04 giugno 2011

E’ nato prima l’uovo o la gallina? Non si sa, ma di sicuro è “Nato a Venezia”!

 
I protagonisti del paradosso retorico divenuto proverbiale nell’immaginario collettivo sono gli strumenti di cui l’artista Koen Vanmechelen si servirà per realizzare uno spettacolare quanto inconsueto esperimento da laboratorio, intenzionalmente ideato per Venezia…

di

Il pensiero e la ricerca alla base dello stupefacente evento Nato a Venezia presso Palazzo Loredan a Venezia, rendono labili i confini tra arte e scienza, ambiti così apparentemente distanti ai più, ma che Koen Vanmechelen  (Sint-Truiden, Belgio, 1965) pone in reciproca relazione nel tentativo di rispondere a quesiti fondamentali sull’esistenza considerando Venezia il posto più idoneo per realizzare le sue sperimentazioni.

La sua storia inizia nel 1989, quando Vanmechelen intraprende la sua ricerca personale con un progetto work in progress, il Cosmopolitan Chicken Project (CCP), attraverso cui porta avanti una serie di sperimentazioni d’incroci tra razze di galline provenienti da diversi Stati, arrivati a ben 14 nuove ibridazioni, con l’ambizioso tentativo di creare una nuova razza, una gallina universale “Superbastard”, frutto dell’incrocio di tutte le razze di galline esistenti nel mondo. Il progetto, che è il cuore della ricerca artistica e scientifica di Vanmechelen, si divide in quattro sotto progetti: Virtual crossing, Sperimental crossing, The Walking Egg e The Accident. Sembra quasi un’ossessione quella per le galline, che risale in realtà alla sua infanzia, visto che uno dei primi regali ricevuti da bambino fu un incubatore per pulcini. Un ironico appello a tutti i genitori: i giochi possono influenzare in modo irreversibile le vite future dei vostri pargoli, ma l’artista confessa di aver sempre sognato di diventare un artista più che uno scienziato o un contadino.

Alla domanda sul perché abbia scelto di lavorare sulle galline e perché proprio a Venezia, Vanmechelen risponde: “considero i polli come una sorta di metafora dell’essere umano che via via si incrocia con altri polli o simili, fino a creare un melting pot che rappresenta un po’ il mondo in cui viviamo; pertanto Venezia è il posto più idoneo ad accogliere la mia sperimentazione perché come si intuisce chiaramente dall’affascinante architettura lagunare, è sempre stata un crocevia di rotte, e si è mescolata con tutte le culture che sono approdate in essa, influenzandola notevolmente. Proprio attraverso questi incroci, indago i concetti di diversità sia quella prettamente biologica sia, in maniera più estesa, culturale, per riflettere sulla mescolanza, sul cosmopolitismo e la commistione”.

Kvm01-NAV06 Nato a Venezia, 54th biennial of Venice, 2011, ©Koen Vanmechelen

Una curiosa poetica artistica, quella su cui Vanmechelen si concentra con l’ausilio di studi genetici e allevamenti di nuove razze. Tutte le sue ricerche partono ad ogni modo dai due elementi simbolo della riproduzione della vita umana e del processo di nascita e riproduzione. L’uovo e la gallina, appunto, che stavolta nasceranno a Venezia!

Una sperimentazione che verrà tradotta in una singolare occasione che si configura come evento collaterale alla Biennale, dove sarà coinvolto un gruppo di ricercatori, scienziati e analisti che collaboreranno ad un’unica grande opera/installazione chiamata non a caso, Nato a Venezia.

L’esperimento è magistralmente coordinato e dislocato in molteplici postazioni. Prima di tutto, in una sala accanto alla libreria storica di Palazzo Loredan a Venezia, è collocato un incubatore che in circa sei mesi darà alla luce una nuova specie chiamata Mechelse Fayoumi, un incrocio di Mechelese Silky(ovvero la 14esima generazione nata dal CCP) e la Fayoumi, una razza egiziana, sotto il vigile controllo della scienziata Ines Dewulf che svilupperà uno studio antropologico e analizzerà i possibili risvolti sociali del progetto.

Sempre a Palazzo Loredan, i volti dei pulcini neonati saranno studiati simmetricamente da Piet Stinissen, professore in Medicina dell’Università di Hesselt,  mentre un biologo confronterà un gruppo di popolazione veneziana con uno del National Park Hoge Kempen in Belgio, individuandone le diversità salienti.

 In seguito partirà la seconda parte del progetto che coinvolge la sede distaccata olandese dell’Università Aperta della Diversità, nello spazio intellettuale dello studio dell’artista, sempre collegato e supportato anche economicamente, come dichiara lui stesso, da un network di Università internazionali, Istituzioni e professionisti. 

Kvm01-NAV06 Nato a Venezia, 54th biennial of Venice, 2011, ©Koen Vanmechelen

Sul ruolo del pubblico l’artista dichiara che “lo spettatore sarà di fondamentale importanza, potrà seguire in tempo reale il processo, interagendo continuamente con gli esperimenti attraverso una serie di computer collocati nella stessa biblioteca. Due schermi in due sale vicine, trasmetteranno in streaming i neonati e i due esemplari della nuova generazione ibrida. Inoltre, saranno realizzate le fotografie dei visitatori e analizzate scientificamente per lo studio della somiglianza e diversità dei visi”.

E sul rapporto con l’arte e la città di Venezia Vanmechelen afferma che “l’arte è un linguaggio multimediale, infatti spesso ricorro a molteplici linguaggi per realizzare le mie opere: video, fotografia, le installazioni, pittura e disegno; ovviamente sempre interconnessi alla gallina e all’uovo”. “Il ruolo centrale del mio operare artistico- aggiugne l’artista– è riservato alla scultura, soprattutto il vetro con cui ho lavorato negli ultimi 15 anni, come il tipo “soffiato” di Murano in particolar modo, quello manipolato all’Adriano Berengo Studio, utilizzato anche in alcune mie sculture, unitamente a vetri provenienti da vetrerie di altri Paesi”.



A tal proposito, come secondo grande progetto, interamente dedicato all’arte contemporanea e al vetro prodotta da Venice Projects, proprio durante la mostra Glasstress 2011 a cura di Peter Noever, sarà esposta una sua grande scultura in vetro e ferro nel contesto delle installazioni site-specific in interno ed esterno.

Inoltre, l’instancabile artista-scienziato Vanmechelen si occupa attualmente anche di un progetto orientato socialmente chiamato The Cosmogolem: una grande scultura di legno diventata il simbolo internazionale della lotta a favore dei diritti dei bambini.


a cura di gemma pranzitelli

Dal 4 giugno al 27 novembre 2011


Nato a Venezia, personale di KOEN VANMECHELEN


evento collaterale della 54a Esposizione Internazionale


a cura di Peter Noever


prodotta da Venice Projects


Palazzo Loredan, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti


Campo Santo Stefano 2945, 30124 Venezia


Adiacente a Palazzo Cavalli-Franchetti sede di Glasstress 2011 di Venice Projects


Info: +39 041 7394543 / +39 041 5276364


ufficio stampa Atemporary Studio, Studio Giornalistico Associato di Samantha Punis e Giovanna Felluga via Tor San Piero 14, 34135 Trieste, Italy / mob +39 339 5323693, mob +39 328 417441 / mail info@atemporarystudio.com / sito www.atemporarystudio.com



Dal 3 giugno al 30 novembre 2011


Glasstress 2011


Palazzo Cavalli Franchetti, adiacente a Palazzo Loredan


campo Santo Stefano, 2942 (Palazzo Franchetti)


041 24077111 FAX 041 5210598


Biglietto: € 10 valido per le due mostre


ingresso unico  dalle ore 10:00 alle 18:00, chiuso lunedi’

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui