01 giugno 2022

Anversa si prepara al futuro

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Probabilmente, nei prossimi anni, Anversa sarà una delle città più attrattive d'Europa, sia in fatto di cultura che di attenzione all'urbanistica. Ecco un'anteprima, in attesa della riapertura del KMSKA

James Ensor, Carnevale di Binche, 1924, 76 x 61 cm, Olio su tela, courtesy KMSKA, foto © Valerie Clarysse

Il prossimo 24 settembre è una data importante per Anversa: dopo oltre 10 anni di restauri riaprirà il KMSKA, il Museo Reale di Belle Arti. Il restyling ha permesso un ampliamento interno, senza intaccare o modificare l’area esterna alle storiche mura del museo, uno dei primi al mondo ad essere costruito proprio in virtù di questa vocazione alla cultura
Un’operazione complessa e per certi versi azzardata -nel senso migliore del termine-, affidata nel 2004 allo Studio KAAN di Rotterdam, che ha riguardato ogni parte dell’edificio, dalla facciata al vero e proprio aumento del 40 per cento della superficie espositiva con una nuova ala in puro stile white cube, composta a sua volta da dieci gallerie differenti sia per “luce”, sia per funzione allestitiva: se da una parte infatti vi saranno le opere della collezione, dall’altra si sono ricavate anche una serie di sale che saranno dedicate ai disegni, alle fotografie e in genere alle opere su carta. Due musei in uno, insomma: è questo il concetto che Studio KAAN ha seguito nel corso del lungo restauro del MKSKA, dividendo temporalmente le opere della collezione permanente quasi per colore. Se nelle stanze storiche, ridipinte con colori dai toni classici, entrerà l’arte precedente al 1880, nel nuovo “white cube” contiguo -nato utilizzando gli spazi degli antichi giardini già coperti cent’anni fa dagli architetti Winders e Van Dijk per dare maggior spazio al museo- si ripristinerà un percorso focalizzato sull’arte post 1880, segnando così un ideale spartiacque tra quello creato prima della creazione dello stesso museo e quello realizzato in seguito. E James Ensor – icona fiamminga dell’arte – sarà l’anello di collegamento tra questi due mondi.
Ma il KMSKA, nato originariamente con annessa Accademia, non solo ospita la collezione più importante delle opere di Ensor, ma è dotato di un fondo di oltre 8mila capolavori -di cui 650 saranno esposti nel nuovo allestimento- che comprendono Rubens, Van Dyck, Memling e anche gli italiani Arturo Martini, Amedeo Modigliani, Antonello da Messina, per arrivare a René Magritte e George Grosz.

KMSKA, Royal Museum of Fine Arts Antwerp, ph. Karin Borghouts

Ispirarsi al KMSKA

Non ci sarà solo l’arte antica e moderna in mostra al KMSKA: il museo, infatti, a partire dalla prossima stagione, metterà in scena i progetti di oltre 20 artisti contemporanei che in questi anni sono stati coinvolti a lavorare in relazione alle opere del Museo Reale di Belle Arti e che per il prossimo quinquennio si alterneranno raccontando ispirazioni e relazioni con gli “Antichi Maestri”. A prendere parte a questa chiamata alle arti, tra gli altri, ci sono il regista e attore Tom Van Dick, la compagnia di danza Voetvolk, le cui performance indagano come i movimenti del corpo rispondano alle varie forme di estasi e alle sollecitazioni dell’arte, Stef Kamil Carlens, artista e musicista, e anche la cantautrice Sarah Carlier. Discipline diverse e assolutamente legate ad una dimensione “live”, per quello che si vuole definire come un museo con una “struttura estremamente dinamica, perfettamente in linea con l’anima della città che lo ospita”.

KMSKA, Royal Museum of Fine Arts Antwerp, ph. Karin Borghouts

Un pezzo di Ensor per sostenere il KMSKA

Il Carnevale di Binche è forse il quadro più famoso della raccolta di opere di James Ensor -proveniente da una collezione privata- che si potrà riammirare a partire dal prossimo settembre al KMSKA.
Eppure, si sa, un museo non può vivere di solo “antico” ed è impossibile immaginare un’istituzione che non sappia tenere il passo coi tempi anche in fatto di nuove acquisizioni. Che c’entra dunque Ensor, di cui il MKSKA possiede la più vasta collezione al mondo? C’entra eccome, perché il suo Carnevale – dallo scorso 27 aprile – è stato “convertito” in token che gli amanti dell’arte potranno acquistare a partire da una cifra minima di 150 euro, grazie alla piattaforma Art Security Token Offering.
E la cifra ottenuta da questa “parcellizzazione” del dipinto sarà utilizzata, appunto, per sostenere le future spese per arricchire la collazione del Museo Reale e per i restauri delle opere in deposito.
Un’iniziativa che ha ricevuto il plauso anche del primo ministro del governo delle Fiandre, Jan Jambon, che ricorda come -molte volte- per i governi non sia possibile partecipare concretamente al mercato internazionale dell’arte e alle sue dinamiche di compravendita.
“La possibilità che chiunque possa diventare “comproprietario” del Carnevale di Binche di James Ensor rappresenta una circostanza davvero unica. Il KMSKA vantava già la più grande collezione di Ensor al mondo. Aggiungendovi il Carnevale di Binche, il nostro museo assurge ancor più a centro specializzato su Ensor”, ha dichiarato Luk Lemmens, presidente del KMSKA. Per i cittadini europei appassionati del grande pittore che raccontò L’entrata di Cristo a Bruxeless, sul sito Rubey sono disponibili maggiori informazioni, nonché “pezzi” virtuali del dipinto.

Rendering del futuro ingresso alla Rubenshuis, © Design by Robbrecht en Daem architecten, Image by G2 Architectural

Una casa restaurata anche per Rubens

Il più famoso artista fiammingo di sempre, Peter Paul Rubens, ad Anversa aveva la sua base e già in vita era riconosciuto dai suoi concittadini come un Maestro eccentrico ma dall’indubbio gusto. La sua casa nel centro della città, in effetti, è un condensato di ispirazioni, ricordando allo stesso tempo le ville venete, i giardini alla francese e gli interni inglesi.
Disegnata da lui stesso seguendo le architetture del Rinascimento nella seconda decade del 1600, la casa fu abitata da Rubens con la prima moglie -Isabella Brant- e oltre al giardino che sarà riallestito con le piante presenti all’epoca della vita del pittore – l’edificio ha anche uno splendido angolo circolare dedicato alle sculture, e un portico di chiara derivazione italiana, appunto.
Ma anche per la Rubens Huis -dove il Maestro è scomparso nel 1640- è tempo di restauri e a partire dal prossimo gennaio anche per questo spazio si prospettano anni di opere. La prima time-line per la riapertura segna il 2024, quando saranno riaperte la nuova reception e il giardino. Per rivedere intero il museo, ampliato e rinnovato, bisognerà invece aspettare il 2027, anno in cui si celebrerà il 450mo anniversario della nascita del pittore.
Affidato allo studio Robbrecht e Daem Architects, il progetto del nuovo edificio contingente alla casa di Rubens e al Rubenianum, la più grande biblioteca dedicata all’arte fiamminga del mondo, verrà realizzato anche per far fronte alla crescente mole di visitatori annui alla casa del pittore, che si sono attestati -appena prima dalla pandemia- intorno alle 200mila unità.
E anche la stessa casa del pittore sarà rimodernata, in senso conservativo ovviamente, per poter permettere, tra le altre cose, l’installazione di nuove apparecchiature che possano offrire una migliore conservazione delle opere e dei mobili attraverso ai quali -ancora oggi- non solo possiamo farci un’idea della vita casalinga del pittore (ben più interessato ad avere un immenso studio che non un grande “appartamento”) ma anche per avere spaccato borghese delle case dell’epoca.

©interbuild Nieuw Zuid Antwerpen

Anversa camaleontica

Grande porto con una vocazione da sempre internazionale, Anversa sta subendo continue “rimodellazioni” del suo spazio pubblico sia per quanto riguarda il centro storico, dove nella Cattedrale è visibile anche l’opera di Jan Fabre The man who bears the cross, installata nel 2015, ma soprattutto nell’area Zuid che – per intenderci – si estende proprio a partire dal KMSKA seguendo la riva del fiume Schelda, a sud.
Qui c’è in atto una e vera e propria rivoluzione urbanistica che sarà fatta di nuovi parchi, proprio alle spalle per esempio del Museo di Arte Contemporanea (MHKA) e di parcheggi interrati che mirano a liberare e pedonalizzare il più possibile il “piano strada” per la gioia di ciclisti e camminatori.
Qui, per uno spuntino, vi consigliamo il ristorante Album – cucina tipicamente stagionale. Poco più avanti, seguendo sempre il fiume, c’è il “Nuovo Sud” di Anversa, ovvero l’Antwerp Nieuw Zuid: per un totale di circa 2mila unità abitative il quartiere del futuro ospiterà oltre 5mila persone entro il 2028, e oltre a uffici e negozi saranno disponibili per tutta la nuova Anversa e non solo anche 12 ettari di parco.

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