22 aprile 2008

LE SALON DES PROJETÉES

 
Bétonsalon: uno spazio multidisciplinare di 300 metri quadrati dedicato a giovani artisti, critici e curatori. Che con poche risorse economiche, molta gente di buona volontà e una filosofia elastica sviluppa progetti fortemente legati al contesto: la cittadella universitaria nel cuore del 13° arrondissement. A raccontarcelo, la direttrice artistica Mélanie Bouteloup...

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Bétonsalon è un’associazione creata a Parigi nel 2003 da un gruppo composto da artisti, critici e curatori. All’inizio del 2005 apre uno spazio nel quartiere del Marais, in cui presenta giovani artisti provenienti dalla Scuola di Belle Arti di Parigi o di altre scuole francesi. Con poche risorse economiche e molta gente di buona volontà, organizza una mostra ogni due settimane, con l’obiettivo di esporre il maggior numero di artisti possibile. Grazie alla qualità dei progetti e a un lavoro tenace, riesce a farsi sovvenzionare dalla Drac Ile-de-France e la galleria del Marais diventa residenza per artisti della Maison Rouge, il cui presidente e fondatore, Antoine De Galbert, mette a disposizione uno spazio all’ingresso della fondazione, Le vestibule, per realizzare otto mostre. Ma è l’organizzazione di una collettiva di artisti inglesi alla Générale a Belleville che spinge l’associazione a pensare a qualcosa di più ambizioso e soprattutto meno precario.
Bétonsalon immagina un progetto multidisciplinare per un luogo espositivo in cui far incontrare giovani curatori e giovani artisti. Una delle particolarità di questo centro d’arte e di ricerca è la sua posizione: nel 13° arrondissement di Parigi, nel quartiere Masséna della “ZAC Paris Rive Gauche”, a due passi dalla Bibliothèque François Mitterand. Bétonsalon è uno spazio di 300 mq nel bel mezzo della Halle aux Farines des Grands Moulins. In riva al fiume, l’edificio è parte integrante delll’Università Paris7 – Denis Diderot. Ne abbiamo parlato con la direttrice artistica Mélanie Bouteloup.
Veduta esterna del Bétonsalon
Quando una struttura del genere inizia la sua attività, le istituzioni pubbliche si mobilitano?

In realtà mi occupo di cercare i finanziamenti pubblici che ci aiutano, ma ho più difficoltà a trovare la parte privata, che per me è complementare e fondamentale. Vogliamo lavorare con i finanziamenti dei privati anche per aiutare i mecenati a capire l’arte. L’elemento interessante di questo luogo è che gli artisti sono accessibili e la gestione dello spazio è molto elastica: per esempio, poco tempo fa ho contattato una curatrice argentina, che era in Francia per un viaggio di lavoro, e l’ho invitata a presentare degli artisti del suo Paese a Bétonsalon. Possiamo organizzare degli incontri del genere in una maniera informale semplicemente perché si presenta l’occasione.

Qual è la filosofia di Bétonsalon rispetto agli altri centri d’arte contemporanea parigini?
L’idea che difendiamo è quella della sperimentazione e lavoriamo con giovani artisti e giovani curatori francesi e stranieri. La particolarità dei nostri progetti è che si sviluppano intorno al concetto di contesto: gli artisti che esponiamo devono tenere in conto il fatto che siamo nel cuore di una facoltà universitaria, ed è importante coinvolgere gli studenti. In più, Bétonsalon propone una formazione di curatore.

Emilie Moysson - Ritratto di Mélanie BouteloupCome vuole interessare il pubblico?
Per noi è importante aprire le attività del nostro spazio a un pubblico vasto; ci interessano gli studenti e gli abitanti del quartiere. Speriamo di costruire una dinamica con il “vicinato”, e poi abbiamo voglia di attirare gente che non ha l’abitudine di visitare mostre. Certo, può sembrare un’utopia, ma vorremmo trasmettere la nostra passione e per questo abbiamo una squadra di quindici “mediatori” che sono nello spazio per guidare i visitatori tra le opere.

Cos’è l’arte per Mélanie Bateloup?
Citando Robert Filiou, “l’arte è ciò che rende la vita più interessante dell’arte”, cioè l’arte non è interessante se non è legata alla società e all’attualità. L’arte per me è un terreno che permette di far evolvere delle mentalità. Con l’arte si può arrivare a prendere le distanze rispetto alle “cose” della vita e l’arte crea l’unione “che fa la forza”, come nel nostro caso.

Qual è il ruolo dell’artista nella nostra società?
Credo che un artista non abbia un vero ruolo distinto nella società, ci sono tanti artisti diversi, come i poeti che vogliono esprimere la loro interiorità… Altri possono essere i critici e poi ci sono persone molto dotate che hanno il dono dell’espressione. In ogni caso, tra gli artisti che esponiamo a Bétonsalon preferiamo coloro che comunicano, coloro con i quali puoi condividere un’esperienza, una discussione, artisti che comprendono la necessità del “luogo-contesto”. Per me l’idea molto importante è quella del collettivo, perché a Parigi ci sono molte iniziative ma pochi sono coloro che si federano.
Veduta esterna del Bétonsalon
E fra dieci anni?

Mi piacerebbe essere allo stesso posto e mi piacerebbe dire che le persone che lavorano con me sono pagate e “ripagate” dei loro sforzi, visto che, al momento, solo due collaboratori hanno un contratto e il resto dell’équipe lavora per passione.

a cura di thea romanello


Bétonsalon
Esplanade des Grands Moulins – Rez-de-Chaussée de la Halle aux Farines
47-51, quai Panhard et Levassor – 75013 Paris
Info: tel +33 0145841756 ; info@betonsalon.net; www.betonsalon.net

[exibart]

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