21 febbraio 2020

Tomás Saraceno a Palazzo Strozzi, Firenze

di

A Palazzo Strozzi "Aria", la più grande personale di Tomás Saraceno in Italia, interamente realizzata con opere site specific, tra arte e attivismo. Fino al 19 luglio

Saraceno Palazzo Strozzi
Tomás Saraceno, Aria, installation view, Palazzo Strozzi, 2020, ph SC, courtesy l'artista e Palazzo Strozzi

A Firenze, a Palazzo Strozzi, domani, 22 febbraio aprirà al pubblico l’attessima “Aria”, la più grande personale di Tomás Saraceno (1973, Argentina) in Italia, interamente realizzata con opere site specific e curata da Arturo Galansino.
L’abbiamo visitata in anteprima con Saraceno e ve la raccontiamo, ma senza troppi spoiler, con le parole dell’artista.

“Aria” è un percorso serrato, intenso, emozionante, esteticamente riuscitissimo e capace di rigenerarsi continuamente e di non chiudersi mai in se stesso e di aprirsi a raggera su temi fondamentali della contemporaneità, unendo arte e attivismo.
Grazie all’allestimento la mostra si pone come primo agente (o opportunità) di riflessione e  cambiamento, perché invita i visitatori a una consapevolezza del proprio essere in rapporto con l’equilibrio del pianeta e sviluppare stili di vita compatibili con esso.

Il percorso espositivo a Firenze: Saraceno tra Palazzo Strozzi e Fuorimostra

Il percorso espositivo della mostra di Saraceno parte dal cortile di Palazzo Strozzi, si articola in una decina di stanze e prosegue idealmente in altri luoghi di Firenze, alla Manifattura Tabacchi, dove si svolge il programma del Fuorimostra Aerocene Flights. Grande importanza assume, infatti, il programma degli eventi collaterali, che punta a portare al pubblico stimoli volti a un reale cambiamento nei confronti delle tematiche ambientali.

Ad aprire la serie di appuntamenti sabato 22 febbraio, alle 15.30 al Cinema Odeon, la prima proiezione del film Flying with Aerocene Pacha che racconta l’omonima impresa di Saraceno e della comunità Areocene a Salinas Grandes, Jujuy, in Argentina, con cui il 28 gennaio scorso Leticia Marquès ha segnato sei record, volando per 2,5 chilometri con un pallone mosso solo dall’aria e dal Sole, senza l’utilizzo di combustibili fossili, pannelli solari, batterie o elio.

In mostra con Saraceno

Abbiamo scelto sei parole chiave che Saraceno ha utilizzato nel tour dell’anteprima stampa, da tenere a mente per entrare nello spirito della mostra a Palazzo Strozzi.

Aerocene
È uno dei concetti chiave della ricerca di Saraceno, un suo neologismo, è la nuova era auspicata dall’artista, unica via per salvare il pianeta dalla devastazione dell’antropocene: «è possibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia del comportamento. A tal fine è necessario lo sviluppo di ideali collettivi», ha dichiarato Saraceno, che attorno a questo concetto ha sviluppato anche i progetti legati al volo.
Aria
Dà il titolo alla mostra, scelto perchè è ciò che connette ogni cosa, un elemento necessario condiviso tra tutti gli esseri viventi, eppure minacciato in modo molto grave dall’inquinamento.
Una delle opere più poetiche della mostra, nella seconda sala, porta il visitatore a riflettere ad avere coscienza di tutti quei movimenti che compie senza farci caso e senza pensare che hanno delle conseguenze: Sounding the Air, è un’installazione immersa nel buio, in cui cinque lunghi finissimi fili di seta di ragno sono fissati da una parte all’altra della sala, percepibili alla vista solo grazie alla luce dei faretti, che vengono messi in vibrazione dallo spostarsi dei visitatori nella sala producendo un suono reso udibile da un complesso meccanismo. In natura sarebbe il vento a far muovere i fili, qui sono i movimenti dei visitatori, un’opera “sottilmente interattiva”, come l’ha definita Galansino, non solo per il suo funzionamento, ma anche per la capacità di attivare la consapevolezza del visitatore.
Oscurità
È la dimensione in cui si svolge gran parte della mostra. «Ci sono sale piene di luce e altre in cui non si vede nulla, ci si scontra con la delusione di “non poter vedere”, di voler fotografare e non riuscire, si va a sbatter contro le parteti, si inciampa, si deve rallentare, cambiare la propria forma di vedere o di sentire. La mostra non è solo sulle arti visive, ma sul tentativo di captare il mondo con altre forme di percezione. I ragni non vedono il mondo, lo sentono attraverso forme di vibrazione, che sono molto più basse di quelle che noi sentiamo. In mostra l’occhio si deve abituare a un’altra realtà».
Thermodynamic Constellation
È la grande istallazione che accoglie i visitatori nel cortile interno di Palazzo Strozzi, realizzata grazie a Fondazione CR Firenze, e è composta da tre palloni che se liberati dagli ancoraggi e in determinate condizioni di temperatura possono salire fino a quaranta chilometri nel cielo.
«Queste sculture, queste sfere, ricordano che tutti stiamo volando su una navicella spaziale che è la Terra, ma ce ne dimentichiamo, così come di dimentichiamo degli altri essere viventi, passeggeri assieme a noi. Un invito per la visita alla mostra è di prestare attenzione a quali sono oggi i passeggeri di questo volo. Voliamo nell’universo e attraverso noi stessi, ogni giorno. Viviamo nell’antropocene, ma abbiamo ricevuto l’invito a fare le cose in forma diversa, dobbiamo provarci ogni giorno, questo atteggiamento è contagioso e la mostra stimola questo entusiasmo. Un esempio sono le nuove scelte plastic-free di Palazzo Strozzi e progetti che coinvolgono i visitatori, come la raccolta dei sacchetti di plastica che diventeranno un grande pallone», ha dichiarato l’artista.
Ragni
Quattro sale sono dedicate ai ragni e alle ragnatele, tema che Saraceno ha sviluppato con alcuni dei maggiori centri di ricerca del mondo, inclusa la NASA e pubblicato studi scientifici.
In mostra le note teche con gigantesche ragnatele elaborate da diverse tipologie di ragno, uno studio effettuato con i laser sullo sviluppo di una ragnatela e una struttura che permette a un piccolo ragno di tessere durante la mostra.
«Sono i ragni che vengono in casa mia, o sono io che abito il loro spazio? Ci sono sempre malintesi di questo tipo nel modo con cui spesso ci si relaziona tra esseri viventi e le forme di addomesticamento che molti esseri umani esercitano sugli animali. I ragni vivono sulla Terra da molto più tempo degli esseri viventi. Qui a Palazzo Strozzi, ad esempio, sulle scale ci sono altre forme di vita, come i ragni, chi sono i visitatori?», si interroga Saraceno.
1% = 50%
All’inizio della mostra alcuni video e slideshow raccontano le imprese di Sarceno nell’ambito di palloni volanti, che hanno condotto ai sei record di poche settimane fa.
Questi esperimenti fanno parte della ricerca di Saraceno per trovare nuove soluzioni rispettose dell’ambiente. Nel progetto del volo dei recorso, Flying with Aerocene Pacha, sono state coinvolte 22 popolazioni locali, richiamando l’attenzione sulla devastazione che sta provocando l’estrazione del litio, fondamentale per realizzare batterie: «Ci sono popolazioni in Argentina che soffrono e rischiamo moltissimo per la corsa all’estrazione del litio. Per una tonnellata di litio sono necessari due milioni di litri d’acqua e tutte le forme di vita vicine ai centri di estrazione vengono messe in pericolo. Lo stile di vita dell’1% dell’intera popolazione mondiale è responsabile del 50% dell’inquinamento globale, mentre ci sono persone con stili di vita rispettosi dell’ambiente e, ancora di più, interi popoli che vivono nel rispetto e nell’armonia con l’ambiente che sono minacciate dal sistema produttivo. Non c’è soluzione senza un cambiamento di abitudini».

Tomás Saraceno, “Aria”, Palazzo Strozzi, Piazza degli Strozzi, Firenze
A cura di Arturo Galansino
Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Studio Tomás S
araceno
Dal 22 febbraio al 19 luglio 2020 
Orari: tutti i giorni (inclusi i festivi), dalle 10.00 alle 20.00, giovedì dalle 10.00 alle 23.00
www.palazzostrozzi.org

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