20 dicembre 2024

Roma, connessioni d’arte al nuovo Hotel Romeo firmato Zaha Hadid

di

Tra gli ultimi progetti firmati da Zaha Hadid, l’Hotel Romeo Collection di Roma apre le porte: arte, architettura, design e ospitalità, da Paladino e Schifano allo chef Ducasse

ROMEO Roma - ROOMS - Fresco Suite 1 (credits Chris Dalton)

Roma ha un nuovo albergo di lusso. Non è il primo e non sarà l’ultimo. Allora cosa lo rende unico tra tanti? È L’hotel ROMEO ROMA, il secondo della ROMEO Collection, dove arte, architettura, alta gastronomia – il primo ristorante dello chef stellato Alain Ducasse a Roma – e benessere si incontrano in un’esperienza unica e consapevole.

Niente rifacimenti della Roma imperiale, palazzi patrizi, residenze barocche. La Roma dell’hotel Romeo vive il suo terzo millennio con carattere, stile, armonia tra arte e tecnologia nascosta dietro marmi, reperti archeologici, creazioni di sapienti artigiani.

Grazie al visionario progetto di Zaha Hadid, uno degli ultimi firmati dalla celebre architetta, Roma sfida il suo passato. E lo fa riportando in vita tre stabili feriti dal tempo e dall’incuria nella centralissima via di Ripetta; tre edifici separati che si uniscono, mentre dalle loro fondamenta riemergono resti coevi dell’antico porto.

ROMEO Roma – Facade night (credits Chris Dalton)

Un progetto felliniano che racchiude la filosofia di Alfredo Romeo, CEO del Gruppo Romeo: «La scelta di incaricare architetti fra i più prestigiosi del mondo, quali Kenzo Tange per il ROMEO Napoli, Zaha Hadid per il ROMEO Roma e Kengo Kuma per il ROMEO Massa Lubrense – afferma l’avvocato Romeo -, non è stata casuale perché, a mio avviso, la bellezza dei manufatti architettonici nei quali abitiamo, per lungo o per poco tempo, ci contagia. Per questo agli interventi strutturali ho unito la mia passione per il collezionismo nell’arte antica, moderna e contemporanea».

ROMEO Roma – LOBBY BAR (credits Chris Dalton)

Il nuovo Hotel ROMEO Roma nasce nel cinquecentesco Palazzo Capponi. Guidato dallo studio Zaha Hadid Architects, con la supervisione della sua direttrice Paola Cattarin, e dell’architetto Russo, l’intervento rappresenta una reinterpretazione innovativa del patrimonio culturale della città eterna. «L’edificio parla di ambienti, di soglie da valicare, di spazi conclusi», spiega Paola Cattarin. «Abbiamo deciso di dare a ogni spazio un’identità specifica, utilizzando materiali e linguaggi compositivi diversi. Ogni ambiente si trasforma in un microcosmo unico, connesso da un filo rosso che integra la storia del luogo con una forte componente di contemporaneità».

ROMEO Roma – LA SPA Sisley Paris – Sauna and Salt Room (credits Chris Dalton)

La complessità del progetto non si è limitata all’aspetto creativo. Palazzo Capponi custodiva elementi storici e archeologici che hanno richiesto grande attenzione e rispetto. «La scoperta di un notevole sito archeologico ha portato a rivedere i piani e a integrare un percorso museale all’interno dell’hotel, con un grande lavoro nascosto per portare alta tecnologia in un sito storico».

ROMEO Roma – CIGAR ROOM (credits Chris Dalton)

Le geometrie rivisitate sono un elemento centrale del design, come l’uso innovativo delle volte reinterpretate in chiave contemporanea. «Ogni elemento parte da un principio di volta, intersecata o trasformata – continua Paola Cattarin – e questo approccio ha permesso di creare una sequenza di spazi unici che dialogano armoniosamente tra loro. Anche la scelta dei materiali riflette l’attenzione ai dettagli. Abbiamo utilizzato ebano Macassar, marmo Nero Marquina e marmo di Carrara, pietre laviche, ottoni e legni pregiati come la noce americana. La maestria degli artigiani italiani, poi, è stata cruciale per la loro capacità unica di comprendere e realizzare progetti complessi».

ROMEO Roma – Fitness Area Technogym (credits Chris Dalton)

L’arte all’interno del ROMEO non è solo una decorazione, ma un elemento strutturale che dialoga con l’architettura, racconta una storia, esce dai musei e torna alla sua funzione originale: arredare. E se l’hotel Romeo fosse un’opera d’arte, il suo titolo potrebbe essere Rimandi e contrasti.

Soffitti di mogano che ricordano i tagli di Fontana, pareti dove la luce scivola come su una seta pregiata, volte antiche e moderne che fluiscono come onde diverse di uno stesso mare; elementi curvilinei convogliati attraverso le forme squadrate del cinquecentesco Palazzo Capponi.

Flutti che accolgono la plasticità della Testa velata di Annibale Oste (1983; vetroresina e bronzo; 100 x 250) in simbiosi dinamica con il controsoffitto del progetto di Zaha Hadid Architects, dove le singole doghe in legno si flettono progressivamente come le branchie di uno squalo da dove filtra la luce.

ROMEO Roma – IL CORTILE (credits Chris Dalton)

Già la reception è un’opera d’arte fluida: uno spazio scenico caratterizzato da una quinta rivestita in ottone che curva per raccordarsi al controsoffitto con un gioco di pieghe, dove la luce che filtra dai “petali metallici” in ottone, si riflette sulle pareti perimetrali in marmo Carrara C, creando un effetto di bellezza e preziosità straniante. Sulla parete di fondo risalta il giallo di un’opera pittorica di Mimmo Paladino, protagonista della Transavanguardia, che dialoga con una testa blu su fondo oro di Igor Mitoraj; mentre un bassorilievo in bronzo di Arnaldo Pomodoro (Pagina Solare, 2002, bronzo) richiama le volte della Hadid nei materiali, ma se ne allontana diametralmente per la sua scomposizione di forme geometriche.

ROMEO Roma – IL CORTILE (credits Chris Dalton)

Un ambiente caldo, quello della reception, che contrasta con il freddo del basalto, del marmo, del metallo scuro e dell’acqua dell’atrio. Nella lobby, l’opera site-specific Risacca, di Christian Leperino, in bronzo e alluminio pressofuso, trasforma lo spazio in un luogo di incontro tra arte e pubblico. «Un dialogo tra storia e contemporaneità che richiama i reperti archeologici visibili attraverso la piscina con fondo trasparente del cortile interno», spiega Leperino. Il divano-scultura di Zaha Hadid, con le sue linee fluide e avvolgenti, completa l’armonia dello spazio, offrendo un luogo di relax e contemplazione.

ROMEO Roma – ROOMS – Deluxe Room (credits Chris Dalton)

L’hotel è un palcoscenico dove le opere di Schifano, con le loro pennellate materiche, aggiungono una dimensione cromatica vibrante, ad esempio, al bianco del sarcofago romano e di una testa marmorea di Livia Drusilla riemersi durante i lavori di restauro.  La collezione del ROMEO include diverse opere iconiche di Schifano – tra cui Primavera (1988), con il suo azzurro dominante evocativo del cielo romano – che conferiscono agli spazi una forte carica emotiva.

ROMEO Roma – Il Ristorante Alain Ducasse Roma (credits Chris Dalton)

Un capolavoro di Giacinto Gigante (Mergellina, 1840 olio su tela), maestro della Scuola di Posillipo, nella zona vip del ristorante, cattura la bellezza del Golfo di Napoli colloquiando con l’eleganza del marmo Carrara e il legno dei tavoli in noce intarsiati con i kanji del calligrafo Maeda Kamari.

Tra i quadri, tante finestre aperte sulle bellezze romane. Le vedute storiche di Marzilli, Gomez, Amelie Bouloch, Sassi, Roscio, Kaisermann, Camille Hilarie, Savelli, Asturi. Ma anche finestre che affacciano su una Roma dai cromatismi accesi e spaesanti di Roger Worms.

ROMEO Roma – ROOMS – Fresco Suite (credits Chris Dalton) -min

Nelle stanze e negli spazi architettonici del ROMEO, trovano la loro collocazione produzioni di autori contemporanei, in un gioco di rimandi dove la creatività di Zaha Hadid Architects viene reinterpretata pittoricamente in opere dai colori pop.

ROMEO Roma – ROOMS – Grand Suite with Roof Garden (credits Chris Dalton)

Nel ristorante Alain Ducasse, le opere di Mimmo Jodice con la loro potenza visiva. Tra queste, anche una foto: Andy Warhol e Joseph Beuys a Napoli (1980). Uno scatto che celebra non solo la grandezza dei due artisti ma anche l’interconnessione culturale che caratterizza l’approccio curatoriale dei boutique hotel ROMEO.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui