12 gennaio 2021

Studio Trisorio raddoppia: il nuovo spazio. Le parole di Laura Trisorio

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In via Carlo Poerio, a Napoli, il secondo spazio di Studio Trisorio, che tra nuovi progetti e mostre sarà dedicato all'approfondimento degli artisti della galleria. La Direttrice ci ha raccontato le novità

Studio Trisorio, gli spazio di via Poerio, ph Francesco Squeglia (part.), courtesy Studio Trisorio

Studio Trisorio, la storica galleria di Napoli, apre un secondo spazio in via Carlo Poerio 110, una “stanza delle meraviglie” che accoglierà opere storiche e nuove degli artisti della galleria in percorsi di approfondimento, progetti inediti, un videowall nella vetrina e presto avrà anche un giardino, come ci ha raccontato Laura Trisorio nell’intervista qui sotto.

Lo spazio, da pochissimo aperto senza clamore con una collettiva ancora in corso con dodici artisti, ospiterà presto una mostra dedicata alla fotografia con Stefano Cerio, Raffaela Mariniello, Martin Parr, Robert Polidori, Luciano Romano, tutti artisti della galleria.

Negli spazi della Riviera di Chiaia 215, invece, fino a fine gennaio prosegue la personale di Christiane Löhr (ne scrivevamo qui)e a febbraio sarà inaugurata la personale di Francesco Arena.

Laura Trisorio, ph Luciano Romano

Intervista a Laura Trisorio, Direttrice della galleria

La galleria raddoppia i propri spazi. Come è nata questa idea?

«Era da tempo che sognavo di poter avere un nuovo spazio dove allestire insieme le opere di tutti i nostri artisti. Lo abbiamo immaginato come una “stanza delle meraviglie” dove accogliere i collezionisti accompagnandoli alla scoperta del lavoro degli artisti in un percorso di approfondimento che permetta di esplorare contemporaneamente opere storiche e opere sempre nuove».

Studio Trisorio, gli spazio di via Poerio, ph Francesco Squeglia, courtesy Studio Trisorio
Come sarà il nuovo spazio e quale sarà la sua identità?

«La nuova sede in via Carlo Poerio 110, a pochi passi da Piazza dei Martiri, affiancherà gli spazi storici della galleria e funzionerà come showroom dove sarà possibile vedere esposte le opere di tutti gli artisti rappresentati dalla galleria, ma sarà anche uno spazio laboratorio dove far confluire diversi linguaggi espressivi e nuovi progetti.
Avremo anche a breve una vetrina su strada in cui sarà installato un videowall dove scorreranno le immagini delle opere, e in primavera sarà pronto un piccolo giardino dove rifugiarsi circondati dall’arte, un’oasi nel cuore della città».

Studio Trisorio, gli spazio di via Carlo Poerio, ph Francesco Squeglia, courtesy Studio Trisorio
L’apertura del nuovo spazio è avvenuta in sordina, con quale mostra il pubblico lo può scoprire? 

«Abbiamo aperto lo spazio in modo sussurrato, senza una vera e propria inaugurazione. Vogliamo offrire un’esperienza intima, non mondana, un rapporto diretto con le opere in un confronto silenzioso. In questo primo allestimento sono messi in dialogo i lavori di Marisa Albanese, Francesco Arena, Gregorio Botta, Fabrizio Corneli, Sergio Fermariello, Rebecca Horn, Alfredo Maiorino, Umberto Manzo, Steve Riedell, Lucia Romualdi, Mimma Russo, Francesco Vaccaro. Sono lavori molto diversi fra loro ma che trovano una straordinaria armonia nell’intimità accogliente del nuovo spazio».

Studio Trisorio, gli spazio di via Carlo Poerio, ph Francesco Squeglia, courtesy Studio Trisorio
Quali sono le mostre in corso alla Studio Trisorio e quali saranno le prossime, in entrambe le sedi?

«Negli spazi storici dello Studio Trisorio alla Riviera di Chiaia 215, dove continuerà il nostro lavoro di ricerca con le mostre personali, è in corso fino al 30 gennaio l’esposizione di Christiane Löhr, dove sono visibili i suoi ultimi lavori composti da elementi della natura, come fili d’erba, fiori, semi di piante, insieme a una straordinaria installazione realizzata con i crini di cavallo; a febbraio abbiamo in programma una mostra di Francesco Arena, che occuperà solo gli angoli della galleria.
Il prossimo allestimento nel nuovo spazio di via Poerio sarà invece dedicato alla fotografia, con opere di Stefano Cerio, Raffaela Mariniello, Martin Parr, Robert Polidori, Luciano Romano.
È una sfida che ci stimola ad avere nuove idee e a ripensare il nostro lavoro in una visione sempre legata alla nostra storia ma proiettata verso il futuro».

 

1 commento

  1. […] È in parte l’eredità della pittura americana degli anni ’40 e ’50, questo accumularsi dell’esperienza su un piano che non è però soltanto quello della superficie, ma coinvolge i piani laterali, quello posteriore. L’opera continua anche laddove non viene vista, sulla faccia che poggia contro la parete o negli interstizi tra una sagoma e l’altra che compongono il quadro. In questo senso, nello spessore dell’opera che è specchio della processualità del pensiero, si condensa anche tutta la sua misteriosità. Vale per le tavole assemblate di The Garden, 2015, Untitled (Pieces), 2020, Reeds, 2016, Strings #4, 2018, Diamond Painting (White), 2020, in cui la tela viene incollata alla tavola – tecnica adottata dall’inizio degli anni ’90 – e per i Folded-Over Paintings come Untitled (Mexico), 2019, Folded-Over Painting (Gray), 2012, Now That it’s Over, 2014 e Bed, 2020, serie avviata dalla fine dello stesso decennio, in cui la tela e il telaio vengono lavorati indipendentemente l’una dall’altro e poi assemblati, ma anche smontati, risagomati, rimontati: il telaio qui non è più sostegno dell’opera ma ne è elemento, contribuisce alla forma della tela che rimane però autonoma, rivela bozzi, accartocciamenti, pieghe. Il dipinto non è l’immagine appiattita sul supporto, ma è ciò che avviene attorno ad esso. L’inaugurazione della mostra di Steve Riedell a maggio è stata l’occasione per presentare al pubblico anche il nuovo spazio espositivo in via Carlo Poerio, di cui Laura Trisorio aveva ci aveva parlato in anteprima.  […]

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