19 marzo 2024

Libera dalle relazioni tossiche: l’installazione di Monica Marioni arriva a Vicenza

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Prosegue il progetto di Monica Marioni che mette in luce i disagi e le problematiche delle relazioni tossiche e disfunzionali: la video installazione site specific nella Loggia del Capitaniato, a Vicenza

Monica Marioni, LIBERA, veduta dell'installazione, Vicenza, 2024
Monica Marioni, LIBERA, veduta dell'installazione, Vicenza, 2024

Fino a domenica, 24 marzo 2024, la Loggia del Capitaniato, il palazzo di Andrea Palladio che si affaccia sulla centrale Piazza dei Signori a Vicenza, ospita LIBERA, installazione video site specific dell’artista Monica Marioni. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Associazione Donna chiama Donna di Vicenza e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Vicenza.

L’installazione pubblica, a cura di Maria Rosa Sossai, traspone visivamente la lotta che le vittime di rapporti violenti affrontano per lungo tempo, rendendo loro omaggio in una forma simbolica e immersiva. Il lavoro è parte del progetto #Lasciamiandare, nel quale l’artista ha indagato in prima persona ciò che quotidianamente affronta chi vive una relazione tossica e disfunzionale. Iniziato nel 2021, il progetto è stato ospitato a Capri, Napoli, Caldogno, Lecce e Taranto, in ogni tappa con allestimenti site-specific, pensati come esperienze immersive, per sottolineare i diversi momenti del percorso di uscita dal vincolo violento, in vista della riconquista del proprio equilibrio e della propria libertà.

Monica Marioni, LIBERA, veduta dell'installazione, Vicenza, 2024
Monica Marioni, LIBERA, veduta dell’installazione, Vicenza, 2024

LIBERA illustra un passaggio importante di tale cammino, ovvero l’incontro della vittima con le realtà e con le persone che aiutano chi cerca di superare il trauma. È infatti fondamentale un’azione di supporto e di sostegno a chi si trova in tale condizione di isolamento e spaesamento. Ogni palloncino nei monitor rappresenta una vittima. Il suo rimbalzare leggero richiama l’altalenante percorso emotivo che le vittime di violenza sperimentano e attraversano nel percorso di liberazione.

Il gran numero di palloncini che compongono l’opera richiama sia l’ampiezza del fenomeno della violenza di genere, sia il sentimento di comunanza tra le vittime, perché solo stando insieme è possibile superare le singole dolorose esperienze, come insegnano le operatrici di Donna chiama Donna. LIBERA è anche testimonianza, tramite l’audio realizzato unendo le voci distorte ma in parte distinguibili delle donne seguite dai centri antiviolenza.

L’opera è visibile 24 ore su 24 da Piazza dei Signori.

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