04 agosto 2020

I ‘Viaggi straordinari’ di Aldo Mondino a Villa Bertelli

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A Forte dei Marmi, a Villa Bertelli, più di 40 opere provenienti da una collezione privata toscana ripercorrono il rapporto tra Aldo Mondino e il viaggio sia fisico sia metaforico (fino al 26 settembre). Intervista a Valerio Dehò, curatore della mostra

Festa araba a Brera, cammello di nome Badoglio, 1985-86, Brera, Milano, Ph Archivio Garghetti Milano

A Forte dei Marmi, a Villa Bertelli, il 7 agosto inaugura l’antologica “Aldo Mondino. Viaggi Straordinari”, a cura di Valerio Dehò, realizzata in collaborazione con Archivio Aldo Mondino.

La mostra, promossa da Villa Bertelli con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi, «comprende oltre quaranta opere tra dipinti, sculture e lavori su carta, provenienti da un’importante collezione privata toscana. Un’intera sala è inoltre dedicata al tema della musica, molto caro all’artista e centrale nella sua produzione».

Qui sotto, oltre all’intervista al curatore, potete trovare anche due video storici che faranno parte del percorso espositivo, resi disponibili dall’Archivio Garghetti: un’intervista ad Aldo Mondino del 2002 e la performance dei Dervisci realizzata a Venezia nel 1993.

Aldo Mondino e il viaggio

«Centrale, nella ricerca di Aldo Mondino (Torino 1938-2005), è il tema del viaggio, inteso sia in senso fisico che metaforico. Viaggi straordinari che nascono dalla curiosità e dalla propensione alla scoperta, abbracciando culture differenti e mondi esotici, ma anche i tanti linguaggi dell’arte incontrati nel corso di un’intera esistenza», si legge nel comunicato stampa. 

«I suoi viaggi straordinari si sono spinti in Africa, nel bacino de Mediterraneo, ma anche in India, con l’esposizione a Calcutta, nel 2000, di alcuni lavori di grandi dimensioni. Spesso sono stati anche viaggi letterari, cioè occasioni nate da libri o autori che ha sempre amato, come Paul Bowles e Blaise Cendrars. È stato più volte ad Essaouira, in Marocco, luogo mitico in cui Orson Wells realizzò il suo impossibile Otello, ma anche nella terra dei Dervisci rotanti del Sufismo, con la loro danza dell’estasi. L’esotismo è per Mondino estremamente attraente: lo dimostra la serie dei tappeti dipinti su pannelli di eraclit, un materiale povero di matrice industriale. Opere che fanno ormai parte di una dimensione in cui l’arte trasforma la cultura e l’artista si appropria dell’universo di segni e di culture da cui si sente attratto», ha spiegato l’organizzazione. 

Aldo Mondino, Das meer, 1980, olio su tela, cm 115×140, collezione privata

Intervista a Valerio Dehò, curatore della mostra

Come è nata la mostra “Aldo Mondino. Viaggi straordinari”?

«Quando mi hanno proposto di fare una mostra a Villa Bertelli durante questa estate molto particolare, ho pensato subito a Mondino. Per me è stato uno degli incontri eccezionali nella mia storia professionale e nella mia vita, a Reggio Emilia nel 1997 la prima mostra che organizzai fu proprio “Mazel Tov”. Poi è stato un artista legato alla Versilia per le sue vicende personali non sempre fortunate, e il collezionista che ha messo a disposizione le opere abita a pochi chilometri da Forte dei Marmi. Un grande amico dell’arte e degli artisti come Luciano Baldeschi è stato un amico di Mondino già dalla stagione di Calice Ligure negli anni ’70 e con Egidio Giorgi ha prodotto nel 1992 quella “Mamma di Boccioni” che è una delle opere più conosciute dell’artista torinese. Mondino è stato un artista magnifico, intelligente e creativo come pochi, pittore ma anche artista concettuale sempre raffinato, basta vedere la sua interpretazione della “Maternità” di Casorati negli anni ’60».

Aldo Mondino, Dervisci, 2000, olio su linoleum, cm 80×60, collezione privata
Quale tipo di rapporto si delinea tra Mondino e il viaggio nel percorso espositivo?

«È stato un artista che ha viaggiato con la mente oltre che fisicamente. Nella sua villa ad Altavilla Monferrato la prima volta che lo andai a trovare mi colpì una borsa da viaggio in pelle nera a tracolla sempre pronta. Amava l’Africa e l’Oriente e la passione intellettuale era in lui pari al piacere di frequentare luoghi particolari, dove era possibile ancora scoprire persone e rituali lontani dalla noia borghese europea.
La mostra l’ho costruita come un doppio viaggio tra le culture e la storia dell’arte. Aldo Mondino ha fatto propria la tecnica letteraria della parodia, che è una forma di amore per ciò che si rilegge in chiave ironica e destrutturata. Da Albers a Giacometti, da Monet a Casorati la sua è stata una lettura della storia dell’arte personale. La sua creatività gli permetteva di “appropriarsi” di tutto, opere di altri autori, tecniche artistiche, oggetti comuni. Era lui stesso un’opera d’arte. Il suo dandismo è celebre, artisti raffinati e originali come lui non ne esistono più».

Come sarà articolato il percorso espositivo?

«Ho dato un senso cronologico e tematico nello stesso tempo. Non è una mostra antologica però è giusto dare dei motivi al pubblico per comprendere l’evoluzione dell’opera di Mondino. Nello stesso tempo vi è una sala dedicata ai lavori dedicati alla musica e una sala per i lavori tra gli anni ’70 e ’80 in cui riprende con la pittura l’effetto ottico e tattile della xilografia, tecnica che nella Mitteleuropa è stata molto frequentata. Molti titoli sono infatti in tedesco. Anche la copertina del catalogo e il manifesto della mostra sono riprese da opere di questo periodo. Poi sarà rifatto un tappeto di granaglie dal titolo Raccolto in preghiera realizzato la prima volta a Milano alla Rotonda Besana alla fine degli anni ’80».

Aldo Mondino, Ex Libris, 1979, olio su Tela, cm 100×145, collezione privata
Può descriverci brevemente la collezione privata a cui appartengono le opere esposte e che peso ha il nucleo dedicato a Mondino in questa collezione?

«È una collezione importante costruita in una trentina d’anni da un collezionista appassionato. Mondino ha un ruolo importante per la stretta collaborazione con l’artista, ma vi sono opere di Gina Pane, dell’Abramovic e della performing art. Adesso si sta arricchendo di lavori di giovani artisti come Laurina Paperina e Giuseppe Veneziano. Tra gli artisti storici si sta creando un nucleo importante di lavori di Carlo Nangeroni, pseudonimo di Charles John Nangeroni, artista italo-americano ancora da scoprire».

Aldo Mondino, Musica Parigi, 1974, olio su tela, cm 80×65, collezione privata

Può farci un “rapido ritratto” dell’Archivio Aldo Mondino? Quali aspetti della ricerca di Mondino sono ancora in attesa di essere indagati in profondità?

«L’Archivio è stato creato subito dopo la morte di Aldo il 10 marzo del 2005 e lo dirige il figlio Antonio. È stato pubblicato il primo volume del Catalogo generale due anni fa. La ricerca di Mondino è moto vasta, affascinante e sempre piena di soprese. Negli anni ’60 ha esposto con le principali gallerie del periodo da Sperone a Stein, da Mara Coccia a Giorgio Marconi. Ha creato anche installazioni luminose ed è stato un pittore straordinario. Questa sua unicità nel panorama contemporaneo ancora non è compresa».

“Aldo Mondino. Viaggi straordinari”
A cura di Valerio Dehò

In collaborazione con Archivio Aldo Mondino
Dal 7 agosto al 26 settembre 2020
Villa Bertelli
Viale Giuseppe Mazzini 200, Forte dei Marmi (Lu)

Inaugurazione: venerdì 7 agosto, alle 18.00
Orari agosto: dalle 17.00 alle 22.00 (è necessario contattare la sede della mostra prima della visita)
Orari settembre: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica ore 16.00-19.00. Ingresso libero
Per informazioni: info@villabertelli.it, segreteria@villabertelli.it, www.villabertelli.it
www.aldomondino.it

Archivio Aldo Mondino

«L’Archivio Aldo Mondino è stato costituito a Milano nel 2006 per volontà del figlio Antonio. Svolge attività di ricerca sulla vita e le opere dell’artista torinese, al fine di tutelare e promuovere gli esiti della sua intensa attività artistica. L’Archivio raccoglie, inoltre, ogni informazione relativa al suo operato ai fini dell’organizzazione del Catalogo Generale, di cui Allemandi ha pubblicato, nel 2017, il primo volume», ha ricordato il comunicato stampa.
Villa Bertelli, courtesy Villa Bertelli

Villa Bertelli

«Villa Bertelli è il centro culturale e artistico del Comune di Forte dei Marmi, un’interfaccia strategica per il turismo cittadino e per l’intera Versilia. Con un’esperienza decennale nell’organizzazione di mostre personali e collettive, la Villa ospita annualmente eventi dedicati all’arte, ma anche alla musica, alla storia, alla letteratura, al dibattito, allo sport, al sociale e alla scuola, che trovano il loro spazio all’interno e all’esterno della struttura, quotidianamente aperta al pubblico», ha spiegato l’organizzazione.

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