quella imprevedibile e avventurosa di Chris Liebing e quella calda e minimale di Ellen Allien. In Terrazza ci si può muovere liberamente con la braindance di Isolèe e gli electro-dub spurii di Pole e Various Production.
Per chi invece, oltre al movimento, è anche alla ricerca di brevi incursioni nelle derive più sperimentali e d’avanguardia della dance, sarà allora la volta degli americani Battles, band della Warp records che propone un live a cavallo tra free jazz, math e post rock, del talentuoso produttore berlinese Apparat e delle sonorità ipnotiche e crescenti di Nathan Fake.

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decibel – sound art e musica elettronica – è un progetto a cura di alessandro massobrio


Dissonanze 07 – Roma, Palazzo dei Congressi – 1 e 2 giugno 2007
info e programma su: www.dissonanze.it


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