23 marzo 2010

LA SICILIA IN EUROPA

 
Da Catania a Bruxelles. Ma senza scordare l’Italia e l’amata Sicilia. Inaugura nel cuore cosmopolita dell’Europa Rosa Anna Musumeci. E lo fa con una personale di Loredana Longo. Ne abbiamo parlato con la gallerista. Ma non solo della nuova galleria...

di

Facciamo prima un pochino di storia. Cosa è stata fino
a oggi la Galleria di Rosa Anna Musumeci?

La galleria è stata fondata nel
1999 a Catania. Fin dall’inizio l’attività è stata dedicata all’esplorazione di
forme sperimentali di ricerca nelle arti visive, tra fotografia, video,
performance e net-art. Nel realizzare i progetti è sempre prevalsa la volontà
di rottura rispetto a valori acquisiti e tradizioni, privilegiando piuttosto
l’innovazione e la sperimentazione. Questo orientamento si è sviluppato
attraverso una programmazione in grado di uscire dagli schemi classici,
rivolgendo una particolare attenzione alla visione curatoriale e proponendo,
tra l’altro, serie considerevolmente lunghe di rassegne in galleria e altrove.
Ad esempio Duetti,
ideata da Antonio Arévalo, una manifestazione sviluppatasi in oltre 24 mesi,
che includeva 12 esposizioni di due artisti italiani o stranieri, presentate da
curatori per la maggior parte giovani: fra gli altri, Aurora Fonda, Gianluca
Marziani, Daniele Perra, Massimo Bignardi. Nel 2006 Arte & Sud, una rassegna studiata come
laboratorio territoriale, con oltre cinquanta giovani artisti, in
collaborazione con il Gai e tredicicomuni italiani, ospitata in due siti
di valore storico-monumentale in Sicilia. Successivamente l’attività si è
sostanzialmente internazionalizzata attraverso collaborazioni e progetti di
diverso tipo. E adesso eccoci a Bruxelles con una personale di Loredana Longo
curata da Antonio Arévalo.

Loredana Longo - Cages - 2010Perché Bruxelles? Non è una meta comune, in realtà.
Eppure…

ArteContemporanea, intanto, non abbandona l’Italia né la
Sicilia in cui è nata, ma diversifica la sua sede per tre ragioni principali,
di mercato e culturali. Primo,il Belgio è un paese ricco, ai vertici del
reddito pro-capite mondiale; secondo, e più importante,l’interesse per
lacultura, especificamente la sensibilità per la ricerca visiva
contemporanea, è fra le più elevate dell’Occidente: in breve, c’è domanda, cioè
moltissimi collezionisti grandi e piccoli, e c’èofferta, cioè un’ampia
gamma di imprenditori pubblici e privati che promuovono l’arte e gli artisti di
punta con generosità e lungimiranza. Questa condizione, peraltro,non è
unica: altri paesi (Francia, Regno Unito, Germania) la condividono.
Manessuno di essi può vantare la terza caratteristica favorevole, cioè
l’apertura, il cosmopolitismo e la centralità di questo piccolo paese e di
Bruxelles, l’aspirante capitale d’Europa. In altre parole, Belgio, e tanto meno
Bruxelles, non hanno identità nazionale e non sono vincolati a una cultura
specifica: quel che succede a Londra, Berlino, Parigi o New York è ricevuto
senza pregiudizi e studiato con competenza e passione, e questo conviene a una
galleria come la nostra, che ha sempre privilegiato questi valori sui
particolarismi, provincialismi o nazionalismi d’ogni genere. Il Belgio,
insomma, è un (mini-)mercato globale, e con esso vogliamo confrontarci.

Insomma, per proporre un lavoro di qualità occorre
andare all’estero? Dopo la “fuga dei cervelli”, degli artisti, avremo quella
delle gallerie?

Il problema è generale, riguarda qualsiasi attività
economica, soprattutto se ad altissimo valore culturale aggiunto, come nel caso
dell’arte contemporanea. Per intenderci, l’Italia è finita al terz’ultimo posto
in Europa Occidentale nella gerarchia della ricchezza (dietro di noi ci sono
solo Grecia e Portogallo). Se a questo si aggiunge l’indifferenza istituzionale
e politica, la tentazione di andare in cerca di meglio diventa logica e forte.

Come avete scelto lo spazio? Che vicissitudini ci sono
state?

Ho scelto dopo una ricerca durata circa due anni e dunque
non facile. Alla fine, però, credo che la pazienza sia stata premiata, in
termini di dimensioni, versatilità e, soprattutto, di posizionamento. Siamo
infatti in pieno centro e, come in tutte le metropoli contemporanee, questo
significa stare al confine di più mondi: per chi conosce Bruxelles, Avenue
Louise, il lusso, e Chaussée d’Ixelles e dintorni, il quartiere multietnico di
impronta africana-cosmopolita.

Loredana Longo - Cages - 2010Beh, alla fine in che spazio vi siete posizionati?
È uno spazio ibrido, idoneo all’uso classico di galleria e
a fare da piattaforma per la produzione e la ricerca culturale. Oltre a un’area
espositiva di circa ottanta metri quadrati, ci sono servizi e stanze
utilizzabili per l’ospitalità di artisti e curatori in visita di
specializzazione a Bruxelles e in Belgio. Nello stesso contenitore, è così
possibile sviluppare sinergie finora trascurate e conformi alla missione di
ArteContemporanea.

Questo nuovo spazio internazionale sarà il volano anche
per tentare il lancio verso le grandi fiere europee? Che progetti avete in tal
senso?

Certamente, uno dei principali obiettivi è proprio
mantenere il più alto profilo professionale e culturale per accedere alle
fiere, europee, ma anche italiane. I progetti, peraltro, prenderanno corpo in
base al lavoro dei curatori e tenendo conto delle loro indicazioni.

Il legame con l’Italia proseguirà? Quale sarà la
scuderia della nuova galleria? Quali saranno i prossimi progetti espositivi
dopo l’opening con Loredana Longo?

L’Italia ha poco mercato, ma abbonda di artisti giovani e
innovativi, alcuni dei quali scoperti da ArteContemporanea, o che hanno a vario
titolo partecipato o incrociato la nostra attività. È dunque ovvio che l’Italia
continuerà a essere privilegiata, anche se è prematuro precisare nomi perché i
progetti futuri prenderanno forma pian piano attraverso stretta collaborazione
con curatori indipendenti. Alla personale di Loredana Longo, comunque,
seguiranno quest’anno due mostre curate, rispettivamente, da Roberto Pinto (a
giugno) e da Paola Nicita (in autunno). Altro nome, Daniele Balit, un giovane
curatore italiano attualmente in Francia, con cui intrattengo da tempo un
fruttuoso dialogo sulle frontiere della Sound Art. Infine, sono in contatto con
diverse istituzioni che promuovono la selezione e l’offerta di residenze per
curatori e artisti e mi riprometto di sottoporre loro al più presto profili
idonei di specializzazione nella sede belga.

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Loredana
Longo a Roma

a cura di massimiliano tonelli


dal 19 marzo al 19 maggio 2010
Loredana Longo – Cages
a cura di Antonio Arèvalo
Arte Contemporanea
Rue des chevaliers, 22 – 1050
Bruxelles
Ingresso libero
Info: tel. +32 0491251133;
info@artecontemporaneact.com; www.artecontemporaneact.com

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