30 dicembre 2022

Equilibri instabili: Giuliana Balice alla Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna

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“Equilibri instabili” la mostra personale di Giuliana Balice a cura di Italo Tomassoni, inaugura il 14 gennaio alla Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna

Ingresso della Fondazione Sabe per l’arte. Ph. Daniele Casadio, Ravenna

Inaugurata nel novembre 2021, a pochi passi dal MAR – Museo d’Arte di Ravenna, la Fondazione Sabe per l’arte, apre il nuovo anno presentando per la prima volta le opere dell’artista Giuliana Balice (Napoli, 1931), la cui ricerca si incentra sull’astrazione geometrica e affonda le sue radici nelle esperienze del Costruttivismo russo, del movimento De Stijl e dell’Arte Concreta.

La mostra si inserisce nel ciclo di appuntamenti con cui lo spazio prosegue la mission di porsi quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura. Le opere in mostra, sedici, muovono dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Dieci del Duemila restituendo il passaggio dalla figurazione naturalistica alle valenze percettive delle forme geometriche nella loro articolazione spaziale. 

Giuliana Balice, Senza titolo, 1971. Metacrilato trasparente e metacrilato nero opaco, 30×30 cm

Come è stato raccontato da Italo Tomassoni, curatore della mostra e autore della monografia “Giuliana Balice. Una geometria inquieta” (Skira, 2022), Balice prende distanza, negli anni Cinquanta, dalla raffigurazione naturalistica per approdare, negli anni Sessanta, al radicale trapasso che trasforma la varietà delle percezioni nella struttura ripetuta e costante di precise entità formali. Su questa via dell’impostazione di una corretta percezione visiva dello spazio attraverso il filtro della forma, si svolgono le ricerche di fine anni Novanta e dei primi anni Duemila.

Il titolo “Equilibri instabili” è stato scelto prendendo spunto da un ciclo avviato negli anni Novanta, rappresentato in mostra da un’opera omonima del 2001, proprio per indicare questa tendenza intrinseca allo sbilanciamento e alla dinamizzazione di linee e volumi. Accanto ad alcuni primi volumi del 1969 quali “Bianco verticale” e “Fluttuante” saranno presenti nel percorso espositivo alcuni bozzetti plastici di interventi paesaggistici concepiti nei primi anni Novanta e altre opere quali “Delfica” (1990), “Polluce” (2005) o “Allunaggio di un prisma” (2005) che spiccano per i rimandi eccentrici ed enigmatici. La praticabilità materiale dello spazio per forme pure è il progetto alla base del lavoro di Balice che mira a eludere il disordine percettivo proprio dell’esperienza ordinaria. Sono soprattutto i lavori realizzati tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila a orientarsi in questa direzione, grazie anche all’impiego sistematico di materiali industriali quali l’acciaio, l’alluminio, il metacrilato, il plexiglas o il legno verniciato: materiali variamente riproposti nel tempo che danno corpo a proiezioni volumetriche e oggettuali volte a determinare la loro stessa presenza nell’ambiente, non per affermare verità altre, ma per ricucire un’ipotetica unità tra esistenza e forma, tra creatività e mondo.

Giuliana Balice, Equilibrio instabile – Una torre per Olimpia, 2001. Legno verniciato, 182x34x80 cm

Fin dalle pratiche giovanili l’artista ha mantenuto una coerenza formale e poetica concentrata sull’esigenza primaria di rapportare l’eleganza e la compiutezza del lavoro grafico con la proiezione volumetrica delle realizzazioni oggettuali e plastiche sullo spazio ambientale. La determinazione di un campo esperienziale per dislocazioni di moduli e volumi statici e dinamici, leggeri o pesanti, è infatti una delle costanti della sua ricerca. Le sue strutture tendono al dialogo con un certo minimalismo, ma si distaccano da quest’ultimo per la maggiore dinamicità e obliquità che spesso assumono.

La mostra, che proseguirà fino al 1 aprile con il patrocinio del Comune di Ravenna e del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, sarà accompagnata da un catalogo edito da Danilo Montanari e arricchito da altri eventi organizzati nel periodo di apertura della mostra.

Giuliana Balice, Delfica, 1990. Tondino di acciaio e legno verniciati, 205 x 150×40 cm

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