08 novembre 2021

Quattro giorni di MA/IN festival alle Manifatture Knos di Lecce

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Guida ai contenuti del MA/IN Festival di Lecce, imperdibile occasione di confronto tra la musica contemporanea e le arti digitali: appuntamento alle Manifatture Knos, dall'11 al 14 novembre

Si fa presto a dire pubblico, laddove si voglia misurare il successo di una iniziativa: antichi saggi rivelano si celi nella continuità della programmazione. Lo sa bene chi si impegna a presentare scenari musicali solitamente estranei alla programmazione radio-televisiva (qualche eccezione per Radio3 in accordo alla fascia oraria mentre spunta qualcosina su Rai5), cui fascino sarebbe allora proprio nella partecipazione effettiva di un pubblico in quanto agente della proposta. A questo proposito possiamo muoverci in direzione di Lecce dove soffiano venti particolarmente favorevoli: da qualche anno MA/IN festival propone diverse occasioni di confronto con la produzione musicale tecnologica contemporanea, agendo in forma piuttosto nomade tra Lucania e Puglia: ed ecco che, da giovedì 11 a domenica 14 novembre 2021, si porta nuovamente a Lecce, stavolta presso gli spazi delle Manifatture Knos, per quattro serate dedicate alla musica contemporanea/elettroacustica e alle arti digitali.

L’apertura è affidata ad una installazione sonora, CABIN FEVER, di Giulio Colangelo e Cesare Saldicco: tre cupole geodetiche di strutture e dimensioni differenti, tre spazi sonori a sé stanti dotati di sensori infrarossi destinati alla partecipazione dei visitatori così da ritrovare, sotto mutate spoglie, la vertigine accusata durante le diverse fasi della pandemia in relazione all’isolamento del singolo a dispetto della sua contemporanea connessione e interdipendenza planetaria. Recentemente presentata alla Milano Design Week (5-12 settembre 2021) presso la Casa degli Artisti, fa tappa proprio a Lecce così da ricongiungersi idealmente al contesto che pure ne aveva accolto la proposta, il dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali del Conservatorio di Musica “Tito Schipa”.

Segue il live electronics “the [K] zone” – a cura di Vincenzo Procino e Francesco Rizzo – così da dotare la serata di un ascolto in forma rituale, più vicino al profilo concertistico. La bontà della programmazione, dicevamo, sta proprio nella continuità della proposta: l’indomani arriva di scena l’Acusmonium del collettivo Audior di Dante Tanzi ed Eraldo Bocca, un’orchestra mobile di altoparlanti, 54 diffusori e 44 amplificatori: esperienze fuori dall’ordinario se ci riferiamo agli sforzi che si celano dietro la preparazione di simile compagine strumentale (per farsi un’idea, visitate la pagina www.audior.eu).

acusmonium

Il residuo visivo di questa esperienza esclusivamente sonora viene proposto il giorno seguente, sabato 13, laddove tale mole di informazione acustica viene posta in relazione con le immagini in movimento di Fabio Scacchioli e Vincenzo Core, Lorenzo Pandolfi e Mariam Gviniashvili, nuovamente Vincenzo Procino per un’esperienza di live cinema che seguita Anamòrphosis, un festival dedicato all’audiovisivo di stanza proprio presso il Tito Schipa. Tutti questi riferimenti sono in relazione tra loro, come è possibile evincere dalla serata conclusiva, domenica 14 novembre, laddove di scena è proprio un compositore del collettivo INA grm, Emmanuel Richier: un interprete del repertorio elettroacustico alla prova con l’acusmonium per misurare l’intensità espressiva di tali controlli.

Una proposta così composita può rappresentare una occasione decisiva per familiarizzare con pratiche e repertori solitamente così lontani: il valore di questa quattro giorni va misurato allora nelle strategie messe in campo, a garanzia di un dialogo agito nel tempo e portato avanti sul territorio così da guadagnare la simpatie di interlocutori altri che non le sole istituzioni, una formula che potrebbe risultare particolarmente valida per garantire maggiore scambio culturale (e non solo ingressi staccati) che in passato.

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