10 novembre 2021

Il branco di Velasco Vitali arriva alla Questura di Palermo

di

Partito dall’Aula Bunker dell’Ucciardone, il branco di 52 sculture di Velasco Vitali arriva nel chiostro della Questura di Palermo, in collaborazione con la Fondazione Falcone, per il trentesimo anniversario della strage di Capaci

Nella storia dell’arte, ogni materiale è portatore di un significato e, in questo caso, ferro, catrame, cemento, piombo, rete metallica, usati da Velasco Vitali per realizzare 53 sculture di cani, portano un messaggio di legalità e di impegno civile contro l’abusivismo, in generale, contro ogni tipo di sopraffazione. Le opere sono state installate nel chiostro della Questura di Palermo, a seguito di una collaborazione tra la Polizia di Stato e la Fondazione Falcone siglata nell’ambito di “Spazi Capaci + Comunità Capaci”, progetto culturale a cura di Alessandro de Lisi, promosso dall’istituzione intitolata al magistrato, in vista del 30mo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio avvenute, rispettivamente, il 23 maggio e il 19 luglio 1992. Si tratta della prima partecipazione della Polizia in un intervento di arte contemporanea.

«L’arte deve essere libera di agire, nessun condizionamento deve limitare il linguaggio e le scelte politiche degli artisti, altrimenti è decorazione, pericolosa retorica, propaganda e quando sottolinea luoghi e memorie compie quel passo di impegno civile che deve trasformare le città, fare delle periferie nuovi centri di dignità e rianimare le parti storiche: le opere possono anche rafforzare il legame tra cittadinanza e istituzioni come in questo caso, unico finora, qui in Questura che è contemporaneamente un monumento, un luogo di lavoro, un sacrario di memorie», ha spiegato Alessandro de Lisi.

L’installazione dello scultore nato nel 1960 a Bellano rappresenta una tappa nel corso del progetto diffuso nella città siciliana che, iniziato lo scorso 23 maggio nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, sede dello storico maxi processo a Cosa Nostra, poi continuerà in altri luoghi simbolo di Palermo. In quella occasione, furono presentati due grandi murales con i ritratti di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, realizzati da Andrea Buglisi su un palazzo di 11 piani in via Duca Della Verdura e su un altro edificio in via Sampolo, entrambi a pochi metri dall’Aula Bunker. L’artista Peter Demetz ha collocato la scultura di una giovane donna sotto l’Albero Falcone, a rappresentare l’attesa della giustizia ma anche il ritorno a casa di Giovanni Falcone e di sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo, rimasta uccisa a seguito dell’attentato di Capaci. Nella zona di Brancaccio, Igor Scalisi Palminteri ha presentato un monumentale polittico urbano che ritrae don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Infine, il branco di Velasco Vitali, le cui statue sono state composte riciclando materiali ricavati da abusivismi edilizi, presentato prima tra i banchi e le sedie dell’Aula Bunker e, da oggi, nel chiostro della questura.

«Questo specifico progetto culturale testimonia, nel prossimo trentennale delle stragi, il legame indissolubile che intercorre tra la Città, la società civile, il mondo della cultura, la Magistratura e la Polizia di Stato», ha dichiarato il questore di Palermo Leopoldo Laricchia. «La Questura di Palermo diventa luogo di eccellenza di un messaggio innovativo importante che vede gli Uffici di Salita Manganelli indentificarsi non solo come contenitore simbolico dell’opera d’arte ma come parte integrante della stessa».

«Da sempre la Fondazione Falcone è convinta che le mafie si sconfiggano innanzitutto con l’affermazione della cultura e l’arte rappresenta certamente uno strumento in grado di raggiungere con l’immediatezza del suo linguaggio i cittadini», ha commentato Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone e sorella di Giovanni. «Trovo emblematica e molto suggestiva l’idea che il Branco, che simboleggia l’attacco della criminalità allo Stato, passi dall’aula bunker che invece incarna la vittoria dello Stato su Cosa nostra, alla Questura di Palermo, altro luogo simbolo dei successi contro la criminalità e del pesante prezzo di sangue patito dalla Polizia nella lotta ai clan. Voglio ringraziare in particolare il Questore di Palermo Laricchia per aver voluto essere al nostro fianco, ancora una volta, nell’opera di sensibilizzazione alla cultura della legalità».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui