25 giugno 2020

IA e arte: tre programmi che cambiano il modo di vedere le immagini

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Ricostruire i dipinti e vedere le pennellate di Van Gogh: tre esempi di come la tecnologia entra nel mondo dell’arte e stravolge i canonici metodi di studio

Siamo ormai abituati a una vita smart, fatta di app e programmi che non solo ci aiutano negli impegni quotidiani ma che sono diventati indispensabili. Durante il periodo di quarantena a seguito dell’emergenza sanitaria, sono anche notevolmente aumentate le nostre possibilità davanti al computer, strumento che, sempre di più, permette di svolgere quelle attività per le quali un tempo era indispensabile uscire di casa. Proprio durante il lockdown – forse per la noia, o per la maggiore disponibilità di tempo per approfondire interessi personali oppure, semplicemente, a causa della voglia di evadere per fare nuove scoperte – la tecnologia si è evoluta consentendoci di visitare a 360° musei, mostre e luoghi affascinanti. Rimanendo seduti sul divano, abbiamo viaggiato, visitato e scoperto, quando anche normalmente non ci sarebbe stato possibile. Già vi abbiamo raccontato delle tante iniziative sorte nel periodo più duro del lockdown e, adesso, si parla di intelligenza artificiale. Sì perché la IA, l’intelligenza artificiale, dà la possibilità non solo di osservare ma anche di indagare da un’altra prospettiva i capolavori pittorici che hanno fatto la storia dell’arte.

Per fare un esempio, i ricercatori del MIT CSAIL hanno creato Timecraft, un sistema di apprendimento automatico in grado di dedurre come è stato prodotto un dipinto e ricreare le probabili pennellate che, susseguendosi, hanno dato vita al quadro che siamo abituati a conoscere. Ciò che questi ricercatori hanno inventato, è una sorta di macchina del tempo che ci permette di vedere come Van Gogh o Monet hanno realizzato i loro capolavori. I risultati non sono perfetti ma, per la maggior parte delle volte, molto più efficaci di quanto si pensi. Questo sistema potrà essere molto utile per studiare le tecniche di pittura utilizzate dai grandi artisti e, magari, imparare le loro “mosse” più valide.

Ma non è tutto. Denis Shiryaev, mago dell’intelligenza artificiale, è riuscito a costruire un programma in grado di mostrarci i volti reali di quelle persone che sono state prese a modello per realizzare dipinti come La Gioconda, La ragazza con l’orecchino di perla o La nascita di Venere. Anche in questo caso, i volti che emergono non sono affidabili al 100% ma la ricostruzione, sottoforma di GIF, risulta comunque interessante e piacevole. I suoi lavori sono ammirabili direttamente dal canale di Youtube.

Un’altra innovazione stimolante, che non coinvolge direttamente il mondo dell’arte ma quello dell’immagine, arriva dalla Carolina del Nord. Gli scienziati della Duke University hanno svelato un algoritmo in grado di trasformare un mucchio di pixel disordinati in una faccia dall’aspetto realistico, con una risoluzione 64 volte superiore alle tecniche di upscaling. L’algoritmo si chiama PULSE – Photo Upsampling via Latent Space Exploration e il programma è stato rilasciato online per essere sperimentato da chiunque. A quanto dicono gli scienziati, i risultati delle immagini avranno differenze rispetto alle persone reali perché l’AI immagina di sana pianta alcune caratteristiche come ciglia o rughe ma lo scatto super nitido che ci presenta è comunque sbalorditivo. Da un singolo scatto sfocato è possibile risalire a una serie di fisionomie altamente realistiche, ognuna leggermente diversa dall’altra.

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