05 ottobre 2020

Italics Art and Landscape: tutta l’Italia da scoprire, con la guida dei galleristi

di

Italics Art and Landscape è la nuova piattaforma online dedicata ad arte, cultura e lifestyle, raccontati dai grandi galleristi italiani: ci dicono di più i protagonisti

Lorenzo Fiaschi, immagine guida di Italics Art and Landscape

Italics Art and Landscape è la nuova piattaforma online dedicata all’arte – ma non solo – scritta e illustrata dai protagonisti: i galleristi che, con il loro lavoro e con la loro passione, animano il paesaggio culturale delle nostre città, dal nord al sud della Penisola. «Animati dal desiderio di costruire una rete nazionale diffusa basata sulla collaborazione e la condivisione di esperienze, per la prima volta 63 gallerie di tutta Italia, in grado di rappresentare al massimo livello l’arte di ogni tempo, da quella antica a quella emergente, fanno sistema attorno a un progetto di lungo termine. Questo nuovo organismo interverrà nel discorso artistico non solo come promotore della cultura sul territorio italiano, ma anche come autorevole interlocutore con le realtà istituzionali», hanno spiegato gli organizzatori.

Partendo dal punto di vista dei galleristi, Italics valorizzerà le esperienze culturali maturate sul territorio, esplorandone gli aspetti più caratteristici, quelli che rendono unico lo stile di vita italiano. Fanno parte del Consorzio le gallerie: A arte Invernizzi, Antonacci Lapiccirella Fine Art, Apalazzogallery, Alfonso Artiaco, Bacarelli, Bottegantica, Botticelli Antichità, Tommaso Calabro Galleria d’Arte, Cantore Galleria Antiquaria, Cardi Gallery, Alessandro Cesati, Galleria Continua, Galleria Raffaella Cortese, Thomas Dane Gallery, Massimo De Carlo, Galleria Tiziana Di Caro, Alessandra Di Castro, Galleria Umberto Di Marino, Ermes-Ermes, Fanta-MLN, Galleria Fonti, Frutta, Gagosian, Galleria d’Arte Maggiore GAM, Galleria dello Scudo, Giacometti Old Master Paintings, kaufmann repetto, Laveronica Arte Contemporanea, Magazzino, Gió Marconi, Mazzoleni, Francesca Minini, Galleria Massimo Minini, Victoria Miro Venice, ML Fine Art, Monitor, Maurizio Nobile, Galleria Franco Noero, Norma Mangione Gallery, Galleria Lorcan O’Neill, Galleria Carlo Orsi, P420, Walter Padovani, Giorgio Persano, Pinksummer, Porcini, Galleria Lia Rumma, Salamon&C., Sant’Andrea de Scaphis, Schiavo Zoppelli Gallery, Società di Belle Arti, SpazioA, Studio Sales di Norberto Ruggeri, Studio Trisorio, T293, Caterina Tognon Arte Contemporanea, Tornabuoni Arte, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Federico Vavassori, Veda, Galleria Carlo Virgilio & C., Vistamare|Vistamarestudio, Zero.

Abbiamo raggiunto Lorenzo Fiaschi – fondatore con Mario Cristiani e Maurizio Rigillo di Galleria Continua (troverete l’intervista a tutto tondo nel prossimo numero di exibart on paper, il 110) – e Francesco Cavalli, founder e creative director di leftloft, azienda incaricata di realizzare la piattaforma Italics, per farci raccontare qualcosa di più dal dietro le quinte.

Nascita di una piattaforma: l’intervista a Lorenzo Fiaschi

Come ti è venuta l’idea di questa piattaforma online?

«Durante la mia permanenza a Roma per l’apertura della nostra nuova sede espositiva, ho incontrato Pepi Marchetti Franchi, direttore di Gagosian. Pepi, oltre a esprimermi la sua felicità nel sapere che ci sarebbe stata una Galleria Continua anche nella capitale, mi ha proposto di inventarci qualcosa per fare squadra con le altre gallerie della città.

Ma, poi, è sopraggiunta la pandemia, con il conseguente lockdown delle attività. Tutto si è fermato, e ognuno si è dovuto occupare di capire cosa fare con la propria attività. Alla fine di aprile con Pepi ci siamo risentiti. E abbiamo allora pensato di dar vita a un progetto che non coinvolgesse solo la capitale, ma che comprendesse tutta l’Italia: una piattaforma online, non di vendita, ma una vetrina per mostrare le eccellenze italiane, per far riscoprire territori, arte, cultura, enogastronomia, moda, attraverso gli occhi e il racconto di guide d’eccezione, cioè dei galleristi italiani.

Abbiamo formato così un gruppo di gallerie timone: oltre a noi di Galleria Continua e di Gagosian, ci sono Alfonso Artiaco, Massimo De Carlo, Massimo Di Carlo della Galleria dello Scudo, Kaufmann Repetto, Massimo Minini, Franco Noero e Carlo Orsi, riuscendo a spaziare dall’arte antica al contemporaneo, Oltre alle gallerie timone ci sono circa altre 50 gallerie (italiane e straniere) sparse su tutto il territorio nazionale».

Quindi i galleristi saranno protagonisti anche come autori degli articoli?

«Sì, leggerete articoli, post, tips, ricordi e consigli scritti di proprio pugno da tutti i galleristi della piattaforma, e sarà questo a rendere ITALICS così unica. I galleristi italiani non parlano spesso di loro, le luci del mondo dell’arte sono normalmente puntate sulle loro mostre, sugli artisti, sulle opere. Qui invece riportiamo il focus sulla figura del gallerista, sul ruolo che ricopre nel sistema dell’arte certo, ma anche sul suo rapporto con il territorio italiano e il suo desiderio di condividere questa immensa bellezza con altri appassionati.

Per esempio, chi è in visita a Brescia e vuole andare a mangiare nel miglior ristorante della città consulta la guida Michelin. Ma se è un appassionato d’arte, potrebbe preferire la trattoria dove Massimo Minini ha mangiato con gli straordinari artisti con cui ha lavorato negli anni, e di cui non mancherà di dispensare gli immancabili aneddoti che costellano queste occasioni conviviali.

Con il nostro team di lavoro abbiamo attualmente coinvolto, su tutto il territorio italiano, una cinquantina di gallerie che ci sembrano di qualità e importanti per le ricerche e l’attività che svolgono. L’idea è anche quella di scambiare tra noi, in modo spontaneo, i clienti, stimolando la mobilità dei collezionisti all’interno della piattaforma, consentendogli così di conoscere meglio gli artisti rappresentati da tutte le gallerie e i loro lavori».

Cosa c’è dietro Italics Art and Landscape: l’intervista a Francesco Cavalli

Avete fatto un benchmark prima di partire con la realizzazione del sito?

«Diciamo che abbiamo fatto un benchmark “a togliere” più che altro per evitare doppioni: visto l’esistente ci siamo concentrati sullo studio dei vuoti per delineare la nostra identità. Questo ha prodotto un progetto basato su consigli brevi e personali, concentrato sul far conoscere l’Italia attraverso lo sguardo dei galleristi. Italics sarà sinergico con tutte le piattaforme esistenti di informazione e approfondimento artistico e culturale a cui abbiamo cercato di non togliere nulla con questo progetto ma di aggiungere un punto di vista nuovo».

Punti di forza e punti di debolezza dei siti che avete visionato dedicati al turismo e al made in Italy?                                                                                                                                                                      

«Ogni piattaforma persegue obiettivi diversi e sicuramente oggi spopolano i progetti in cui sono gli utenti a dettare legge, piuttosto che gli algoritmi o la logica commerciale. In questo panorama esistono pochi punti di vista contemporaneamente personali ed autoriali e qui abbiamo voluto posizionare Italics, che racconta esperienze reali di qualità e le offre nel piacere di condividere un contenuto. Siamo diversi proprio perché abbiamo un obiettivo diverso».

Quali saranno le sue peculiarità tecnologiche?              

«Il sito sarà molto semplice, un flusso di contenuti che verrà georeferenziato in un archivio in perenne costruzione navigabile per categorie, autori e luoghi. Una struttura snella e molto usabile in cui trovare cose che non si conoscono a partire da una mappa dell’Italia».

A cosa vi siete ispirati per la linea grafica del portale?         

«Italics, a partire dal nome che abbiamo pensato e significa letteralmente corsivi ma che ricorda foneticamente il nostro paese, si rifà ad un immaginario da Terza Pagina e al mondo culturale, anche esteticamente. Abbiamo quindi pensato ad un prodotto senza tempo che mettesse insieme l’eleganza e l’heritage della carta stampata più raffinata e che potesse accogliere immagini sempre vive e vere, non patinate o commerciali ma rispettose dell’idea di diario di viaggio».

Quali strategie metterete in campo per promuoverlo sulla rete?

«L’idea che l’unione faccia la forza è centrale: già nella prima fase ogni galleria darà volume a questa voce collettiva che prova a sfatare il mito dell’individualismo italiano dando accesso a una comunità più ampia. Per il futuro crediamo nel passaparola e nella forza dei nostri contenuti: il progetto è basato sull’unicità delle nostre notizie e del nostro linguaggio, sul veicolarli tramite il giusto media e sul fatto di non ripeterli. Per questo chi vorrà seguirci ci troverà su media differenti per averne una panoramica completa. Alcuni contenuti saranno disponibili solo sulla newsletter, alcune rubriche solo su Instagram, la guida/mappa e i progetti speciali solo sul sito…».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui