16 dicembre 2023

Triennale Milano, mostre e progetti del 2024, tra archivi e maestri del design

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Uno nuovo spazio per l'archivio, mostre dedicate a Elio Fiorucci, Gae Aulenti e Alessandro Mendini, i 25 anni del FuoriSalone: il programma delle mostre e delle iniziative del 2024 di Triennale Milano

5a Esposizone Internazionale, 1933, Mostra internazionale dei trasporti. Foto Crimella

Un nuovo centro di ricerca e innovazione, a partire dagli archivi. E poi un tributo a Elio Fiorucci, il “Duchamp della moda italiana”, come da definizione di Gillo Dorfles. E due progetti dedicati ad altrettanti storici maestri del design. Questi i momenti salienti della ricca programmazione per il 2024 di Triennale Milano dove, attualmente, è visitabile la prima grande personale italiana dello scultore australiano Ron Mueck, in collaborazione con la Fondazione Cartier. Pochi giorni fa, inoltre, è stata inoltre presentata una installazione di Alice Ronchi, Saetta (Totem), all’interno del Caffè Triennale, selezionata insieme al partner Lavazza.

Il nuovo programma del 2024 di Triennale Milano inizierà a fine gennaio, con l’inaugurazione del Centro ricerca e archivi, il nuovo spazio dedicato alla ricerca, alla memoria e all’innovazione. Sarà possibile consultare i materiali degli archivi, migliaia di disegni, progetti, foto, lettere, testi, tutti digitalizzati. Ma anche fare ricerca e sviluppare idee per il futuro grazie al Centro studi di Triennale, che dopo oltre 30 anni viene riattivato e che si collocherà proprio in questo luogo.

«Un progetto di valorizzazione, condivisione e interazione che riguarda un vasto patrimonio, fino a oggi archiviato e conservato all’interno del Palazzo dell’Arte», spiegano da Triennale. «Uno spazio dove incontrarsi e confrontarsi, ammirare o fermarsi a lungo per approfondire e fare ricerca, interagire in modo diretto con gli archivi e le collezioni di Triennale, ma anche per costruire un nuovo polo attrattivo di discussione e di scambio per la valorizzazione di tutti gli archivi del progetto».

Premio Ghirri, Giulia Mangione, The Fall

Sempre a gennaio, spazio alla fotografia. Prima con la presentazione delle opere di Giulia Mangione, vincitrice di Giovane Fotografia Italiana – Premio Luigi Ghirri 2023. Quindi, dal 27 gennaio, con i need to live, mostra di Jurgen Teller visitabile fino all’1 aprile. In esposizione un corpus di opere dell’autore tedesco, una delle figure più importanti della fotografia internazionale, attivo dalla prima metà degli anni Novanta. In mostra circa 400 fotografie, corredate da una selezione di immagini, video e installazioni provenienti dall’archivio del fotografo.

Juergen Teller, Self-Portrait with pink shorts and balloons, Paris 2017

La primavera si aprirà invece con Alessandro Mendini: dal 13 aprile al 13 ottobre 2024, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano Io sono un Drago, ampia retrospettiva sull’opera dell’architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del vecchio secolo e del nuovo millennio.

Il titolo dell’esposizione prende spunto da uno dei suoi più emblematici autoritratti per enfatizzare l’unicità della sua figura nel mondo del progetto. La mostra – realizzata in collaborazione con Archivio Alessandro Mendini e curata da Fulvio Irace – si articola in diversi nuclei tematici e riunisce lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private e coinvolge voci da tutto il mondo.

Sempre il 13 aprile sarà presentato anche un originale omaggio al grande designer, concepito, disegnato e diretto da Philippe Starck, che con Alessandro Mendini ha condiviso diverse esperienze creative. All’interno dello spazio Impluvium un’installazione immersiva porterà i visitatori nell’universo di Mendini visto attraverso gli occhi visionari di Starck.

Alessandro Mendini davanti all’architettura sussurrante, 16a Triennale, 1979, © Triennale Milano – Archivi

Dopo una mostra che celebrerà i 25 anni del SaloneSatellite, durante la prossima edizione del Salone del Mobile e una esposizione incentrata sull’opera recente della designer francese Inga Sempé, a maggio aprirà la prima vera retrospettiva dedicata a Gae Aulenti (Palazzolo dello Stella, Udine 1927 – Milano 2012), una delle figure più rappresentative dell’architettura e del design contemporanei.

In collaborazione con: Archivio Gae Aulenti e curata da Giovanni Agosti, al mostre vuole restituire una interpretazione della carriera della poliedrica progettista, dal disegno a scala urbana all’exhibition design, dall’architettura del paesaggio alla progettazione degli interni, dal furniture design alla grafica, alla scenografia teatrale. L’esposizione sarà scandita da una sequenza di ambienti o frammenti di ambienti, restituiti in grandezza 1:1, grazie ai materiali originali conservati nell’archivio milanese dell’architetto (disegni, fotografie, maquette), di cui una sceltissima campionatura sarà presente anche nell’esposizione.

13ª Esposizione Internazionale, 1964 Sezione dell'Italia - Seconda parte: l'equilibrio perduto - Terzo settore: L'arrivo al mare - Gae Aulenti Foto: Anciellotti
13ª Esposizione Internazionale, 1964 Sezione dell’Italia – Seconda parte: l’equilibrio perduto – Terzo settore: L’arrivo al mare – Gae Aulenti Foto: Anciellotti

Da maggio a settembre, una mostra curata da Enrico Morteo renderà omaggio a Roberto Sambonet, nell’anno del centenario dalla nascita del designer, grafico e artista. Ottobre sarà invece il mese della moda, con la mostra che restituirà le differenti dimensioni creative e imprenditoriali di Elio Fiorucci (Milano, 1935-2015) designer, stilista, cool hunter, il Duchamp della moda italiana.

A cura di Judith Clark, la mostra ripercorrerà la storia del suo marchio che, a partire dagli anni Sessanta, ha rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia. I suoi concept store, a partire dalla prima boutique in Galleria Passarella aperta a Milano nel 1967, oltre a proporre per la prima volta al pubblico un mix eclettico di abbigliamento, dischi, pubblicazioni e oggetti inediti provenienti da tutto il mondo, sono stati – per oltre tre decenni- il punto di riferimento per happening e performance oltre che palcoscenici per la musica e l’arte contemporanea capaci di attrarre intellettuali, performer e artisti di diversa estrazione. La retrospettiva affronta, con una prospettiva di respiro internazionale, il contesto culturale e i diversi ambiti esplorati dalla poliedrica attività di Fiorucci a partire dalla moda: l’architettura, il design, la musica, l’arte e l’intrattenimento.

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