04 luglio 2003

Wassilij Kandinskij Coppia a Cavallo

 
Lo stile pointilliste e matissiano si combina con le suggestioni di leggende russe. In un’opera che si colloca ad uno snodo cruciale della produzione kandiskiana. A mezza via tra il fauvismo e gli albori dell’astrazione…

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La piccola tela Coppia a Cavallo di Wassilij Kandinskij rappresenta un cavaliere che stringe amorevolmente la sua dama tra le braccia, montando un cavallo vistosamente bardato; sullo sfondo si staglia una città dalle architetture orientaleggianti che si specchia con le sue luci sulle acque di un fiume, in un momento della giornata identificabile con un’alba o con un tramonto. La datazione dell’opera, 1906-1907, corrisponde al periodo in cui l’artista è già venuto a contatto con i Fauves (1905) ed in particolar modo con Matisse (1906); tale influenza è riconoscibile nella stesura del colore resa a tocchi separati che ha a sua volta origine dal Pointillisme di Seurat, sperimentato da Kandinskij già dal 1904. Il dato referenziale, pur essendo riconoscibile, è notevolmente essenzializzato: le foglie degli alberi sono diventate puntini, le cupole e i minareti in lontananza non sono altro che squillanti piani-colore, rialzando i toni del quadro che verterebbero altrimenti sulle gamme più scure del blu, del bruno e del nero. Poche pennellate definiscono i volti dei due personaggi: un tratto rosso brillante per il copricapo dell’uomo, il cui viso non è minimamente precisato. Nonostante ciò è ravvisabile il profondo sentimento che anima i due. Come osserva P.G. Tordella: “La pittura, realizzata con macchie differenziate, veniva a rivestire il colore di un significato autonomo rendendolo indipen dente dalla forma dell’oggetto“. Il merito va alla spiritualità che forma e
colore, anche in uno stato più puro e meno definito, instaurano con uno spettatore che abbia l’animo predisposto a questa esperienza: ciò costituirà anche la profonda differenza tra l’opera di Kandinskij con quella di Matisse. Come è noto, questo sarà il tema di tutta la ricerca kandiskiana che verrà affrontata, oltre che nei suoi quadri, anche nel libretto Dello Spirituale nell’Arte.
L’altra direttrice seguita da questa opera è l’interesse da parte dell’artista per il Medioevo russo con le sue fiabe e leggende. L’ attenzione a tale argomento gli era stata prematuramente instillata durante l’infanzia dalla zia materna Elisabetta Ivanova. Come ricorda lo stesso Kandinskij: “Debbo a lei il sorgere in me d’un grande amore per la musica, per le fiabe, poi per la letteratura russa, e per la profonda natura del popolo russo”. In fondo, la sua predisposizione ad uno stile bidimensionale e pointilliste è rintracciabile anche nell’antica arte russa, con i suoi mosaici, la sua pittura di vetrate e le sue icone, che sicuramente l’artista aveva conosciuto durante i numerosi viaggi. L’interesse maturerà ulteriormente quando Kandinskij frequenterà la cerchia de Il Mondo dell’Arte di Ivan Bilibin e Nikolaj Rerich. Dunque, la determinazione ad indagare le ragioni e le origini del fare artistico, che si evince da questo quadro, sarà una costante del suo percorso, anche quando giungendo all’astrazione, egli risalirà allo studio del disegno infantile come forma primordiale dell’esperienza estetica umana.

biografia
Kandinskij nasce a Mosca nel 1866, dove frequenta anche l’università, conseguendo la laurea in legge e in sociologia. Da sempre attratto dall’arte e dalla musica, nel 1896 si reca a Monaco per studiare pittura. Nel 1908-9 è a capo dell’Associazione dei Nuovi Artisti da cui nel 1911 si svilupperà il Cavaliere Azzurro. In questi anni il suo stile subisce una progressiva e radicale trasformazione, passando da una matrice espressionista fino alla totale e completa astrazione delle forme con l’acquarello del 1910, intitolato Composizione I o Improvvisazione. A questo periodo risale anche la sua relazione sentimentale con la pittrice Gabriel Münter. Durante la guerra compie numerosi viaggi finchè nel 1921 ritorna in Germania e l’anno dopo è nominato professore alla Bauhaus di Weimar. Nel 1924 fonda con i suoi colleghi il gruppo dei Quattro Azzurri. Nel 1933 la Bauhaus viene chiusa dai nazisti e Kandinskij si trasferisce in un sobborgo di Parigi dove muore nel 1944.

bibliografia essenziale
V.E. Barnett, Kandinskij Watercolours. Catalogue raisonnè, 2 voll, Londra 1992-1993.
W. Grohman, Wassilij Kandinskij. Vita e opere, Milano 1959.
Ph. Sers (a cura di), Kandinskij. Tutti gli scritti, Feltrinelli, Milano 1973.
P. G. Tordella, Kandinskij, Electa, Milano 1982.

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Wassilij Kandinskij, Coppia a Cavallo (Reitendes Paar), 1906-1907
olio su tela
50,5 x55 cm
Monaco, Städtische Galerie im Lenbachhaus



marina valentini

progetto editoriale a cura di daniela bruni

[exibart]

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