20 dicembre 2001

Egon Schiele Autoritratto con le braccia alzate

 
Schiele si ritrae in piedi, con le mani sollevate accanto al volto; una sostiene la tempia in un gesto di desolata e trattenuta disperazione. Gli occhi sono due macchie scure, livide, il viso è scarno, i capelli arruffati...

di

Egon Schiele
Autoritratto con le braccia alzate
, 1914
Gouache e matita, 48,4*32,1 cm, Collezione privata

Schiele si ritrae in piedi, con le mani sollevate accanto al volto; una sostiene la tempia in un gesto di desolata e trattenuta disperazione. Gli occhi sono due macchie scure, livide, il viso è scarno, i capelli arruffati, la bocca è piccola e rossa. La figura, rappresentata fino all’altezza delle ginocchia, è avvolta in una giacca di un arancione intenso e compatto, che copre quasi completamente il disegno a matita, confondendo i contorni delle maniche. Una maglia e dei pantaloncini corti, verdastri, lasciano le cosce nude.
Non c’è ambientazione, qui come in molti ritratti dell’artista. La figura si staglia da uno sfondo completamente spoglio. L’uomo è isolato dal contesto, da qualsiasi contesto. E’ solo nel suo sgomento, nella sua disperazione. Il colore della giacca non è altro che un grido nel silenzio ed ha la sua eco nello sguardo, nell’espressione del volto, nelle mani che elevano il grado di drammaticità, incapaci di contenere un sentimento che sta per esplodere.
Egon Schiele si ritrae ripetutamente, è un attento osservatore di se stesso, si scruta attentamente ed ama esprimere la propria personalità attraverso i gesti, gli atteggiamenti. Spesso si ritrae nudo. Spesso si ritrae in atteggiamenti erotici. L’artista si analizza minuziosamente, immerge il corpo nel vuoto per mettere in evidenza le spigolosità dei contorni, le pose e i movimenti sgraziati e nervosi. Osserva la sua immagine attraverso lo specchio, la spia nell’intimità dei gesti erotici. Non è ossessionato dal sesso, non vuole esorcizzarlo, piuttosto indaga le reazioni che provoca in lui, l’energia che imprime al proprio corpo. Dallo specchio si genera un alter ego, una figura mutevole, che si deforma, si contrae.
Schiele accoglie, in un primo momento, i presupposti della Secessione viennese. E’ grande amico ed estimatore di Gustav Klimt. I due pittori condividono, per un periodo, i medesimi orientamenti: riconciliare l’arte con la vita, creare un armonico equilibrio tra soggetto e decorazione. Da Klimt, Schiele desume il linearismo e il gusto per l’ornamento. Non troviamo però movimenti ondulati e sinuosi, ma linee spezzate, contorni spigolosi con un intento espressionistico. A partire dal 1910 Egon inizia a staccarsi dallo stile lineare e decorativo di Klimt, elaborando un proprio linguaggio artistico.
L’arte di Schiele e di altri artisti austriaci è definita espressionista, tuttavia non è possibile affermare che in Austria si sia formato un vero e proprio movimento espressionista. Kokoschka, Kubin, Gerstl, Boeckl e Schiele si esprimono attraverso un codice linguistico personale e autonomo, tra loro non c’è una comunione d’intenti o una ricerca figurativa univoca. L’elemento che collega Egon Schiele e i colleghi austriaci all’espressionismo europeo è la tendenza anti-impressionista. Tale atteggiamento si manifesta, stilisticamente, con l’adozione di un linguaggio figurativo violento, aggressivo in luogo delle evanescenti rappresentazioni impressioniste ed ha le sue radici nella situazione di forte disagio sociale, che investe l’Europa ormai prossima alla guerra.
La Secessione Viennese. Nasce a Vienna nel 1897 per iniziativa di un letterato, lo scrittore Ludwig Hevesi, un gruppo di artisti, tra cui Klimt, e gli architetti Olbrich e Hoffmann, ai quali, in un secondo momento, si unisce anche Otto Wagner. In linea con i fermenti europei, persegue il duplice obiettivo di diffondere una rinnovata sensibilità artistica in tutti gli aspetti della vita quotidiana e di aprirsi alle novità provenienti dall’estero. Nella poetica della Secessione gioca un ruolo fondamentale l’elemento ornamentale, la decorazione.
Note biografiche. Nasce a Tulln nel 1890. Dal 1906 al 1909 frequenta l’Accademia di Vienna. Nel 1907 conosce Gustav Klimt e la Secessione viennese. Nel 1912 partecipa a numerose esposizioni nazionali ed internazionali. Viene imprigionato per tre settimane, accusato di violenza su minori in seguito alla denuncia di una delle sue modelle. L’accusa viene ritirata, ma viene condannato a tre giorni di carcere per disegni immorali. Nel ’13 inizia a collaborare alla rivista “Die Aktion”. Due anni dopo si sposa con Edith Harms. Continua a partecipare a numerose mostre, e nel 1918, poco dopo la scomparsa di Klimt, partecipa alla mostra della Secessione viennese e ottiene un considerevole successo. Alla fine di ottobre del ’18, a distanza di soli tre giorni, i coniugi Schiele si spengono colpiti dalla febbre spagnola.
La tecnica. La gouache o guazzo è una tecnica pittorica il cui legante è la gomma e i supporti possono essere la carta, la tela e raramente il legno. Come nell’acquerello, i pigmenti colorati vengono sciolti nell’acqua, miscelati con il bianco opaco. E’ proprio la quantità di bianco impiegato nella miscela a determinare la tonalità del colore.

Bibliografia essenziale. J. Kallir, Egon Schiele. The Complete Works, Including a Biography and a Catalogue Raisonné, New York, 1990
K.A. Schröder, Egon Schiele. Eros und Passion, München-New York, 1995
Hoerschelmann (a cura di), Egon Schiele e l’espressionismo in Austria 1908-1925, catalogo della mostra, Milano, Fondazione Antonio Mazzotta, 2000-2001
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Daniela Bruni

progetto editoriale a cura di Daniela Bruni

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7 Commenti

  1. New, Young, British, Wave, Post ecc.
    Ma che bel castello nasce sotto l’ombrello della Comunication…di Londra…
    Vorrei anche qui a Kabul i new, young, british,wave, post…
    l’arte del futuro sarà s-comunication, mi attendo new poverty e new animality..tutti a Kabul!!! L’arte cinica corre dove può cibarsi!!
    W l’antropofagia!

  2. e già! Ma che strano confrontare qui la sensibilità di Maria con le parole di Rete. Certo nei paesi balcanici i presagi di guerra erano forti. Queste opere, che fanno riflettere, dovrebbero parlare a tutti …

  3. Cara o caro M,
    giustissime le tue parole…..”certo nei balcani i presagi di guerra erano forti. Queste opere, che fanno riflettere, dovrebbero parlare a tutti…..”
    Egon Schiele (1890 – 1918) anti-impressionista, fa parte dell’espressionismo che apre la bocca dell’uomo che urla la sua angoscia, che si propone di rivelare no l’esteriorità delle cose ma la coscienza interna dell’uomo, con le sue paure, e di mettere in luce i suoi complessi rapporti con il mondo esterno, la sofferta condizione esistenziale dell’uomo con figure sconvolte e straziate.
    Le immagini esprimono la tensione dell’artista, i colori valgono per i significati che possono suggerire.
    E’ una furiosa denuncia della società contemporanea priva di valori morali e spirituali.

  4. …meglio tardi che mai…il titolo originale dell’autoritratto è: Selbstbildnis mit erhobenen armen.
    Ciao e grazie per l’attenzione.

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