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Ante Operam, la mostra nel cantiere: intervista a Isabella Vitale e Flaminia Bonifaci
Progetti e iniziative
Fino al 20 luglio è visitabile su prenotazione al 5° e 6° di Palazzo Marescalchi Belli in pieno centro storico di Roma una mostra site-specific in ambienti che si trovano attualmente allo stato rustico e che saranno presto oggetto di una ristrutturazione per dar vita ad appartamenti destinati a ospitare residenze e progetti d’arte. La mostra “ANTE OPERAM” è il primo progetto outdoor di pianobi, centro sperimentale di arte contemporanea inaugurato da Isabella Vitale a Roma nel giugno 2021 nel cuore del quartiere Quadraro Vecchio, in collaborazione con Flaminia Bonifaci responsabile di fontana più stella house, una serie di appartamenti privati all’interno di Palazzo Marescalchi Belli in pieno centro storico di Roma, al numero 1 di piazza del Porto di Ripetta.
La mostra si svolge al 5° e 6° piano del palazzo, dove insiste anche un terrazzo dal quale è possibile godere della vista sulla città storica e sul Tevere. Gli ambienti dove sono state realizzate le opere site-specific dei sei artisti invitati si trovano attualmente allo stato rustico e saranno presto oggetto di ristrutturazione. Da qui il titolo “Ante Operam”, termine tecnico utilizzato in architettura che definisce una casa prima del progetto di ristrutturazione, pretesto per una riflessione aperta su più fronti: dalla casa alla produzione di un’opera, prima pensiero poi azione e viceversa, così nei riguardi del fiume Tevere che diventa uno stimolo per ritrovare quel forte rapporto tra la città e i suoi abitanti, tra gli abitanti stessi, proprio come era in passato, prima delle imponenti trasformazioni urbanistiche e sociali.
Per saperne di più abbiamo intervistato la curatrice Isabella Vitale e l’architetto Flaminia Bonifaci.
Cosa è e come nasce pianobi?
Isabella Vitale: «pianobi è un progetto che ho maturato in tutti questi anni di studi e di curatela: un luogo d’arte in una forma sperimentale, collaborativa e trasversale. Si pone come strumento dedito alla diffusione artistica, dove bi sta per duplice spazio, in quanto suddiviso in due spazi indipendenti l’uno dall’altro, ma comunicanti tra loro: sia studio e luogo di ricerca, sia atelier e spazio espositivo. In breve, teoria dell’arte e pratica artistica, due aspetti complementari a mio avviso inscindibili che fanno parte della mia formazione, ossia prima una laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e poi una laurea specialistica in storia dell’arte contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma. Nasce inoltre dall’esigenza personale e pragmatica di avere un mio punto di partenza, una base dove poter accogliere i progetti che mi piacciono e ospitare artisti stranieri e non solo, dando subito loro sia lo spazio dove vivere, sia dove lavorare».
La mostra ANTE OPERAM è il primo progetto outdoor di pianobi. Perché questo titolo, come è nato questo progetto e in cosa consiste?
I.V.: «La sede di pianobi è appunto la base, l’inizio senza una fine perché un progetto d’arte non è mai da solo e non è mai uno solo, ma è il frutto di una serie di esperienze e riflessioni che a loro volta ne generano altre e così via. Quello della creatività è un flusso continuo, inarrestabile e in divenire e per questo non può essere espresso ed esperito in un solo luogo. Portare pianobi fuori dalle sue mura fa parte da subito del mio progetto e l’occasione si è presentata grazie a Flaminia Bonifaci, architetto e proprietaria degli appartamenti dove ha luogo la mostra Ante Operam, così chiamata in relazione allo spazio che si trova completamente in stato rustico ed è in attesa di essere ristrutturato per creare nuove residenze di fontana più stella house, appartamenti privati all’interno di Palazzo Marescalchi Belli in pieno centro storico di Roma, al numero 1 di piazza del Porto di Ripetta. Da qui l’idea di utilizzare il termine tecnico “ante operam” che in architettura definisce una casa prima del progetto di ristrutturazione, per poi sviluppare una riflessione aperta su più fronti».
Quella richiesta agli artisti è pertanto una riflessione aperta su più fronti che comprende anche il “dirimpettaio” fiume Tevere. In quale modo si esplica?
I.V.: «Più che una richiesta, è una suggestione arrivata attraverso un confronto con Flaminia, alla quale, in seguito al suo invito a realizzare un evento nei suoi appartamenti, ho chiesto di parlarmi del luogo in cui sorge il palazzo e che lascio per questo rispondere prima di me».
Flaminia Bonifaci: «Lo spazio nel quale si esprimono gli artisti ha un rapporto privilegiato con il fiume Tevere sia in termini di storia, piazza del Porto di Ripetta è un’eredità del Porto Clementino, antico accesso commerciale alla città dal fiume, che di relazione visiva e prossimità. Il tema della rigenerazione del fiume Tevere è quanto mai attuale e l’arte si inserisce appieno in questo processo di cura stimolando la riflessione su una riqualificazione che sia sostenibile e che trovi il giusto equilibrio tra spazio naturale e spazio antropico. Questo progetto artistico si inserisce nel processo partecipativo e di alleanza per il Tevere bene comune».
I.V.: «La stessa riflessione è stata sottoposta agli/alle artisti.e i/le quali sono stati.e invitati.e dalla sottoscritta a confrontarsi e a interagire con lo spazio sia esterno al palazzo che interno, dove la presenza del Tevere è pienamente percepita e vissuta grazie allo stupefacente affaccio sul fiume».
Chi sono gli artisti invitati e con quale criterio li hai scelti?
I.V.: «Il criterio di selezione parte innanzitutto da un interesse verso il lavoro di ogni singolo.a artista invitato.a e si basa essenzialmente sulla conoscenza profonda della loro ricerca e pratica artistica. Così ho invitato Eleonora Cerri Pecorella a riflettere su una variante dei suoi “cieli portatili”, divenuti per Ante Operam due grandi cianotipie su lenzuoli, allestiti come panni al vento sul terrazzo dell’appartamento.
A Pierre Gaignard (primo artista francese a essere stato in residenza presso pianobi) per ragioni personali molto legato a Roma, ho chiesto di indagare un aspetto del fiume Tevere che potesse interessarlo: da qui la sua idea di trasformare la veranda dell’appartamento in una serranda/laboratorio dove allestire un erbario delle piante da lui raccolte sulle sponde del fiume e produrre “l’amaro del Tevere” (degustato e molto apprezzato da tutti i visitatori).
Luca Grechi ha proceduto come di consueto con la sua pratica pittorica e in relazione allo spazio, realizzando così un murales su cemento carico di stratificazioni e di livelli che, sovrapponendosi, svelano la loro presenza sottostante, analogamente alle acque del fiume Tevere, il cui colore è determinato dalle diverse tipologie di fondali più o meno profondi. Lulù Nuti per Ante Operam ha trovato il giusto equilibrio tra esterno e interno utilizzando una sorta di tubi innocenti da lei realizzati, simbolo di forza ma con un “cuore fragile e romantico” consistente in un assemblaggio di foglie vere galvanizzate in rame cadute dai platani e raccolte sul Lungo Tevere, allestiti come sostegno ai punti cardine del tetto.
Cristiana Pacchiarotti, architetto di formazione, ha allestito due opere: un pavimento realizzato per lo spazio (che essendo in stato rustico, ne è totalmente privo) in mattoni di argilla cotta impressi da trame dentellate, care alla memoria dell’artista e setacciate di pigmento blu, e una seconda opera composta di una serie di libri in ceramica sui quali “si legge” la memoria storica del luogo attraverso le esondazioni del Tevere apprese e riprese dalla segnaletica incisa sulle due colonne antiche collocate sulla piazza antistante al palazzo.
In ultimo vi è il “doppio progetto” di Julien Prévieux, anche lui francese risiedente a Villa Medici con il quale sono venuta in contatto grazie al progetto di pianobi precedente ad Ante Operam. Ho così avuto modo di conoscere il suo lavoro e dunque l’ho invitato a sviluppare un progetto in coerenza con la sua ricerca che vede la partecipazione delle macchine e la loro interazione con l’uomo e che, nello specifico, consiste in una performance realizzata all’interno dello stesso appartamento dove ha luogo la mostra, sul suo tema degli «errori», stavolta intesi come cadute fisiche, interpretate personalmente dall’artista e rilevate da un computer attraverso una tuta sensoriale indossata dal medesimo.
Da tali movimenti, sono stati ricavati alcuni grafici divenuti disegni realizzati con l’ausilio di un plotter, una sorta di braccio meccanico. Da qui la mia proposta all’artista di collaborare con la Litografia Bulla, in particolare con Beatrice e Flaminia Bulla (settima generazione di stampatori) che hanno seguito e assistito l’artista nella realizzazione delle litografie ottenute dal braccio meccanico che, per la prima volta, ha incontrato e disegnato sulla pietra litografica. Il risultato di tale esperimento è esposto nella finestra su strada della Litografia Bulla fino al 20 luglio, parallelamente alla mostra Ante Operam presso Palazzo Marescalchi Belli».
Quale esperienza distintiva proponete al visitatore di questa tipologia di progetto espositivo?
I.V.: «Possiamo parlare di esperienze parallele in relazione allo spazio e alla sua storia: quella proposta dagli artisti attraverso le loro opere site specific e la “scoperta” del Tevere da parte dei visitatori e degli artisti stessi, romani e non, fiume spesso poco considerato in quanto nascosto al nostro sguardo dai muraglioni e che dal qui si rivela in tutta la sua grandezza e magnificenza». Il progetto vede anche la partecipazione di studenti e studentesse presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e del dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma.
Come si articola questa collaborazione?
I.V.: «Ho sollecitato personalmente Cecilia Casorati, attualmente direttrice dell’Accademia di Belle Arti nello specifico, e Claudio Zambianchi per il dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma. Due istituzioni presso le quali mi sono formata, con il desiderio di far incontrare e far collaborare studenti provenienti dai due diversi atenei, messi in relazione con gli artisti invitati per riflettere, scambiare e adoperarsi insieme alla realizzazione del progetto Ante Operam, mettendo allo stesso tempo in atto il mio “credo” di cui sopra, ossia che la teoria dell’arte e la pratica artistica sono due aspetti complementari e inscindibili. Così le studentesse e gli studenti si sono recati negli studi delle/degli artiste.i e le.i hanno seguiti.e da vicino, assistendole.i nella realizzazione delle opere, scrivendo i testi sul loro lavoro, ma anche accogliendo i visitatori e spiegando loro la mostra, sia al palazzo che presso la Litografia Bulla».
Gli ambienti dove sono realizzate le opere site-specific si trovano attualmente allo stato rustico e saranno presto ristrutturati. Nei nuovi appartamenti che verranno proseguiranno progetti ed eventi d’arte? In che modo?
F.B.: «fontana più stella house abita attualmente il quarto piano di Palazzo Marescalchi Belli e il progetto di ampliamento della stessa al quinto e sesto piano della dimora storica, sede dell’attuale esposizione, accoglierà presto residenze private, artistiche, ma anche temporary gallery e progetti culturali che favoriscano la relazione dell’ospite con la città attraverso un’esperienza di autenticità, urbana e paesaggistica. Il fiume è una delle più significative infrastrutture blu e verde della Capitale. Il nome, fontana più stella trae ispirazione dalla fontana del Navigante, antistante il palazzo, localizzata al centro della piazza. La fontana, originariamente sormontata da una lanterna, illuminava come un faro l’accesso alla città dal Tevere. Attualmente oggetto di un’intenzione di restauro, una percentuale di ogni prenotazione presso fontana piu stella è devoluta a finanziare il restauro della stessa».
Da più parti si parla ormai di Roma anche come la città del contemporaneo in Italia. Cosa ne pensi?
I.V.: «Penso semplicemente che chi cerca trova. Roma è sempre stata una città attiva nell’arte contemporanea, basta fare un po’ di ricerca di archivio per rendersene subito conto».
La mostra è visitabile su prenotazione on line tutti i giorni, fino al 27 giugno, dalle 17:30 alle 20. Dal 28 giugno al 20 luglio su appuntamento, scrivendo a pianobi@pianobi.info.