12 luglio 2021

Al via il progetto ‘Alpina’, tra fondi archivistici e ghiacciai

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Il progetto "Alpina" ha lo scopo di indagare le sorgenti acquatiche come fossero degli archivi. Dallo studio di documenti nell'archivio Ardito Desio proseguirà con una spedizione al Ghiacciaio dei Forni e, in collaborazione con Casa Testori, darà vita a incontri per riflettere sopravvivenza, metamorfosi e intrecci di organismi nel corso di milioni di anni. Le parole del team di Alpina: Barbara De Ponti, Fabio Marullo e Alberto Zanchetta

Vedretta dei Forni da Rifugio Branca, 1964, ph S. Belloni, Courtesy Archivio Desio

Ai blocchi di partenza il progetto “Alpina”, che unisce le ricerche degli artisti Barbara De Ponti, Fabio Marullo e del critico Alberto Zanchetta con lo scopo di indagare le sorgenti acquatiche come fossero degli archivi.
«In questa prima fase operativa, il team di operatori-ricercatori culturali è interessato a setacciare i fondi archivistici, raccogliere informazioni e dati scientifici che daranno vita a talk e workshop come premessa alle opere destinate alle future esposizioni», hanno spiegato il team di “Alpina”. I primi giorni di agosto 2021, poi, i due artisti intraprenderanno «una spedizione presso il Ghiacciaio dei Forni, esplorazione che gli artisti hanno programmato contestualmente al campo Glaciologico dell’Università degli studi di Milano».

«Adottando l’approccio dello studioso, l’interesse degli autori è rivolto ai luoghi dove l’uomo ha lasciato le tracce del suo passaggio, luoghi che sono materia vivente e in cui è inscritto il destino di ogni specie esistente. Alla ricerca di segnali, microcosmi o macrocosmi che portino indizi della sopravvivenza e della metamorfosi, in un intreccio di organismi che mutuano le loro vite, le scambiano e ne assimilano strategie di adattamento, gli autori intendono collaborare per mutare, generare ed espandere le loro metodologie, rispecchiandosi nella trasformazione continua che è accorsa in milioni di anni», ha proseguito il team.

«Il progetto “Alpina” inizia questo viaggio in collaborazione con Casa Testori e l’Associazione Ardito Desio che incarna lo spirito e la scienza avventurosa di Ardito Desio, tra i primi esploratori-geologi a studiare il Ghiacciaio dei Forni (la sua prima spedizione risale al 1938). Ottant’anni dopo, De Ponti e Marullo ne ripercorrono idealmente le tracce, alla scoperta di quello che il Comitato glaciologico italiano definisce “Ghiacciaio vivente”».

«In rapporto con la geografia specifica, i linguaggi dell’arte permettono ai tre autori di affrontare il percorso e di rendere coincidenti la realtà percepita e quella immaginata. Richiamandosi al mondo romantico di studiosi-viaggiatori come Alexander von Humboldt, dediti al ruolo della pittura di paesaggio come compendio di studi scientifici, e passando per gli scritti di Carl Gustav Carus, in cui l’esperienza con la natura identifica “l’Occasione” per approfondire una ricerca interiore che palesa connessioni tra micro e macrocosmo, le ricerche sul campo di Marullo e De Ponti si intersecheranno con quelle bibliografiche finora condivise con Zanchetta», ha aggiunto il team.

Fabio Marullo, Untitled, 26 x 18 cm, 2021, tecnica mista. Courtesy F. Marullo

Le parole del team del progetto Alpina

Come è nato il progetto Alpina? 

«Il progetto ALPINA nasce dall’incontro tra gli artisti Fabio Marullo e Barbara De Ponti che, durante la pausa forzata della pandemia, hanno iniziato un dialogo, a partire dal loro comune metodo d’approccio empirico alla ricerca: raccolta e analisi di dati e fatti come formula concettuale per giungere dopo ad una fase oggettuale. Nei lavori precedenti di entrambi gli artisti era già affiorata l’idea della Natura come immenso archivio a cielo aperto a cui attingere, per trovare in Barbara De Ponti un’unità di misura in cui il tempo umano non è più il riferimento e in Fabio Marullo per scovare la traccia cristallizzata del meraviglioso mistero della Sopravvivenza. In questo nuovo progetto condiviso, l’interesse degli autori è rivolto ai luoghi dove l’uomo – in quanto e come ogni – essere vivente ha lasciato le tracce del suo passaggio, ambienti che sono materia vivente e in cui è inscritto il destino di tutte le specie esistenti. Nell’osservazione di microcosmi e macrocosmi si vogliono rintracciare gli indizi della sopravvivenza e della metamorfosi, organismi che mutuano le loro vite, le scambiano e ne assimilano strategie di adattamento».

Gruppo Ortles-Cevedale, Courtesy Archivio Ardito Desio
Quali opportunità di indagine pensate vi possa offrire unire i punti di vista di due artisti e un critico?

«Nel corso del dialogo, si è aggiunto il critico Alberto Zanchetta, portando nuova linfa al progetto seguendo la direzione dell’apertura teorica e multidisciplinare. Siamo i nostri incontri: essere aperti alle riflessioni scaturite da punti di osservazione diversi dai propri rende esponenziale le potenzialità del lavoro.
Gli autori intendono collaborare per mutare, generare ed espandere le loro metodologie, rispecchiandosi nella trasformazione continua che è accorsa in milioni di anni».

Come si articolerà il progetto nel tempo? 

«”Alpina” è un progetto a lungo termine che entrerà nel vivo delle sue tappe di lavoro con una spedizione al Ghiacciaio dei Forni, presso il campo Glaciologico dell’Università degli studi di Milano per stabilire la collaborazione con il professor Roberto Ambrosini, docente di Ecologia del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali. Da qui il viaggio proseguirà alla volta di Casa Testori, partner culturale del progetto insieme all’archivio Ardito Desio, interlocutori colti con cui si darà avvio a un ciclo di incontri di approfondimento».

Alpina, Mappa Gruppo Ortles-Cevedale, 2021, courtesy B.De Ponti

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