14 settembre 2023

Praemium Imperiale 2023: tra i vincitori Olafur Eliasson e Vija Celmins

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L’artista lettone Vija Celmins e l’islandese Olafur Eliasson sono tra i vincitori del prestigioso Praemium Imperiale 2023. Premiato anche l’architetto Francis Keré

Vija Celmins, Olafur Eliasson ©️ The Japan Art Association/The Sankei Shimbun

Sono stati annunciati vincitori del Praemium Imperiale 2023, il riconoscimento presentato dalla Japan Art Association e patrocinato dal principe Hitachi che, ogni anno, da 33 edizioni, consegna i “Nobel dell’Arte” in cinque categorie: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema. Nella categoria pittura, è stata premiata l’artista lettone Vija Celmins, mentre il premio per la scultura è andato all’islandese Olafur Eliasson, mentre Gli altri vincitori del Praemium Imperiale 2023 sono stati l’architetto originario del Burkina Faso Francis Keré, il compositore statunitense Wynton Marsalis e il regista teatrale Robert Wilson. A ognuno dei vincitori va un premio in denaro di 15 milioni di Yen, corrispondenti a circa 105mila euro. Tutti i vincitori vengono selezionati da liste presentate da consulenti di diversi Paesi, con comitati specializzati a Tokyo che effettuano la selezione finale

Lo scorso anno, il vincitore della categoria Pittura fu Giulio Paolini e non è stato l’italiano a essere inserito nella prestigiosa lista. Tra gli altri illustri italiani vincitori del Praemium Imperiale negli anni, ricordiamo Claudio Abbado, Gae Aulenti, Luciano Berio, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Riccardo Muti, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi.

Nata nel 1938 a Riga, in Lettonia, Celmins è nota soprattutto per le sue immagini minuziosamente dettagliate delle onde dell’oceano e del cielo notturno pieno di stelle. Dopo aver terminato il college d’arte negli Stati Uniti, nell’Indiana, all’inizio degli anni ’60, si iscrisse all’Università della California, a Los Angeles. In quel periodo si allontanò dalla pittura gestuale dell’Espressionismo astratto per realizzare dei ritratti meticolosi di oggetti nel suo studio, seguendo l’esempio di Giorgio Morandi. Durante gli studi diventò amica di Chuck Close e Brice Marden. Dopo gli studi trascorse un periodo a Venezia, fino al 1980, dipingendo e scolpendo. Tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, abbandonò la pittura e si concentrò sul lavoro con la matita di grafite, creando disegni altamente dettagliati. Dall’inizio degli anni ’80 in poi, Celmins si è concentrata sulle rappresentazioni di astri, costellazioni e oceani, utilizzando varie tecniche, in equilibrio tra astrazione e fotorealismo. Le opere di Celmins sono state esposte in mostre personali in tutto il mondo e nel 2018 è stata inaugurata una retrospettiva delle sue opere al San Francisco Museum of Modern Art.

Vija Celmins nel suo studio a Long Island, New York, maggio 2023 ©️ The Japan Art Association/The Sankei Shimbun

Olafur Eliasson è conosciuto per le sue opere a forte impatto emotivo e sensoriale. Lunghissimo l’elenco di commissioni di alto livello internazionali. All’inizio di quest’anno gli è stata commissionata la prima opera permanente all’aperto nel Regno Unito, un bacino d’acciaio di 30 metri riempito con acqua di mare, sulla costa di Silecroft, Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra. A marzo ha presentato la sua prima mostra personale nella regione del Golfo, in Qatar, incentrata sul cambiamento climatico.

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