05 settembre 2008

pre[ss]view_editori Silvana Editoriale

 
Una corsa sulla fascia lunga oltre sessant’anni. A partire da un coppia di amici del pallone e del libro, per arrivare a una casa editrice dal respiro europeo. Abbiamo intervistato Dario Cimorelli per il 60esimo anniversario di Silvana Editoriale...

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Cominciamo dal fondatore della stamperia, Amilcare Pizzi, un calciatore che s’interessa di libri. Correva l’anno 1914…
In effetti, oggi pensare a un passaggio dal calcio all’editoria è abbastanza difficile. Ma all’epoca, siamo all’inizio del Novecento, la situazione era diversa e la capacità imprenditoriale trovava con più facilità sbocchi sul mercato. Amilcare Pizzi fonda la sua prima azienda insieme a un centravanti olandese e comincia a stampare libri; si associa poi con il fotografo Pizio, perché all’epoca si cercava di coprire ogni esigenza, e sviluppa con attenzione il mercato. Porta le prime macchine offset in Italia nel ‘35 dagli Stati Uniti e diventa leader di mercato. Tutti i grandi illustratori dell’epoca lavorano con la Pizzi: Dudovich, Boccasile, Lenhart, Puppo, Patrone, lo studio Boggeri, lo studio Stile e il grande Eriberto Carboni, che di Amilcare era amico. Negli anni subito dopo la guerra arrivano Braque, Cocteau e gli artisti che vivevano sulla Costa Azzurra. Dagli anni ’60 e ’70 arrivano i grandi fotografi e i grandi libri di fotografia, di cui ricordo Ansel Adams, Richard Avedon, Mapplethorpe, Kudelka, per citarne solo alcuni. Questa attenzione alla qualità e questo rapporto con artisti, fotografi, editori, musei di tutto il mondo è la caratteristica dell’azienda tanto ieri e quanto oggi.
Giovanni di Piermatteo detto Boccati - Andata al Calvario - 1446-1447 - tempera su tavola - cm 40,2x73,5 - Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia
Nel ‘48 nasce Silvana Editoriale, dal nome e in ricordo della figlia di Amilcare. Però le pubblicazioni prendono il via tre anni prima, con un libro di Carrà su Giotto…

Furono create due case editrici, Amilcare Pizzi Editore e Silvana Editoriale d’Arte. I primi libri uscirono come Pizzi e poi, nel 1948, sessant’anni fa, nacque la casa editrice in memoria della figlia scomparsa prematuramente. Silvana Editoriale oggi è presente sul mercato con più di 400 novità all’anno, con un grande sviluppo in Europa.

La tua storia personale in Silvana? Quando e come arrivi? Con quale percorso?
Sono arrivato nel settembre del ‘94 chiamato da un amico, Paolo Cesaretti, a ridefinire la strategia della casa editrice. Paolo è restato poco, passando alla Mondadori; io ho continuato il progetto, ridefinendo in questi anni ogni aspetto di Silvana Editoriale. Quando abbiamo cominciato, la casa editrice aveva ancora un’immagine legata al passato, ai grandi libri realizzati tra gli anni ‘50 e ‘60, alle importanti coedizioni con editori americani ed europei, mentre la capogruppo, l’Amilcare Pizzi, si era specializzata nell’editoria bancaria, divenendo uno dei principali leader di mercato. Siamo partiti cercando di definire per ogni area di mercato -perché il settore dell’arte è un insieme di aree molto specializzate- quale poteva essere il valore aggiunto che la casa editrice poteva esprimere. Su questa base abbiamo costruito le relazioni con le diverse istituzioni pubbliche e private, e la nostra presenza sul mercato. Tutto questo è stato possibile grazie alle tante persone che hanno creduto alle nostre intenzioni, dandoci fiducia. La mia esperienza precedente nel management consulting e il master in pubbliche relazioni mi sono stati di grande aiuto per iniziare questo lungo cammino.
Marnix de Nijs - Exploded Views. Remapping Firenze - 2008
Com’è strutturata adesso l’azienda?

La casa editrice è formata da un team di più di trenta persone, che seguono ogni aspetto della produzione e della distribuzione del libro. La fortuna di avere a meno di venti metri uno stabilimento produttivo ci ha permesso di garantire un controllo della qualità e dei tempi di servizio difficilmente riscontrabili sul mercato. A questo si è aggiunta la volontà di creare un ufficio redazionale interno, che segue la maggior parte dei volumi da noi realizzati. Il giro d’affari complessivo è di circa 15 milioni di euro, con l’obiettivo di farlo diventare sempre più europeo. I nostri utili, e fortunatamente è sempre stato così, sono in linea con quelli del settore.

Come sono ripartite le attività editoriali? Il fronte cataloghi è importante…
La produzione editoriale può essere suddivisa in due parti uguali: il 50% sono libri e il 50% sono cataloghi di mostre. Nel settore delle mostre, la nostra attività inizia con la definizione dei progetti -penso ad esempio alla prossima mostra su Giulio Cesare, la prima al mondo su questo grande personaggio-, la promozione dell’evento, attività su cui siamo molto preparati e attenti, fino alla produzione editoriale. In questo modo siamo partner del progetto e garantiamo anche lo sviluppo culturale della casa editrice. Un altro esempio è Manifesta7, in occasione nella quale abbiamo discusso con i curatori e la Fondazione quale fosse la migliore soluzione editoriale da adottare. Alla fine ne siamo usciti con la pubblicazione di tre volumi.
L'ex Manifattura Tabacchi di Rovereto - photo Hugo Munoz
Raccontaci qualcosa della collana Biblioteca d’arte contemporanea.

È nata sette anni fa insieme all’altra collana, Biblioteca d’arte, con l’obiettivo di raccogliere una serie d’indagini sul mondo dell’arte moderna e contemporanea, che diversamente avrebbero vissuto in modo autonomo e tra loro scollegato. Un nucleo principale della Bac è la serie di pubblicazioni sul tema della videoarte, dal videotape fino al cinema d’artista, a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi i due volumi dedicati al corpus epistolare di Giorgio de Chirico curati da Elena Pontiggia, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, e una serie di saggi sull’arte frutto di coedizioni con editori europei.

Anche sul fronte dei periodici siete ben posizionati. Gli “Studi tizianeschi”, le pubblicazioni della Biblioteca Hertziana. Si tratta però di prodotti rivolti a un pubblico molto ristretto. Come sono gestite economicamente queste operazioni?
Ho sempre voluto mantenere forte il nucleo di ricerca da cui siamo partiti, gli studi sull’arte antica e moderna e il loro collegamento con il territorio, ed esser stati scelti dalla Biblioteca Hertziana come partner editoriale italiano è stato un onore e un riscontro. Queste pubblicazioni possono essere rivolte a un pubblico ristretto e alcune volte lo sono proprio, ma spesso diventano pubblicazioni di riferimento con una vita utile molto più lunga della media. Queste pubblicazioni beneficiano spesso di finanziamenti per la loro realizzazione e necessitano di una cura e di un’attenzione impensabile.
Giovanni Carnovali detto il Piccio - Lungo l'Adda - 1859 - olio su tela - cm 72x109 - coll. privata
Un giudizio sull’editoria d’arte in Italia. I nomi sono importanti: Skira, Electa, Charta, Motta e molti operatori medi e piccoli di alta qualità. La tua valutazione?

La nostra crescita, per citare De André con cui condivido i natali, ha seguito una direzione alcune volte ostinata e contraria, e questo ci ha permesso di costruirci un’identità distinta, senza correre il rischio di essere letti come i fratellini piccoli dei grandi gruppi editoriali come Rizzoli o Mondadori, un rischio elevatissimo e francamente perdente. Esistono realtà simili a noi in altri Paesi europei spesso più specializzate su un settore. Penso ad Actar in Spagna per l’architettura o in Germania a Hatje Cantz sull’arte moderna e contemporanea, che stanno seguendo percorsi analoghi: sono ad esempio stati editori di Manifesta nelle precedenti edizioni e hanno superato quella soglia che permette alla casa editrice di crescere. Sotto una certa dimensione purtroppo è difficile che i conti tornino, che la distribuzione sia efficace in Italia ma anche all’estero, che insomma valga la pena faticare tanto. Lo dico con franchezza, essendo partito da 60 titoli all’anno e avendo capito, solo dopo aver passato i 150, qual era la differenza. Oggi noi ci pensiamo europei, in parte lo siamo già con più di 40 pubblicazioni in lingua francese nel solo 2008. Festeggiamo i nostri 60 anni pensandoci europei.
Antonello da Messina - Annunciata (particolare) - 1475 ca. - olio su tavola - Galleria Regionale della Sicilia, Palermo
Chiudiamo con due desideri, uno avverato e uno ancora nel cassetto: il libro di cui vai più fiero e quello che vorresti sia targato Silvana Editoriale in futuro.

L’operazione culturale e quindi editoriale di cui vado più fiero è, per la sua unicità e irripetibilità, la mostra alle Scuderie del Quirinale su Antonello da Messina. Siamo riusciti a portare 37 opere di Antonello su 44 nel mondo, un’eccezionale occasione nella quale abbiamo pubblicato l’opera completa, restituendo Antonello come mai al mondo è stato fatto. Il sogno nel cassetto è un grande libro su Beato Angelico, un altro artista che amo molto ma di cui non ho mai pubblicato una monografia, e tanti libri di artisti contemporanei che conosco, per il gusto e il piacere di costruirli insieme.

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L’anteprima del libro Film d’artista edito da Silvana Editoriale

a cura di massimiliano tonelli e marco enrico giacomelli

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 51. Te l’eri perso? Abbonati!


Silvana Editoriale
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Info: tel. +39 0261836287; fax +39 0261836392; silvanaeditoriale@silvanaeditoriale.it; www.silvanaeditoriale.it

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