13 ottobre 2020

La Fantastica: il festival che porta l’arte nella periferia di Roma

di

Benedetta Carpi De Resmini e Giulia Pardini ci raccontano La Fantastica, momento conclusivo del progetto Magic Carpets, che ha portato l'arte nelle aree periferiche di Roma

Magic Carpets Festival La Fantastica, curator Benedetta Carpi Rismini / GiuliaPardini, Roma, settembre 2020, © Luis do Rosario. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

Il festival La Fantastica si è svolto dal 30 settembre al 2 ottobre 2020, momento conclusivo del progetto Magic Carpets che, per la sua terza edizione, è stato articolato in residenze artistiche e laboratori nelle aree urbane di Roma comprese tra il Trullo e il Corviale. Sara Basta, John Cascone e Mykolas Juodele sono gli artisti invitati ad arricchire la proposta de La Fantastica da Benedetta Carpi De Resmini, ideatrice e direttrice artistica di Magic Carpets per Latitudo Art Projects, e di laboratori finalizzati al coinvolgimento degli abitanti dei due quartieri, curati da Giulia Pardini. Abbiamo raggiunto le due curatrici per farci dire di più.

Festival La Fantastica, Ph. Mykolas Juodele. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

Il Festival de La Fantastica è un tassello di un progetto più ampio che è iniziato già da qualche tempo e che fa parte di Magic carpets. Ci spiegate in breve di cosa si tratta?

BCDR «Sono diversi anni che per Magic Carpets, piattaforma europea che riunisce 15 partner, stiamo lavorando sul territorio romano e in particolare sulle periferie. Ogni anno ciascun partner ospita alcuni artisti in residenza provenienti dagli altri paesi della piattaforma che vengono messi in dialogo con diverse realtà del territorio.

Quest’anno come già da diverso tempo abbiamo lavorato al Corviale e soprattutto in questo 2020 di cui ricorre il centenario dalla nascita di Gianni Rodari ci sembrava interessante tracciare un ritratto di questo angolo di Roma tra la via Portuense e le anse del Tevere che ingloba anche il Trullo.  “Attraverso la creatività, insita nella natura umana”, per citare Rodari, “nessuno diventa schiavo” e in questo caso la creatività di artisti come John Cascone, Sara Basta e del fotografo lituano Mykolas Joudele, ci ha aiutato a riscoprire queste zone di Roma.

Il Trullo fu oggetto di attenzione dello stesso Rodari che nel 1966 scrisse la “Torta in Cielo”, un’astronave tutt’altro che aliena atterrata sul Monte Cucco, i cui bambini della borgata condivideranno con tutti i bambini di Roma. Anche Pier Paolo Pasolini si soffermò a lungo in queste zone che facevano parte dell’Agro romano e in cui lo scrittore di Casarsa girò alcune scene del rinomato film Uccellacci e Uccellini. Al Trullo si giocava a calcio: “Fermete, a Pà. dà du carci co’ nnoi!”» (Partitella al Trullo, 1963). Era questo il richiamo dei ragazzi di vita, quando invitavano lo scrittore friulano a unirsi a loro in quelle partite improvvisate sui campi polverosi delle borgate romane.

Così con tre artisti molto diversi tra loro siamo andati alla scoperta di questi luoghi già lungamente percorsi in un’epoca non troppo lontana, e con loro abbiamo ripercorso nuove storie, nuove avventure con in filigrana le immagini e i racconti di Rodari e Pasolini».

Festival La Fantastica, Ph. Mykolas Juodele. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

Questa esperienza di lavorare con altre realtà europee cosa vi ha lasciato? Credete che siamo in linea con le altre associazioni o ritenete che in Italia ancora molto c’è da fare. Immagino ci sia stato tra di voi un forte scambio di opinioni. 

BCDR «Lavorare a stretto contatto con altre realtà è sempre una forma di conoscenza. Si entra non solo in contatto con culture e abitudini differenti ma si stabiliscono rapporti di interconnessione che portano a ripensare a progetti culturali su un territorio più amplio. Si arriva quindi a creare uno spazio comune: in cui partendo dalle singole radici territoriali si scambiano idee e opinioni creando una vera piattaforma interculturale.   Latitudo Art Projects nonostante sia una realtà piccola rispetto ad altri partner, se pensiamo ad Eva International o la Biennale di Kaunas, possa ritenersi soddisfatta di quanto finora realizzato. Ritengo che dalle associazioni o dalle realtà con assetti giuridici “flessibili”, possano emergere trasformazioni interessanti, in risposta e in linea con i cambiamenti del contesto socio-culturale di riferimento.

Spesso le varie realtà private hanno caratteristiche legate al territorio e rispondenti a quello che sono le domande di un paese multiforme come l’Italia. Le caratteristiche legate alla localizzazione rappresentano un elemento chiave per legare il locale ad una dimensione internazionale, creando quindi un effetto di apertura e di scambio con realtà differenti; inoltre non dobbiamo dimenticare il ruolo che molte realtà svolgono indirettamente in termini di rifunzionalizzazione di un patrimonio dismesso o di rigenerazione urbana o extraurbana, andando a creare un forte legame identificativo fra l’ente e l’ambito territoriale in cui si agisce».

Festival La Fantastica, Ph. Mykolas Juodele. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

I progetti che avete realizzato vi hanno visti sempre lavorare in zone della capitale considerate marginali, luoghi in cui la cultura, l’arte contemporanea faticano ad entrare nelle viscere delle persone, eppure ce ne sarebbe davvero tanto bisogno. Come si sono relazionati con voi gli abitanti di questi quartieri, che tipo di risposta avete avuto? 

GP «Lavorare in luoghi dove l’arte contemporanea è percepita come lontana, come un mondo quasi estraneo, è molto stimolante perché ci mette attivamente in gioco nel presentare i nostri progetti e ci aiuta a far vedere questa parte della cultura come un elemento che influenza la vita di tutti i nostri giorni e a non percepirla invece come un qualcosa di lontano e inaccessibile. Cercare di destare curiosità nelle persone è il primo passo perché si sentano coinvolte e decidano di partecipare, come spettatori ma soprattutto come protagonisti del processo creativo.

Gli artisti, fino a questo momento ospitati per le residenze di Magic Carpets, e con cui abbiamo collaborato per i progetti, si sono dimostrati sempre amichevoli e volenterosi, pronti a mettersi in gioco e ad abbattere quelle barriere linguistiche, che potevano separarli dalle persone, per invogliarle ad aprirsi e a partecipare alle nostre attività. Abbiamo ideato il progetto di questo anno quasi un anno fa e quando è sopraggiunto il lockdown e ci siamo ritrovati persi in una situazione del tutto anomala, abbiamo avuto il timore che avremmo innalzato le nostre barriere emotive per la paura di entrare in contatto con gli altri.

Non è stato così, anzi. I laboratori di ricamo di Sara Basta e quelli di scrittura di John Cascone – che si sono svolti alla Palestra Popolare Baccelli grazie alla Cooperativa SCUSATE IL RITARDO – hanno visto molte entusiastiche adesioni e ci siamo trovati di fronte ad un sentimento di rinascita e alla voglia di stare insieme e condividere. Lo stesso clima l’abbiamo riscontrato con Mykolas Juodele, fotografo lituano, con cui abbiamo sviluppato un progetto fotografico a Corviale che traeva ispirazione da “Ragazzi di Vita” di Pier Paolo Pasolini. In quel quartiere siamo andati alla ricerca di soggetti da fotografare e abbiamo incontrato e conosciuto giovanissimi con la voglia di parlare e di aprirsi con noi. Vedere partecipare una folta folla di abitanti del quartiere Trullo e alcuni dei ragazzi di Corviale all’evento finale de La Fantastica ci ha riempito di gioia e ci ha fatto capire che siamo riusciti a lasciare loro qualcosa di estremamente positivo, come il pensare che l’arte contemporanea non si distacchi minimamente dalla vita di tutti i giorni ma che sia invece creata grazie alle esperienze quotidiane di ognuno di noi».

Festival La Fantastica, Ph. Mykolas Juodele. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

Siete al terzo anno. Facciamo il punto della situazione. Ne è valsa la pena? Cosa rifareste e cosa invece avete capito che poteva essere risolto diversamente? 

GP «Aver avuto l’opportunità e la fortuna di lavorare per una piattaforma europea, entrare in contatto con realtà e artisti stranieri sicuramente ha formato tutti quanti dal punto umano e lavorativo. Stare attivamente sul territorio ci ha permesso di metterci alla prova con laboratori e incontri rivolti a bambini, anziani e in generale comunità che a volte rimangono all’oscuro, stimolandoci ogni volta ad essere sempre più protesi verso queste persone e a fare sempre più, adattando ogni volta la nostra proposta. Ne è valsa la pena perché incontrare persone e artisti indubbiamente arricchisce noi stessi e ci fa capire come poter operare nel futuro e come porci nei confronti di coloro che vogliamo coinvolgere.

Un punto di forza, che si è ampliato ogni anno, è stato quello di collaborare con artisti che già nella loro storia avevano lavorato a livello sociale, quindi abili di porsi in contatto con ogni tipologia di comunità che abbiamo proposto loro di coinvolgere nel progetto. Questo terzo anno ha visto l’inclusione di due artisti italiani, di base a Roma – Sara Basta e John Cascone – che hanno stabilito un ottimo rapporto lavorativo e umano con i partecipanti ai laboratori e indubbiamente hanno aiutato molto nell’organizzazione di tutto il progetto. L’invito rivolto ad artisti locali è stato introdotto questo anno e, dati i risultati estremamente positivi, ci auguriamo possa riproposto anche per il quarto anno del progetto».

Festival La Fantastica, Ph. Latitudo Art Projects. Courtesy Latitudo Art Projects per Magic Carpets

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