11 luglio 2025

Le novità dell’Accademia di Belle Arti di Venezia per un’estate all’insegna dell’arte

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Quest’estate, l’Accademia di Belle Arti di Venezia ridefinisce i confini tra arte, tecnologia e tessuto urbano con il progetto “Phygital”: un museo diffuso, instabile e aperto che si estende tra Venezia e Marghera con mostre, workshop e interventi site-specific

DAZE IT OUT, Parco Emmer, Marghera, 2025

In un’estate segnata da transizioni e aperture, l’Accademia di Belle Arti di Venezia propone Phygital, progetto inserito nel contesto del C.O.M. – City Open Museum e sostenuto dal PNRR – Next Generation EU. Qui l’arte si fa esplorazione del presente instabile, tessendo nuove alleanze tra linguaggi visivi, tecnologie, territori e memorie. Non si tratta solo di una serie diproposte artistiche, ma di un vero e proprio ecosistema in movimento che anima il Magazzino del Sale 3, i Cantieri CREA alla Giudecca e il Parco Emmer di Marghera.

Al centro del progetto c’è Transition. Percezioni tra arte e scienza, collettiva visitabile al Magazzino del Sale 3 fino al 30 agosto, che invita il pubblico a perdersi e ritrovarsi all’interno diun percorso immersivo. Il titolo non è solo un tema, ma uno stato d’essere: siamo immersi in tecnica, scienza e crisi. Non si tratta più di scegliere da che parte stare, ma di comprendere come vivere in un mondo che cambia. I diciotto progetti – selezionati dai docenti Giuliano Sergio e Marco Tonelli – spaziano dalla pittura all’installazione interattiva, dalla grafica all’anatomia artistica, componendo un racconto sensibile sulla metamorfosi della percezione e della conoscenza. C’è chi lavora sull’energia pulita della fusione nucleare, chi trasforma l’eco delle balene disturbate dall’uomo in suono udibile e visibile. Ogni lavoro è un frammento di pensiero, un passaggio di fase in una realtà fluida, ibrida, attraversata da nuove forme di comprensione.

Transition. Percezioni tra Arte e Scienza, Magazzino del Sale 3, 2025, exhibition view, ph. Giulia Deganello

Sull’isola della Giudecca, all’interno dei Cantieri CREASpazio Hidro Mirò, fino al 30 agosto GIUDECCA MINDSCAPES – Persistenze e trasformazioni restituisce poeticamente lo spirito mutevole di un luogo sospeso tra eredità ed evoluzione. Un progetto fotografico e un esercizio critico al contempo, in cui gli studenti del corso di Fotografia dell’Accademia, guidati dalla docente Daniela Tartaglia, intrecciano immagini, testimonianze orali e archivi familiari in un atlante visivo che osserva la realtà in controluce. In questo contesto la fotografia non è decorazione né nostalgia, ma un attopolitico di consapevolezza.

Sempre ai Cantieri CREA, nello Spazio Legno, dal 7 all’11 luglio Midollo, pietre e altre sostanze propone un laboratorio intensivo dove corpo, voce e scrittura performativa diventano strumenti per “ascoltare la materia”. Ideato da Giorgio Andreotta Calò e condotto dall’artista performativa Laura Pante, il workshop immerge gli studenti del corso di Scultura in un dialogo sensoriale e fisico con gli elementi. Una ricerca sul ritorno all’origine e sul rapporto tra corpo e ambiente, dove ogni gesto diventa traccia e rito.

Dal 13 luglio al 31 agosto prenderà vita DAZE IT, evento ibrido tra mostra e spazio di sperimentazione aperta. Curato da Manuel Frara ed Elisa Barbieri, Spazio Legno di CREA si trasformerà nuovamente in un ambiente permeabile, dove l’opera non è mai finita ma in perpetua costruzione. Gli artisti lavorano in presenza, si confrontano con il pubblico, rendendo visibili errori, dubbi e processi. In questa esperienza l’espressione artistica non si presenta come prodotto, ma si manifesta nel suo farsi. Non c’è distanza tra spettatore e creazione: lo scambio è vivo, il tempo è poroso e tutto – installazioni, incontri, prototipi e opere – è contaminato.

GIUDECCA MINDSCAPES – Persistenze e trasformazioni, Giulia Rinaldi

Infine, DAZE IT OUT chiuderà la programmazione estiva con un workshop di Street Art a Marghera, curato da Manuel Frara ed Enrico Antonello. L’intervento si svolgerà sulla piastra del campo da basket di Parco Emmer, che per questa occasione si trasformerà in una tela urbana. Tale gesto artistico non cancellerà i ricordi del passato, ma si depositerà stratificandosi visibilmentesopra la storia. Un segno grafico che dialogherà con ciò che giàesiste senza sovrascriverlo, valorizzando invece le tracce preesistenti. Un atto di rispetto verso la storia urbana, che custodisce e rinnova il legame profondo tra passato e presente.

Phygital sancisce così una connessione tra memoria e visione, corpo e ambiente, digitale e analogico. Un esperimento fragile ma necessario, «una riflessione aperta sul ruolo dell’arte come dispositivo conoscitivo e trasformativo», dichiara il direttore Riccardo Caldura. «Un lavoro corale tra studenti, docenti e artisti, per proporre nuovi strumenti di lettura del presente e immaginare futuri possibili».

In un’epoca segnata da crisi e frammentazione, questa iniziativaattiva connessioni senza offrire risposte definitive, trasformandosi in uno spazio di passaggio tra linguaggi, corpi, territori, luoghi fisici e dimensioni digitali. Un invito a riscoprire, proprio dentro la transizione, la possibilità di costruire nuove mappe di senso.

GIUDECCA MINDSCAPES – Persistenze e trasformazioni, Giulia Rinaldi

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