21 ottobre 2005

exibinterviste – la giovane arte Moio&Sivelli

 
Da Napoli a Londra (e ritorno) in buona compagnia. Eva, Suzana, Mouse, Apollonia. Erotic performer dai nomi mozzafiato per un work in progress che seduce. Vita, miracoli (e obiettivi) di Luigi Moio e Luca Sivelli…

di

Perché proprio l’arte?
Arte è condizione di vita. Come diceva il caro Giuseppe Desiato: “Non puoi fare la brava donna in mattinata e poi la puttana in serata!”.

Insieme da quando?
Ci conosciamo da sempre. D’estate andavamo ad Amalfi in vacanza con le nostre famiglie. Oggi il rapporto è più che un sodalizio: è un rapporto simbiotico. C’intendiamo al volo su tutto. Più che una scelta di vita precisa, diventare Moio&Sivelli è avvenuto naturalmente.

Che formazione avete?
Liceo artistico, Istituto d’arte e Accademia di belle arti di Napoli. Fondamentale per il nostro futuro una borsa di studio Erasmus in Andalusia, a Granada.

Come definireste il vostro lavoro?
Un work in progress. Una ricerca che parte dal vissuto e che via via si va precisando nei vari concetti. È un’analisi del contemporaneo intesa come “attraversamento” delle storie che appartengono a noi come ad altri.

Di quali linguaggi vi servite?
Fotografia e video. Ma spesso lavoriamo anche ad installazioni dove gli oggetti usati nei video sono contestualizzati in altre dimensioni. Nel nostro lavoro è presente un gioco di rimandi continui che ne dilata i tempi.
Moio&Sivelli, Stop staring at me like that,2005 - stampa metallica su alluminio gommato
Influenze. Quali gli artisti che avete amato?
Matthew Barney, Jeff Koons, Bill Viola.

Tutto qui?
No. Ci sono anche Giuseppe Desiato, Ornella Vanoni e Raffaella Carrà.

Un pregio e un difetto?
Il rigore formale, che è importante ma che può anche diventare una vera e propria mania. Un’arma a doppio taglio: “confezionare” perfettamente un lavoro può trasformarsi in tormento.

Persone che contano in relazione a ciò che fate?
Difficile menzionarne solo una. Sicuramente l’erotic performer inglese Mouse, che riesce sempre a dare corpo alle nostre idee con uno straordinario coinvolgimento e… senza perdere colpi! Poi ci vengono in mente Suzana, Apollonia, Eva, Annarita, Giovanna. E la nostra Adriana love.

Beh, complimenti…
Sì, tutte splendide fatine pronte a sfoderare la loro bacchetta magica in nome dell’arte!

Come vivete il rapporto coi galleristi?
Pensiamo sia di fondamentale importanza costruire un rapporto basato sulla fiducia e la stima. L’incontro con Memmo Grilli della galleria Blindarte ci ha entusiasmato: è una persona intraprendente ed audace, lavorarci è un vero piacere. Appartenendo alla stessa generazione, viviamo quella comune “disposizione al rischio” che appartiene al nostro tempo.
Moio&Sivelli, Ensnaring, 2005 - immagine della performance
E con la stampa?
Beh, le critiche sono sempre costruttive. Possono esserci dei livelli di lettura che ci sfuggono, per questo anche dalla “negatività” cerchiamo di prendere qualcosa. In particolare, una volta –su Exibart!!!- hanno definito la nostra arte più goliardia di stampo partenopeo che altro. Evitiamo di fare nomi, ci pare poco carino. Ma prima o poi contiamo di conoscerlo di persona, questo simpatico ragazzo!

Qualcuno che invece conoscete già e stimate?
Luigi Giovinazzo, Stefano De Stefano, Anita Pepe, Luca Marconi, Eugenio Viola. Tra i curatori, Gigiotto Del Vecchio.

Dov’è che lavorate?
Di solito raccogliamo materiale video e fotografico a Londra, dove abbiamo vissuto per circa quattro anni. Lì abbiamo fatto la conoscenza della nostra cara Mouse e delle altre performer.

Insomma, il vostro è un lavoro che “prende corpo” a Londra…
Esattamente. Ospiti delle performer, viaggiamo per brevi ma anche lunghi periodi di “ristoro mentale”. Poi si torna in Italia dove organizziamo il tutto vagabondando tra Napoli e il casertano, dove puoi lavorare in tutta tranquillità. Il posto è grande, luminoso, ben ventilato e con pochi mobili, perfetto per realizzare gli oggetti per le installazioni.
Moio&Sivelli, Whatever you like!, 2003 - still da video
È quello il vostro studio?
No, in realtà lo studio per eccellenza è molto più piccolo… È il nostro laptop, al quale non possiamo rinunciare in nessun modo e con il quale ci spostiamo nelle varie location. Per noi non esiste un vero e proprio “solito posto”: di ognuna delle diverse città cerchiamo soprattutto l’humus e lo humour.

Quale la vostra mostra migliore?
La mostra migliore è sempre la prossima…

Risposta banale…
Sì, ma non quando le altre sono state splendide. In particolare, la personale alla Blindarte contemporanea lo scorso maggio, con la performance di Mouse e la partecipazione recentissima alla Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo. Due occasioni “giuste” per mostrare il meccanismo a scatole cinesi che contraddistingue il nostro lavoro.

exibinterviste – la giovane arte è una rubrica a cura di pericle guaglianone

bio: Luigi Moio (Napoli, 1975) e Luca Sivelli (Napoli, 1974) vivono tra Napoli e Londra. Mostre personali: “Ensnaring”, BLINDARTEContemporanea, Napoli, 2005; “21 Woodgrange Avenue”. anteprima video, a cura di Memmo Grilli, Pinterrè, Napoli. Collettive, eventi: “Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo” , a cura di Gigiotto Del Vecchio, Castel Sant’Elmo, Napoli; “Videominuto pop” Kaleidoscope, anteprima video, a cura di Andrea Mi, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; “overview”, festa nazionale de l’Unità sui Beni Culturali, a cura di Luigi Giovinazzo, Villa Bruno, San Giorgio Cremano (Napoli); “Fair play”, Rassegna videoarte, a cura di Laura Carcano, Complesso di Santa Sofia, Salerno. “Decontesto”, salone della moda arte e design, Mostra D’oltremare, Napoli (2005); ARTISSIMA 10 vista dagli occhi di MOIO&SIVELLI, anteprima video, Lingotto fiera, Torino; “Any suggestion?”, a cura dell’Associazione culturale MOSI e del Comune di Amalfi e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (2003).

[exibart]


13 Commenti

  1. ho visto quella dei babà alla biennale di napoli, spiritosa, ma non l’ho capita…cmq l’arte può essere anche questo se c’è qualcuno che le dà credito! continuate a divertirvi

  2. e basta con queste coppie di artisti! ma che vi fa troppa fatica lavorare per conto vostro? le influenze citate, poi, sono a dir poco agghiaccianti…

  3. e basta con questo Chris Rotten! ma che ti pesa lavorare e impieghi il tuo tempo solamente scrivendo c……te su exib.?

    ma poveretto il tecnico di montaggio…

  4. Che dire…Moio&Sivelli uno spettacolo della natura,un mix di sensazioni e di emozioni tutte da vivere!Un saluto ai MIEI artsti.

  5. bhe..come sospettavo veramente FANTASTICO!!!non solo foto..soprattutto contenuti dai caratteri eclatanti, sono felice e lusinagto di aver conosciuto questi due splendidi Artisti!A presto!

  6. Resto in attesa di capire se oltre al fumo ci possa essere anche della sostanza! L’ironia è comunque una buona chiave di lettura della realtà, anche se come mezzo è stato ampiamente sfruttato…good luck!

  7. Ed invece per me c’è solo sostanza e niente fumo:questi artisti sono concreti e diretti,spinti dal desiderio di migliorarsi..In bocca al lupo per tutto,un affettuoso saluto:).

  8. Ho partecipato, insieme al mio collega Francesco Petricca, al video festival
    “video island” a Roma nel 2006 ed ho avuto modo di ammirare i lavori di Moio&Sivelli che purtroppo non conosco personalmente. Mi sento in dovere di precisare che il lavoro di questi due artisti oltre ad esser brillante ed ironico è qualitativamente superiore a quello di molti altri artisti italiani e ,mi duole dirlo, superiore a quello di molte persone che popolano la comunità di exibart che sono prive del benchè minimo senso artistico ed estetico. Spiace molto il saper che siamo circondati da “criticoni” che fan chiacchiere da bar dello sport invece di produrre qualcosa di nuovo, diverso dai continui richiami del pop, dal futurismo, dalla metafisica o dal ritratto femminile. Dobbiamo crescere e sviluppare un metodo realmente “personale”. Un plauso a questi due artisti che un preciso stile lo hanno trovato.

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