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Macerie e rinascita: l’opera di Andrea Mastrovito per il santuario di Tortona
Progetti e iniziative
di redazione
Un intervento profondamente simbolico ma anche drammaticamente attuale anima la cripta della Basilica Santuario della Madonna della Guardia di Tortona: lo spazio del santuario è scandito da una narrazione che tocca gli estremi della distruzione e della salvezza, con Mt 25,40, opera recentemente presentata da Andrea Mastrovito. L’intervento si radica nella memoria dei terremoti che devastarono Messina nel 1908 e Avezzano nel 1915, richiamando la figura di Don Luigi Orione – che diede impulso alla costruzione del Santuario – e la sua instancabile azione di aiuto verso i più deboli.
Il linguaggio delle macerie: l’opera di Andrea Mastrovito per il Santuario di Tortona
Le otto nicchie absidali della cripta, reinterpretate dall’artista bergamasco, diventano ferite che rivelano strati di intonaco e mattoni, creando un paesaggio di macerie che si estende oltre il tempo e lo spazio. L’artista ha lavorato con scalpelli e taglierini, lasciando emergere una distesa di rovine che dialoga direttamente con i muri in mattoni a vista del santuario. Un richiamo ai terremoti storici italiani si intreccia con le tragedie più recenti, come il sisma che ha colpito la Turchia nel 2023 ma anche con le immagini di città devastate dai bombardamenti. In mezzo al caos, compaiono figure che compiono gesti di salvezza, un’eco visiva del versetto evangelico che dà titolo all’opera: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40).
L’intervento di Mastrovito si estende all’intero spazio liturgico della cripta, con la creazione di altare, ambone, sede e fonte battesimale. Realizzati in marmo bianco di Carrara e di Zandobbio, marmo nero del Belgio e foglia d’oro, questi elementi si armonizzano con l’andamento dei mattoni a vista che caratterizzano l’architettura. La collaborazione con lo Studio Reduzzi e l’azienda Remuzzi Marmi di Bergamo ha tradotto il progetto in una realizzazione concreta che integra design contemporaneo e architettura storica.
Il profilo dell’artista
Nato a Bergamo nel 1978, Mastrovito si è diplomato all’Accademia Carrara e ha costruito una carriera internazionale che lo ha portato a esporre nei principali musei e istituzioni culturali del mondo, tra cui il MAXXI di Roma, il MART di Rovereto, il MUDAC di Losanna e il Queens Museum di New York. Nel 2017, ha debuttato come regista con il lungometraggio animato NYsferatu – Symphony of a Century, una rilettura in chiave contemporanea del capolavoro di Murnau, seguita nel 2020 da I Am Not Legend. La sua ricerca attraversa installazioni, interventi pubblici e cinema, intrecciando continuamente arte e società.
L’opera Mt 25 segna la prima incursione di Mastrovito in un contesto sacro preesistente. L’artista aveva precedentemente affrontato il tema religioso con interventi in edifici appena costruiti: Gv 19,30, le tre vetrate absidali della Chiesa dell’Ospedale San Giovanni XXIII di Bergamo, realizzate tra il 2011 e il 2014, e il grande intarsio ligneo Gv 14:16-17 per il Foyer Catholique Européen di Bruxelles, tra il 2021 e il 2022.