13 maggio 2002

Alberto Burri Cretto di Gibellina

 
Una stradina tortuosa, bruciata dal sole, si snoda dall’autostrada verso l’interno del trapanese fino a condurci, dopo chilometri di desolata assenza umana, ad un cumulo di ruderi...

di

Un minuscolo cimitero sorveglia silenzioso quello che è rimasto di Gibellina, paese di circa 6000 anime, distrutto la notte tra il 14 e il 15 Gennaio 1968 da un terribile terremoto.
Considerate le disperate condizioni del centro abitato e delle località limitrofe, si abbandona subito l’idea di restaurare e ridare vita all’antico nucleo, e si decide di ricostruire altrove la Nuova Ghibellina. Gli abitanti superstiti, sistemati in baracche in attesa della nuova città, non cessano di recarsi ai ruderi, Gibellina fa sempre parte del loro presente.
Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina incontra l’artista Alberto Burri, e nasce l’idea di realizzare un grande cretto, il grande Cretto di Gibellina nell’area devastata dal sisma. Un quadrilatero irregolare, gettato come sudario sui resti della città morta. Un omaggio alle vittime, ma anche ai viventi, sradicati dal loro passato, dalla loro vita contadina.
Il cretto di Burri ricorda e simula la crepa del terreno causata dal terremoto, immortala il momento del disastro inserendosi in un paesaggio dal terreno brullo e incolto. Parte del centro distrutto è ora coperta da una delle più celebri (e estese) realizzazioni di Land-Art esistenti al mondo; una coltre di cemento bianco, che solo a distanza restituisce la percezione dei cretti di Burri. cretto di burriLa struttura asseconda la forma urbana con i suoi isolati e l’assetto viario, che possiamo ripercorrere, come un labirinto cieco che non porta a nulla, se non a restituire un inquietante senso di morte.
I cretti
La produzione di cretti inizia negli anni ’70. La tecnica di realizzazione richiede tempi di esecuzione piuttosto lunghi, e una grande attenzione nel momento finale in cui viene fissata l’immagine. Sono composti da una mistura di caolino, vinavil e pigmento.
Il cretto di Gibellina, ha chiaramente delle caratteristiche diverse, proprio per le sue dimensioni e l’inconsueta natura del supporto. Le macerie sono state raccolte in blocchi, alti circa 1,70 m, mantenendo invariata la struttura urbana degli isolati e delle strade principali, e ricoperte di cemento bianco.
Land Art
Intervento sulla natura, e nella natura, non a scopo edonistico e ornamentale ma per quello che potermmo definire una presa di coscienza dell’intervento dell’uomo su elementi che presentano un ordine naturale e che, da tale intervento, sono sconvolti e incrinati. […] Il risultato a cui si giunge non è è estetico, ma quasi esclusivamente intellettuale. (da Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell’arte d’oggi)
Bibliografia essenziale
La Monica, Giuseppe – Gibellina – Ideologia e Utopia – Palermo, 1981
Gibellina : utopia concreta / Mimmo Jodice … [et al.] ; a cura di Giovanni Chiaramonte – Milano – 1990
Costanza, Salvatore – I giorni di Gibellina; prefazione di Massimo Ganci – Palermo – 1980
Orestiadi di Gibellina ’91 : 10. edizione : Musica, 22-28 luglio – Milano – 1991
Serafini, Giuliano – Burri – Art & Dossier, Milano – 1991

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Daniela Bruni

Progetto editoriale a cura di Daniela Bruni

[exibart]

3 Commenti

  1. in ci sono stata al cretto di Burri
    in agosto con il sole e i colori della sicilia tutt’intorno con il bianco del cretto spaccato dalle crepe sembra di vederle ancora passare le ombre degli abitanti di quel posto

  2. Beh!
    Con quel cialtrone di massimiliano tonelli in giro… qualsiasi notizia su questo sito mi sembra ridicola!
    Ciao a tutti
    e buon chianti discount

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