27 luglio 2019

MUSICA NOSTALGIA

 
Labirinti sonori alla Escher, rive e derive sognanti, imbarcazioni oniriche: viaggio in “Starsailor” di Tim Buckley
di Fabio Gagliandi

di

Scogli, flutti, pioggia che danza e sboccia sulle onde con petali d’un istante; questo e tanto altro dipinto dalle note di Starsailor, sesto album del cantante di Washington Timothy Charles Buckley (Tim Buckley).
Album sperimentale del 1970 pubblicato sotto l’etichetta Straight Records fu destinato a uno scarso successo commerciale ma risulta a mio parere un vero e proprio tesoro, un forziere di gemme e preziosi nascosto, anzi, non nascosto, quanto più sommerso, un baule in un relitto sul fondo del mare, questa visione gli si addice.
Si issano le vele sulle note di Come Here Woman, canzone pirata, che diventa blues, che diventa urlo, che diventa anima tra acuti, strilli e falsetto. Rotola fuori dal sipario in panno spesso I Woke Up, una luce che trema nel buio, destinata a spegnersi. Monterey é rianimazione forzata, dal buio alla luce, psichedelica fagocita il silenzio. Moulin Rouge balconi notturni con pochi fiori, una donna gitana con un vestito rosso che balla nel buio, lampioni nella foschia. Ed eccola, la vera perla dell’album: arriva in punta di piedi, uno scoglio in mezzo al mare, una donna bellissima, una sirena; quella gioia strozzata quando dopo mesi nell’infinito del mare senti qualcuno urlare: Terra! Terraaa! Cresce piano ma è giá presente, pare andare e tornare come un’onda, ma non è lei che dondola indecisa, è l’anima che si crogiola nella nostalgia. Jungle Fire che parte piano e poi impazzisce ci conduce a Star Sailor che da nome all’ album, soundtrack più che canzone, viaggio puro più che soundtrack, ai limiti dello sperimentale, da ascoltare tutto d’ un fiato a occhi socchiusi. Dalla spumeggiante Healing Festival passiamo alla ritmata Down by the Borderline che chiude la sfilata in maniera cangiante come una folla di paese che accoglie i suoi marinai al rientro in porto con cibarie e bicchieri di vino buono. 
Fabio Gagliandi
Per questo album ho deciso di ‘convertire’ in immagine un brano in particolare a cui sono molto legato: Song to the Siren. Il quadro si intitola per l’appunto Song to the Siren (WAVE ON CANVAS 11)
Lato A
1.Come Here Woman – 4:09 (Tim Buckley)
2.I Woke Up – 4:02 (Larry Beckett, Tim Buckley)
3.Monterey – 4:30 (Larry Beckett, Tim Buckley)
4.Moulin Rouge – 1:57 (Larry Beckett, Tim Buckley)
5.Song to the Siren – 3:20 (Tim Buckley)
Lato B
1.Jungle Fire – 4:42 (Tim Buckley)
2.Starsailor – 4:36 (Larry Beckett, Tim Buckley, John Balkin)
3.The Healing Festival – 3:16 (Tim Buckley)
4.Down by the Borderline – 5:22 (Tim Buckley)

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