18 novembre 2008

fiere_resoconti Paris Photo 2008

 
Un mese dedicato alla fotografia. È la celebrazione annuale che le dedica Parigi. E il pivot della miriade di iniziative è la fiera, Paris Photo. Che quest’anno giunge alla 12esima edizione. Dopo l’Italia, ospite d’onore è il Giappone. Ma dal Belpaese qualcuno proviene: sono tre gallerie...

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Come ogni anno, Parigi a novembre si tramuta in capitale della fotografia. Il programma è talmente vasto e ricco che è difficile godere a pieno di tutte le iniziative. Seminari, incontri, e un ventaglio di mostre animano la città in modo trasversale, occupando spazi di varia natura, senza limitarsi ai luoghi abitualmente deputati alla cultura fotografica. Persino i quartieri si danno da fare per rientrare nella programmazione del Mois de la Photo e i cartelli con il logo sono presenti capillarmente a tener desta l’attenzione.
In questo fermento spicca la 12esima edizione di Paris Photo, la fiera della fotografia organizzata, proprio a metà mese, al Carrousel du Louvre. Si tratta di 86 gallerie e 21 editori che rappresentano 19 Paesi. Fiore all’occhiello del Mois de la Photo, la fiera vanta una elevatissima partecipazione internazionale, che costituisce addirittura il 78% degli espositori. La fiera è grande, frequentatissima e rumorosa: la coda alla biglietteria fa pensare alle mostre blockbuster.
È un continuo scambio tra cultura accademica e mercato dell’arte, fra tavole rotonde e appuntamenti mondani, in un momento in cui il confine tra questi aspetti è sempre più labile. Da tutto il mondo, Parigi attrae gallerie dedicate alla fotografia, invogliando esperti e amatori a riversarsi in città per tessere una rete di rapporti e scambi.
Sunil Gupta - Anokhi from Mr. Malhotra's Party - 2007 - courtesy Sepia International, New York
Appuntamento imperdibile per gli acquirenti e gli appassionati di fotografia, Paris Photo cerca di rinnovarsi di anno in anno variando la composizione delle gallerie invitate. Sono 37 i nuovi partecipanti dell’edizione del 2008, per la quale il direttore artistico, Guillaume Piens, ha voluto privilegiare progetti tematici e mostre personali. Purtroppo questa scelta non è sempre evidente e, camminando fra gli stand, si rischia a volte di restare un po’ delusi da allestimenti confusi e poco rigorosi. Di grande pregio è invece la scelta della galleria olandese Cokkie Snoei, che ha allestito l’intero stand con la mostra Exactitudes, composta dalla serie di fotografie di Ari Versluis & Ellie Uyttenbroek, tutte giocate su minime variazioni e sottili nuance. Altrettanto ben allestita, ma con un netto piglio storico, è la mostra La fotografia moderna ungherese 1919-1939 con una selezione di fotografi magiari presentati dalla Vintage Gallery di Budapest.
L’Italia, a cui l’anno scorso spettava il privilegio di ospite d’onore, è quest’anno presente con tre gallerie. Ascrivibili alla categoria di Progetti tematici specifici sono gli stand di Guido Costa Projects e Forma Galleria. Con Diario segreto, Guido Costa propone l’incontro tra due cronache private e intime, quella americana di Nan Goldin e quella ucraina di Boris Mikhailov. In Between, di Forma Galleria, mette invece a confronto le fotografie di cinque giovani artisti (Paolo Ventura, Daniele Dainelli, Lorenzo Cicconi Massi, Simona Ghizzoni e Andrew Zuckerman), le cui opere si situano in un limbo tra immagine reale e onirica. Brancolini Grimaldi, infine, presenta un allestimento collettivo, esponendo i lavori recenti di Jackie Nickerson della serie Faith.
Nan Goldin - Guido and his mother, grandmother and shadow - 1999 - c-print - cm 102x70 - courtesy Guido Costa Projects, Torino
È il Giappone l’ospite d’onore di quest’edizione di Paris Photo. Primo tra i Paesi dell’Asia ad aver adottato la fotografia negli anni ’50, il Giappone si è imposto con uno scenario fotografico unico e interessante, in grado di suscitare oggi un interesse internazionale crescente. Paris Photo intende fornire, con pochi esempi mirati, un panorama il più esaustivo possibile sulla fotografia giapponese dagli esordi fino agli sviluppi odierni.
Punta di diamante per quanto riguarda il Paese d’onore è lo Statement, ovvero l’insieme di otto gallerie nipponiche invitate a presentare la creatività della generazione emergente di fotografi giapponesi. Tutte di Tokyo, a eccezione di The Third Art Gallery di Osaka, queste gallerie mostrano la ricchezza della produzione giapponese oggi, in una varietà di risultati espressi da 17 fotografi, metà dei quali donne, nati principalmente tra gli anni ’60 e ’70. Si tratta di una generazione divenuta adulta proprio durante la bolla economica e cresciuta ai tempi della crisi dei valori giapponesi, propria degli anni ‘90.
Ben oltre i tratti comuni, pur sempre ravvisabili, spiccano le differenze e le individualità proprie di questi artisti che considerano la fotografia come un mezzo di espressione artistica, privilegiando il modo di guardare più che il soggetto scelto. Indimenticabili sono le fotografie di mare di Nobuo Asada, scattate a Nord del Giappone, sempre nello stesso luogo, ma in diversi momenti del giorno e in diverse stagioni. Sono fotografie crude, molto forti e nitide, in cui la forza del mare sembra ipnotizzare lo sguardo. Angoscianti sono invece le fotografie di Nobuhiro Fukui, che rappresentano paesaggi urbani sapientemente inquadrati, ripresi nel buio della notte, tra mezzanotte e le tre. Sempre urbane ma molto più algide e distaccate, sono le fotografie di Naruki Oshima, capace di far brillare gli edifici e renderli vivi, pur sottolineando la freddezza delle architetture e dei materiali contemporanei.
Paolo Ventura - Winter Stories - 2007 - courtesy Forma Centro Internazionale di Fotografia, Milano
Di tono completamente diverso rispetto a tutte le altre fotografie presenti sono le opere di Tomoko Yoneda. Delicate e incisive al tempo stesso, sono giocate su un continuum di significati e sensi che si moltiplicano in una rete di rimandi senza soluzione di continuità. Si tratta di una serie di fotografie dal titolo Between Visible and Invisible, iniziata nel 1998: immagini in bianco e nero prese attraverso le lenti degli occhiali di eminenti persone storiche del XX secolo. Sono le lenti di Le Corbusier, Brecht, Freud, Hesse e Trotsky, tra gli altri. Ogni lente svela e ingrandisce quello che al portatore era più consono, con immagini scelte da un repertorio di simboli forti per quanto non immediati. È una serie volta a stabilire una relazione tra il visibile dell’immagine e l’invisibile della memoria del personaggio storico evocato, con lo scopo di creare una nuova immagine, grazie alla combinazione di questi due elementi.
Affiancano questa panoramica sulla fotografia giapponese del XXI secolo le fotografie presentate nel settore generale da gallerie internazionali, caratterizzate da un’attenzione alla fotografia nipponica emergente. I video degli artisti giapponesi contemporanei, presentati dalle gallerie selezionate da Paris Photo 2008, sono esposti nella Project Room e completano così il quadro della fotografia nipponica, rendendo giustizia all’Ospite d’onore di quest’anno.

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paola de troia


*foto in alto: Nobuo Asada – A place where the sea is (particolare) – 1997 – courtesy The Third Gallery, Osaka

[exibart]

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