15 ottobre 2002

La fine delle opere (e dei giorni)

 
Si è conclusa la prima edizione dell’evento triennale promosso dalla regione Campania e curato dal critico Achille Bonito Oliva. Con luci e ombre. Un triste confronto artistico con un passato vincente…

di

L’inaugurazione è stata indubbiamente una bella serata, con un “padrone di casa” (Achille Bonito Oliva) elegante e visibilmente bendisposto nei confronti dei suoi ospiti che, per la maggior parte, venivano da Napoli, con due ore e trenta d’automobile sotto il “diluvio universale”. Era la “sua” serata, il frutto di una “sua” idea per far convergere insieme, in luogo così suggestivo, arte musica e teatro.
E i lavori degli artisti? Verranno visitatori alla Certosa alla ricerca di opere d’arte contemporanea? Faranno il giro delle celle, l’allestimento di ognuna delle quali è stato affidato ad un’artista?
Secondo noi gli artisti andrebbero soltanto elencati in ordine alfabetico, mentre i loro Padula 2002 Artisti al lavoro 2 Foto Caiazzo Elavori dovrebbero passare assolutamente sotto silenzio. Chi come me aveva fatto tanta strada in macchina per vedere gli spazi storici della Certosa rivisitati da artisti contemporanei si trovava di fronte ai lavori di chi aveva dato sfogo alla propria attività creativa come se avesse, però, dovuto esporre nelle sale d’una galleria d’arte (magari in un edificio antico!).
Dov’era la considerazione per un’architettura tanto imponente; dove la storia di quel complesso monumentale e di quelle celle nelle quali per secoli hanno vissuto i certosini; dove i riferimenti alla vita spirituale; dove la riflessione sul rapporto di quegli ambienti con il chiostro, metafora architettonica del cammino di preghiera a contatto con la luce divina? Agli artisti non erano state affidate delle semplici stanze, ma delle celle di una delle certose più grandi ed importanti d’Italia .
Sia chiaro io non intendo contestare i lavori dei singoli artisti, la loro scelta è stata così eterogenea, per ambiti e strumenti di ricerca, che non mi sentirei di giudicare positivamente un lavoro piuttosto che un altro, mosso semplicemente da opinioni soggettive. Ma critico la mancanza di coraggio nel non essersi assunti la responsabilità del confronto con la storia e con l’architettura barocca di quell’edificio sacro . Il confronto non poteva avvenire, come hanno tentato la maggior parte degli artisti, sul piano tematico: scegliendo opere dal carattere mistico o, per contrasto, volutamente sacrilego. Ma doveva avvenire sul piano architettonico e ambienta(ziona)le: in una struttura conventuale ogni porta, ogni volta, ogni finestra, ogni giardino, l’orientamento di ogni ambiente ha un significato metaforico e/o spirituale (non soltanto un valore visivo!).
Vanno citate, però, alcune interessanti eccezioni che hanno costituito, se non altro, un tentativo di confronto con la struttura “ospitante”.
PadulaRoberta Silva, l’intervento a mia opinione più riuscito, ha creato con un sistema di controsoffittatura al di sopra della scala a chiocciola della sua cella, un budello di dantesca memoria che conduce i visitatori progressivamente verso una bagliore sempre più forte di luce. Letizia Cariello ha occupato gli spazi vuoti dei muri di contenimento del giardino della cella con gomitoli di lana rossa; questi possono simboleggiare la sua presenza in quello spazio, all’interno di un palinsesto di testimonianze di civiltà storiche successive (una parete di mattoni ne è una giusta metafora); gli altri suoi interventi, però, risultano troppo “personalizzanti” in un contesto storicamente sociale.
Maurizio Cannavacciuolo ha rivestito la parete e la volta della sala principale della sua cappella con un intricatissimo disegno dal tratto delicato (senza aggiungervi alcun pigmento colorato), riuscendo ad adattare il suo originalissimo stile pittorico, altrimenti troppo violento e stridente, all’ambiente che l’ospitava.

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Certosa di San Lorenzo – Padula (Salerno), Le Opere e i Giorni, Mostra a cura di Achille Bonito Oliva
Orari e ingresso: ore 9.00 – 20.00 tutti i giorni. Ingresso libero; mostra visitabile fino a settembre 2003; Visite guidate su prenotazione, Certosa di Padula tel. 0975.77745.
Catalogo pubblicazione nel 2004 al termine del triennio, a cura di Achille Bonito Oliva . Allestimenti: Gennaro Miccio
Segreteria organizzativa: Emilia Alfinito, Anna de Martino, M.Guglielmina Felici, Dario Galasso; Coordinamento esterno: Giuliana Picarelli.
Informazioni al pubblico: Certosa di Padula tel. 0975.77745; Soprintendenza di Salerno tel. 089.2573217
Uffici Stampa: Irma Bianchi Comunicazioneinfo@irmabianchi.it; Soprintendenza di Salerno, Michele Faiella tel. 089.2573217 fax 089.251727.
Promosso e organizzato da: Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Salerno e Avellino.
Con il contributo di: Unione Europea (fondi FESR 2000/2006); Regione Campania; Provincia di Salerno.
Con il patrocinio di: Comunità Montana di Vallo di Diano; Comune di Padula.
Come si arriva: La Certosa è situata a 104 km a sud di Salerno, vi si arriva con l’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscendo alla stazione di Padula – Buonabitacolo, distante circa 8 km.


[exibart]

15 Commenti

  1. Mi fa piacere Marco che tu abbia avuto il coraggio di dire la tua, giuste o sbagliate che siano le tue considerazioni. Non posso saperlo perchè non ero presente, comunque, finalmente leggo critica (pure troppa) e non solo informazione tout court. un saluto p.

  2. La cosa che più salta agli occhi è l’incoerenza: si sbandiera la libertà degli artisti, ma quando la esprimono la si vuole ingabbiare; si vuole che si faccia arte, ma quando viene fatta la si critica; non si vogliono regole, ma si cercano di metterle.
    Se l’artista è stato chiamato per esprimere perché deve fare i conti con la storia?
    Si vuole il contemporaneo ma si resta nel moderno.

  3. cara daniela,
    veramente agli artisti era stato chiesto il cofronto con la certosa di Padula..sono rimasti chiusi nelle celle 20 giorni (almeno così sembra) per interrogarsi sul tema di quest’anno il verbo…..era una richiesta specifica..non credi?

  4. “LA FINE DELL’ITALIA E DEI GIORNI…”
    Le critiche…le opinioni su certe manifestazioni rientrano a far parte delle regole del gioco…Ma quando in un paese che ancora si culla (con ipocrisia), fino alla nausea, in un Passato (Storico-Artistico) vincente, e che non ha mai creato e crea opportunità per i giovani e i meno giovani…e per i non più giovani,nel campo della ricerca, sia scientifica e sia artistica (il nostro specifico) a differena di altri paesi europei di cui dovremmo essere dei partners…cosa vogliamo aspettarci? Una libera ricerca artistica, all’insegna della qualità? O un’espressione artistica coatta, pilotata e condizionata dalle “mode effimere” del momento,all’insegna della mediocrità e del pressapochismo?

    “Questo passa il Governo…” un detto che dice tante verità. Ed ecco, anche per questo motivo che si cova a monte, e si tiene nascosto, perché non se ne parla quasi mai…i risultati sono quelli che sono…salvo alcune eccezioni “fortuite”,anche con “grandi” critici e in “grandi” spazi…ma l’arte contemporanea in Italia è “piccola,piccola…” e come si può lavorare canche nel campo della critica se l’arte è “piccola,piccola”? Bel Paese l’Italia: l’Italia di un recente passato e del presente.E il futuro? Al momento,certamente non è roseo! Con tutta le ri-cementificazione che c’è in atto…è una vera gioia!!!

    Quand’è che ci vogliamo dare una regolata, e far si che in Italia si creino opportunità e si incentivi la ricerca giovanile in tutti i campi dell’attività umana…soprattutto scientifica e artistica e letteraria e blà,blà e blà…per evitare ulteriori emigrazioni e… “cercare fortuna all’estero?”.
    A che cosa servono i Licei Artistici e le Accademie di Belle Arti, se poi i giovani, una volta diplomati vengono abbandonati al loro destino..da un Paese (l’Italia) che si definisce civile e democratico? Senza metterli in condizione minimale…di inseguire un loro “sogno”? E poi dicono, lamentandosi (la classe politica…i giornalisti,ecc.ecc.),che il “Bel Paese” invecchia…e ci credo: si tagliano le gambe ai giovani, in tutti i sensi, senza garantire loro una vita dignitosa…mettendoli a rischio “barbonaggio”,a rischio “droga” (e poi gli la vietano,vendendogliela…),ecc.,ecc.Lo hanno fatto in passato, e continuano a farlo (peggiorando la qualità della vita) nel presente! Distintamente, tutti e tutte le correnti politiche o politichesi italiane che hanno governato e redatto “linee progettuali per un futuro migliore”…immersi e immerse in una loro realtà,lontana dalla realtà del paese,della gente e dei giovani,in particolare,mettendoli sempre più in condizione di “non sognare”. Che tristezza! Cosa possiamo aspettarci,quindi,da un Paese del genere…che si realizzi Arte? ma quale Arte? E con quali mezzi? Con quali competenze? Con quali opportunità? Con quali giovani…se vengono a mancare? E se mancano gli artisti…manca l’Arte! Se mancano i giovani artisti…quale Arte ci sarà per il futuro? Una nazione senza giovani e senza arte…non può avere futuro! Nel suo futuro ci potrà essere solo la “cultura del vuoto”…un Vuoto(già iniziato) che crea e creerà solo “Mostri”. Deve solo continuare a cullarsi e a crogiolarsi nel Passato…questo Passato glorioso, che spesso “non viene nemmeno rispettato come si dovrebbe!”
    Un paese autenticamente civile e democratico si misura attraverso il proprio grado di civiltà…soprattutto attraverso l’Arte e la Cultura…nei fatti e non nella retorica (facendoci cantare anche “Fratelli d’Italia”), e i fatti dovrebbero essere nuove Leggi, adeguate a vecchie esigenze, sempre attuali…Ma pare che siano ben altre le nuove Leggi, nel nostro Paese.
    E intanto si continua a tagliare sulla Scuola,mortificando e offendendo tutte le componenti…La Scuola,che rappresenta il futuro di una Nazione…degna di essere chiamata tale.

    La “Fine delle opere e dei giorni?” Certo!…ma è la “Fine dell’Italia e dei giorni”… se andiamo avanti così: Più Ombre che Luci.

    Angelo Riviello
    Milano-Campagna(Sa)

  5. Avendo dimenticato di inserire tutti i dati,a proposito di un commento su “La fine delle opere e dei giorni”,vi rimando al commento dal titolo: “La Fine dell’Italia e dei Giorni”. Grazie.

  6. Al di là di ogni commento, di critica e di opinione, pro o contro,una data mostra o rassegna… ciò che va rilevato, di enorme importanza, è l’uso,permanente o tempporaneo che sia, di certi spazi storico-artistici e architettonici(piccoli,medi o di grande valore),con l’arte moderna e contemporanea. L’Arte intesa come continuum artistico e culturale, in tutte le sue espressioni e linguaggi.L’Arte contemporanea al servizio (anche) della Storia…soprattutto nei casi in cui si va a valorizzare o ri-valorizzare monumenti da scoprire e/o da riscoprire,in un territorio lungamente penalizzato…come nel caso della Certosa di Padula,nell’entroterra Salernitano, che non è una delle più grandi d’Italia, ma è decisamente la più grande Certosa d’Europa, dopo quella di Pavia.

    L’altro motivo è, che queste mostre o rassegne(e nel caso di quella di Padula, per la quale si spera che abbia una continuazione e uno sviluppo sempre maggiore negli anni), arrivano finalmente a “dialogare” anche con il sud Italia, in modo non più sporadico e discontinuo come avveniva in passato,ma in modo più frequente…questo grazie anche alla città di Napoli, che a tutti gli effetti,si può considerare, oggi,una delle capitali italiane ed europee(mancanti in passato)dell’Arte Moderna e Contemporanea…come conseguenza iniziale di una scelta politico-culturale seria,che finalmente ha unito il sud Italia al centro nord,colmando una lunga ferita che durava dal 1860 (anno della “famosa”unità d’italia)…anche se, non si può delegare il tutto in mano ad una sola persona (per limiti umani,intendiamoci,non per limiti professionali), che non può rappresentare tutto e tutti, anche perché è impossible. Parlo di Achille Bonito Oliva, che stimo e rispetto.Il più blasonato dei critici italiani, che è stato,ed è, un grande teorico e protagonista dell’arte e della critica d’arte nazionale e mondiale…il quale spero che guardi anche e soprattutto nell’ambito dell’arte contemporanea di artisti (e spazi espositivi meridionali)…i quali anch’essi(emigranti e/o pendolari tra il nord e il sud)hanno vissuto (e vivono),unitamente alla loro terra,questa lunga penalizzazione ai danni del Mezzogiorno.
    Si spera,quindi,che l’Arte contemporanea,rappresenti una delle chiavi di svolta principali,per un riscatto, una rivendicazione e un riconsiderazione, per una terra e i suoi artisti (e abitanti tutti), per troppo lungo tempo dimenticata,mortificata e offesa. Infine si spera che si realizzi un sogno…un sogno che ha accomunato molti intellettuali,artisti e critici d’arte meridionali,in passato,tra i quali il compianto Filiberto Menna: la nascita di una Biennale d’Arte Contemporanea, che sappia guardare soprattutto all’Arte e agli artisti al sud del mondo…la Biennale d’Arte del Mediterraneo. Quale sede migliore di una Certosa storica, come quella di Padula,da utilizzare come fulcro,per toccare tanti altri monumenti,altrettanto importanti,da riscoprire e valorizzare, sparsi tra Salerno e la sua provincia…come ad esempio il Castello Arechi di Salerno,S.Pietro alli Marmi di Eboli…o l’ex Convento di Giordano Bruno (2500 mq.circa-sec.XIII) dei Frati Domenicani d San Bartolomeo di Campagna(ex roccaforte della Chiesa Cattolica,con il suo arcivescovado, fino al xx sec.)…non parliamo poi delle architetture industriali: ex Tabacchifici ed ex Fabbriche di pomodori nella Piana del Fiume Sele…l’antico fiume navigabile,che collegava il mare della magna grecia (Paestum), alle zone interne del territorio collinare e montagnoso. Un territorio ancora tutto da scoprire e da riconsiderare, come uno degli sviluppi futuri fondamentali,di una parte dell’Italia che stenta a decollare. Che ben venga Bonito Oliva, con i vari Kounellis,Mario Merz,Paladino,Paolini,Calzolari,etc.,etc.,ma che si sappia guardare anche ad altri artisti di detto territoro, e a tutti i territori a sud del mondo e dell’Europa,che hanno avuto,ed hanno,poche opportunità per emergere.

  7. Caro Manu…non fraintendere altre cose quando una persona scrive,non interpretare questa mia puntualizzazione come se avessi voluto fare “campanilismo”…ma come errata corrige d una mia frase “incompiuta”.Ho pensato che sia stato giusto e legittimo farlo.Perché questo? Ma hai letto ciò che ho scritto? L’hai compreso si? E allora perché intervieni in questo modo? Se ho specificato che la Certosa d San Lorenzo è la più grande d’Europa(in base alle mie conoscenze)) è per correttezza di informazione…Un conto è dire “una delle più grandi d’Italia” e un altro conto è dire che è la più grande d’Europa.
    Già il sud è penalizzato…anche nel PATRIMONIO ARTISTICO-CULTURALE E MONUMENTALE…poi ci si mettono informazioni “azzardate” e “incomplete”…E ADDIO!

    La Certosa di Padula,prima che diventasse patrimonio universale dell’umanità,era conosciuta solo da pochi addetti..fino ad alcuni anni fa,solo perché era nel sud Italia…Mentre la Certosa di Pavia (bellissima e stupenda)solo perché era al nord Italia era più conosciuta.Lo conosci il perché?Perché (per me, e non solo,ma per tutte quelle persone accorte e attente…che sono sempre più una minoranza…) era il solito sud con tutti i suoi luoghi comuni: la mafia,la camorra,l’assistenzialismo,la micro delinquenza,la disoccupazione cronica,la classe politica incapace e ignorante (su questo sono d’accordo),mancanza di imprenditoria,etc,etc…e tanti “mali” e difetti,anche inventati…come se fosse solo il nostro “Sud” ad avere questi fenomeni…gli altri paesi (e il nord Italia) ne sono immuni…Come se al sud ci trovassimo in MAROCCO e al nord nei Paesi Scandinavi…

    Caro Manu,prima di fare certe osservazioni,tanto per dire qualcosa,cerca di afferrare il senso di un discorso…almeno la sintesi di un messaggio…e non appellarti a delle “cazzate” da “farmacista pignolo” pieno di preconcetti.

    Con questa tua (“stupida”) osservazione hai voluto dimostrare che tu sei un “cosmopolita” ed io lo “scemo del villaggio”?. BRAVO!
    Se sei un ragazzo…siamo veramente “fritti” in quanto ad arroganza…sperando che tu cresca,in questo vuoto quasi totale di informazioni corrette…ti formulo un “In Bocca al Lupo!”

    N.B. Ti rendi conto cosa mi hai fatto scrivere…per una tua (forse) frustrazione?Scrivi qualcosa di più interessante se hai delle idee.

  8. Gentile Angelo Riviello,
    in primis Manu sta per Manuela, ma è un dettaglio..
    Se avessi fatto del “campanilismo” come hai sostenuto nel tuo ultimo intervento, non ci avrei visto nulla di strano. Amare e sostenere le proprie radici non lo ritengo anormale, anzi..
    Ben venga il “campanilismo” se una persona si batte per ottenere dei risultati! (mi sembra che i tuoi interventi fossero mirati a questo). Non ho assolutamente frainteso quello che hai scritto, e posso in parte condividerlo. La mia era ed è una semplice domanda, alla quale avresti potuto rispondere evitando un tono direi non molto “elegante”. Ritengo che l’importanza di un BENE CULTURALE non vada misurata in base alla grandezza.. e non lo dico per una mia presa di posizione, saprai sicuramente che il concetto di BENE CULTURALE è stato ben chiarito nel 1964 dalla Commissione Franceschini e dalla Carta di Venezia. In sostanza la nozione recita: Si definisce Bene Culturale la testimonianza dell’attività dell’uomo che ha in sé valore di Civiltà. La Carta di Venezia allargò poi all’ambiente urbano e paesistico (che Costituisse sempre testimonianza di una civiltà particolare), la nozione di monumento storico.
    Ora per quanto mi riguarda ritengo che siano da considerarsi tutti i beni allo stesso modo, di pari valore, siano essi piccoli o grandi..Per questo motivo la precisazione per quanto corretta a tuo dire, non la ritenevo essenziale.

    Ora non la condivido assolutamente se mi imponi un paragone NORD e SUD.

    Quando dici che il sud è penalizzato, scusami, ma da meridionale convinta e felice di esserlo, che non si sente assistita da nessuno, che lotta perché cambi la mentalità da “vittime” , insorgo!
    Vorrei poi capire perché siamo penalizzati nel patrimonio artistico – culturale..
    vorrai forse dire che non ne sfruttiamo tutte le potenzialità?? Non si può pretendere tutto e subito, e non è solo promuovendo una mostra che si riqualifica o rilancia un Bene , quale quello di Padula. Hai ragione a dire che pochi conoscevano la Certosa prima dell’inserimento nel patrimonio universale dell’umanità e fornisci così un elemento fondamentale da cui partire per far sì che quando si dirà Padula, si penserà alla sua storia,alle testimonianze, all’ambiente circostante.
    Come si fa questo? Anche attraverso una mostra, come “le opere e i giorni”, ma soprattutto attraverso l’educazione e la trasmissione del senso di appartenenza ad una comunità. Una domanda, quando sei nella tua città (che a quanto leggo dovrebbe essere Campagna), la strada che percorri (io preferisco in genere dire la terra che calpesto) la senti tua?
    Se la risposta è si, allora dovresti capire cosa intendo: sentirsi padroni di quello che ci circonda, ci consente di rispettarlo..e nel caso specifico tutelarlo e poi promuoverlo!
    Ora la mostra “le Opere e i giorni” è una ottima occasione, per attirare l’attenzione, ma sapranno sfruttare l’occasione gli abitanti del Vallo di Diano? Ossia sono pronti?

    Evito di scendere in polemica, che ritengo inutile, in merito alle affermazioni relative alla maggiore conoscenza della certosa di Pavia. I luoghi comuni come li definisci tu, non sono tutti luoghi comuni, e ti ricordo che la classe politica incapace ed ignorante, l’abbiamo votata noi…
    E ancor più non condivido le affermazioni sul sud..e come disse qualcuno (chi era, mannaggia mi sfugge!).. siamo sempre a sud di qualcuno..
    Il terzultimo ed periodo del tuo intervento si commentano da soli.
    In merito al penultimo periodo preciso che la mia era una domanda non un’osservazione. Non devo dimostrare niente a nessuno, francamente perché avrei dovuto farlo con te.. sei tu un po’ aggressivo direi. Riguardo alla nota bene di precisazione, che dirti:no comment.
    Sempre col sorriso sulla mia faccia da pizzichi, ti saluto Manu

    P.s. Tonelli non dire che sono sempre la solita.. e che ho la fissa del senso di appartenenza al territorio!:-P

  9. Gent.ma:
    1°)in primis Manu,poteva stare anche per Manuele o Emanuele…

    2°)Per quanto riguarda la mia “precisazione”, se non la ritenevi “essenziale”,perché hai inviato un commento? Strano!?!Per disperdersi in chiacchiere inutili? Scopo che hai raggiunto appieno…complimenti!

    3°)E insisto…del mio intervento,anche se come dici,che in parte lo condividi,nelle tue affermazioni o “lezioni” come dir si voglia…continui a fraintendere. Nel momento in cui cito finanche architetture industriali (ex Tabacchifici ed ex Fabbriche di pomodori…e la lista non finisce quì e ci metterei ex Centrali elettriche,ex antichi Pastifici “Maccarunere”,ex Creterie con forni,ex Cartiere,e finanche le “Carcare” dove si faceva la carbonella con le famose fascine,etc.,etc.)le metto,come testimonianza di attività umane(passate e recenti),tra i Beni Culturali di immenso valore. Un valore demo-antropologico,che variava, e varia, da comunità a comunità(simile ma diverso)sullo stesso piano dei “grandi” monumenti, dei “grandi” complessi conventuali (di cui Campagna,per es. conserva,quasi tutti gli ordini monastici,dai Domenicani ai Cappuccini,dalle Clarisse agli Osservanti,etc.).

    Queste cose,prima di dichiararle,si prega di afferrare i contenuti di ciò che una persona scrive.Queste cose cara Manu,devi dirle al nostro “caro” Stato Italia (lo Stato che decide…non a semplici cittadini,come noi). Sono loro che servendosi di gente “esperta,sensibile e competente” (sic!)e/o delle Soprintendenze ai B.A.A.A.S.(brava gente),solo nella “ricostruzione” post sismica del 23-novembre 1980,in Campania e Lucania(che costò quasi tremila morti),hanno distrutto (abbattendo),centinaia di questi SEGNI: una ricchezza dialettale di inestimabile valore,unica e irripetibile. Distrutti,solo perché,dicevano, che non avevano nulla di storico o di artistico (il luogo comune come simbolo dell’arroganza dell’ignoranza al potere…che esiste eccome! e non solo al sud Italia,ma nell’intera Penisola!).Distrutti solo perché non era conveniente e non rappresentava un “investimento” ristrutturarli e risanarli.La demagogia politica galoppante era che “Bisognava dare le case alla gente” e non salvare vecchie mura “abbandonate” senza nessuna importanza…abbattendo comunque anche le vecchie case caratteristiche(altra testimonianza,di Achitettura “dialettale” come amava definrla Bruno Zevi).Case ancora abitate…solo perché abbattendole,e ricostruendole ex novo, si realizzava un guadagno in più dell’8%.Hanno distrutto ciò che il terremoto aveva risparmiato…sperperando centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire (anche soldi tuoi e miei)

    Cara Manuela. Quale Stato? Quale Cultura? Quale Politica? Quale Arte Contemporanea? Piuttosto,L’ITALIA E’ DA EVACUARE!!!!!!!!!

    Per fortuna,anche se con vent’anni di ritardo,si pensa ad un uso diverso e non perverso,di questi segni,di queste testimonianze: con idee progettuali di arte contemporanea (al di là della validità o meno degli artisti e/o dell’arte del presente in Italia,esposta in questi luoghi).Mostre,che non servono solo a valorizzare questi luoghi,a creare un richiamo turistico-culturale,ma anche e soprattutto a far scaturire un dibattito SERIO sull’Arte Contemporanea in Italia…un’Italia che non ha mai fatto, e non fa nulla,per i suoi artisti. Una volta usciti dalle Accademie…li abbandona al proprio destino…spingendoli nelle fauci di un sistema dell’arte moralmente discutibile…molto discutibile: un “Far West”,composto solo da un mondo privato,che fa bello e cattivo tempo…decidendo cos’è e cosa non è arte.

    Mi dispiace per te Manu…ma l’Italia,geograficamente…si trova a sud d’Europa…e purtroppo siamo sempre a sud di qualcuno (come disse qualcuno,mannaggia mi sfugge il nome…ed aveva ragione).
    Il Sud,terra di emigrazioni continue…dal 1860 in poi…fino ad oggi,non per scelta ,ma per bisogno. Quanta gente…quanti operai generici e specializzati…quanti insegnanti emigranti,quanti intellettuali…quanti artisti…quanti sogni.

    Per quanto riguarda la classe politica? E’ tutta la classe politica italiana,o politichese,e/o di delinquenti (salvo alcune eccezioni)che non è all’altezza della situazione ed è lontananissma dalle esigenze reali del paese. Classe politica che è lontanissima dalla gente. Gente che continua a votarla e che puntualmente viene delusa,offesa e mortificata.

    Ma adesso abbiamo Berlusconi…ci penserà lui ad arricchire l’Italia e tutti gli italiani.A voltarsi e ad “aiutare l’ultimo che è rimasto indietro”:quanta umantà!…quanta sensibilità!…con la ri-cementificazione sull’intera Penisola.Di sicuro qualcuno si arricchirà: la MAFIA!
    (n.b.la mafia…quella vera,e cioè quella che va dalla Sicilia alla Lombardia…e non quella del luogo comune).

    Ciao faccia da pizzichi.

  10. Gent.mo Angelo

    1)in primis Manu,poteva stare anche per Manuele o Emanuele..

    infatti avevo scritto che era un dettaglio…

    2°)Per quanto riguarda la mia “precisazione”, se non la ritenevi “essenziale”,perché hai inviato un commento? Strano!?!Per disperdersi in chiacchiere inutili? Scopo che hai raggiunto appieno…complimenti!

    Dal momento che le chiacchiere sono inutili come dici tu, perché continui a rispondere?

    3°)E insisto…del mio intervento,anche se come dici,che in parte lo condividi,nelle tue affermazioni o “lezioni” come dir si voglia…continui a fraintendere. Nel momento in cui cito finanche architetture industriali (ex Tabacchifici ed ex Fabbriche di pomodori…e la lista non finisce quì e ci metterei ex Centrali elettriche,ex antichi Pastifici “Maccarunere”,ex Creterie con forni,ex Cartiere,e finanche le “Carcare” dove si faceva la carbonella con le famose fascine,etc.,etc.)le metto,come testimonianza di attività umane(passate e recenti),tra i Beni Culturali di immenso valore. Un valore demo-antropologico,che variava, e varia, da comunità a comunità(simile ma diverso)sullo stesso piano dei “grandi” monumenti, dei “grandi” complessi conventuali (di cui Campagna,per es. conserva,quasi tutti gli ordini monastici,dai Domenicani ai Cappuccini,dalle Clarisse agli Osservanti,etc.).

    Scusami se insisto, ma non sei tu a considerare l’attività dell’uomo bene culturale..mi sembra che su questo punto, anche se sembra che la pensiamo diversamente, il concetto lo abbiamo compreso….
    Le mie poi non sono “lezioni”…

    Queste cose,prima di dichiararle,si prega di afferrare i contenuti di ciò che una persona scrive.

    Forse non avrò afferrato come dici tu.. o forse non era felice la tua espressione direi…

    Queste cose cara Manu,devi dirle al nostro “caro” Stato Italia (lo Stato che decide…non a semplici cittadini,come noi). Sono loro che servendosi di gente “esperta,sensibile e competente” (sic!)e/o delle Soprintendenze ai B.A.A.A.S.(brava gente),solo nella “ricostruzione” post sismica del 23-novembre 1980,in Campania e Lucania(che costò quasi tremila morti),hanno distrutto (abbattendo),centinaia di questi SEGNI: una ricchezza dialettale di inestimabile valore,unica e irripetibile. Distrutti,solo perché,dicevano, che non avevano nulla di storico o di artistico (il luogo comune come simbolo dell’arroganza dell’ignoranza al potere…che esiste eccome! e non solo al sud Italia,ma nell’intera Penisola!).Distrutti solo perché non era conveniente e non rappresentava un “investimento” ristrutturarli e risanarli.La demagogia politica galoppante era che “Bisognava dare le case alla gente” e non salvare vecchie mura “abbandonate” senza nessuna importanza…abbattendo comunque anche le vecchie case caratteristiche(altra testimonianza,di Achitettura “dialettale” come amava definrla Bruno Zevi).Case ancora abitate…solo perché abbattendole,e ricostruendole ex novo, si realizzava un guadagno in più dell’8%.Hanno distrutto ciò che il terremoto aveva risparmiato…sperperando centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire (anche soldi tuoi e miei)

    Ecco vedi qui concordo pienamente con te!

    Cara Manuela. Quale Stato? Quale Cultura? Quale Politica? Quale Arte Contemporanea? Piuttosto,L’ITALIA E’ DA EVACUARE!!!!!!!!!

    Andiamoci piano..

    Per fortuna,anche se con vent’anni di ritardo,si pensa ad un uso diverso e non perverso,di questi segni,di queste testimonianze: con idee progettuali di arte contemporanea (al di là della validità o meno degli artisti e/o dell’arte del presente in Italia,esposta in questi luoghi).Mostre,che non servono solo a valorizzare questi luoghi,a creare un richiamo turistico-culturale,ma anche e soprattutto a far scaturire un dibattito SERIO sull’Arte Contemporanea in Italia…un’Italia che non ha mai fatto, e non fa nulla,per i suoi artisti. Una volta usciti dalle Accademie…li abbandona al proprio destino…spingendoli nelle fauci di un sistema dell’arte moralmente discutibile…molto discutibile: un “Far West”,composto solo da un mondo privato,che fa bello e cattivo tempo…decidendo cos’è e cosa non è arte.

    Il richiamo turistico culturale? Perché secondo te i turisti andranno a Padula per la mostra?
    Secondo me no.. Sono d’accordo sul fatto che questa mostra crei un precedente e credo che proprio questa fosse la funzione dal momento che è un evento programmato con diverse edizioni..quindi ben venga, ma tra un’edizione e l’altra che si fa??? E’ questo secondo me il punto su cui battere quando si parla di riqualificazione .. non basta attrarre l’attenzione per un mese all’anno non trovi?

    Mi dispiace per te Manu…ma l’Italia,geograficamente…si trova a sud d’Europa…e purtroppo siamo sempre a sud di qualcuno (come disse qualcuno,mannaggia mi sfugge il nome…ed aveva ragione).

    Appunto.. per me non è da considerarsi come un problema stare a sud di qualcuno.. se non la smettiamo di ritenerci penalizzati daremo sempre la possibilità di essere additati come quelli che si lamentano .. il famoso assistenzialismo..BASTA!

    Il Sud,terra di emigrazioni continue…dal 1860 in poi…fino ad oggi,non per scelta ,ma per bisogno. Quanta gente…quanti operai generici e specializzati…quanti insegnanti emigranti,quanti intellettuali…quanti artisti…quanti sogni.

    Quanta gente è rimasta al sud per scelta, quanti operai lavorano alla giornata, quanti insegnanti operano in realtà difficili, quanti intellettuali sono attivi nella loro terra, quanti artisti …
    andare via talvolta è più semplice..

    Per quanto riguarda la classe politica? E’ tutta la classe politica italiana,o politichese,e/o di delinquenti (salvo alcune eccezioni)che non è all’altezza della situazione ed è lontananissma dalle esigenze reali del paese. Classe politica che è lontanissima dalla gente. Gente che continua a votarla e che puntualmente viene delusa,offesa e mortificata.

    Ma adesso abbiamo Berlusconi…ci penserà lui ad arricchire l’Italia e tutti gli italiani.A voltarsi e ad “aiutare l’ultimo che è rimasto indietro”:quanta umantà!…quanta sensibilità!…con la ri-cementificazione sull’intera Penisola.Di sicuro qualcuno si arricchirà: la MAFIA!
    (n.b.la mafia…quella vera,e cioè quella che va dalla Sicilia alla Lombardia…e non quella del luogo comune).

    Ti sei sfogato? In fondo credo che il mio “inutile”commento sia servito a qualcosa..

    🙂 manu

  11. Cara Manu,
    forse non mi sono spiegato bene..hai ragione. Per me non esiste oggi un problema “sud”. In passato si!Quando dal sud ero come quegli artisti e intellettuali che tu dici…che avevano scelto di vivere e lavorare in loco,senza “emigrare”,in piena “solitudine”.
    Per me,e non credo solo per “me”,oggi,esiste un problema Italia. Siamo arrivati alla frutta,come conseguenza di una politica scellerata che dura da olre 50 anni. Basti pensare che nel solo ambito artistico,non esiste ancora un Museo degno di essere denominato “Museo d’Arte Contemporanea”.Che paragone si può fare tra una città come Roma o Milano e città come,per es. Barcellona, Amsterdam,Berlino o Parigi
    o addirittura Telaviv (con tutta la guerra di aggressione che c’è in atto nei confronti della Palestina). Il confronto non regge.Se esiste qualcosa…grazie ai privati,come per es.il Museo Pecci di Prato.Spero che un Museo sull’arte contemporanea,degno di essere tale,nasca a Napoli…non per “campanilismo”,ma per dirla con il “triestino” Gillo Dorfles “…attualmente Napoli è da considerarsi la vera capitale dell’Arte e della Cultura…mentre Milano è la capitale dell’industra e del commercio…Roma è la capitale del Pontificato”. Napoli ha tutte le carte in regola per essere,e lo è,capitale dell’arte in Italia,ed una delle capitali internazionali.Sta riacquistando un significato che aveva perso da molti anni.
    Non un Museo,ma dieci,cento musei sparsi in tutta Italia…e poi una mostra o un museo o una Biennale o Triennale che dir si voglia,serve,soprattutto in zone”dimenticate” ad attirare l’attenzone dei più. Il problema,e sono d’accordo con te, è come garantire una continuazione,dopo una Manifestazione,piccola,media o grande sia. Non basta l’effimero.L’effimero è solo un momento promozionale, e nulla più. Occore un Progetto Politico-culturale ampio,pragmatico e completo intorno a una realtà territoriale complessa, in cui far convivere il Passato (la grande Storia…alla pari di quella minore),con un Presente rivolto al Futuro,in tutte le sue componenti operative,socio-economiche e culturali.Questo è possibile solo se si riesce a creare un rapporto vero e costruttivo,tra le forze artistico-culturali(serie),impreditoriali e una classe politica dirigente (seria)…altrimenti continueremo a raccontarci le barzellette e a fare satira…e forse sarà più “divertente”…amaramente “divertente”.

    E poi un’ultima cosa,cara Manuela…non spacciamo le critiche per “lamentele”. Pare che in Italia,non si possa più criticare qualcuno o qualcosa, che subito si viene descritti e tacciati come “lamentoni”. E’ un effetto dell’omologazione? Se così è…è triste…molto triste…e può essere anche pericoloso,per la difesa della nostra “libertà”.

    Non me ne volere.Sono un “guerriero” che non conosce la parola “resa”.

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