24 maggio 2024

Cinque serate per Cy Twombly: gli appuntamenti alla Fondazione Del Roscio di Roma

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Cinque serate alla Fondazione Nicola Del Roscio di Roma, per un omaggio all’intramontabile opera di Cy Twombly, tra concerti live, danze, talk e mostre: ne parliamo con la curatrice Eleonora Di Erasmo

Banhart Devendra, Untitled, 2006, inchiostro su carta, 21x29,7 cm, scansione disegno, Courtesy the artist and the gallery

È articolato in cinque giornate, dal 25 maggio al 5 luglio, il programma multidisciplinare  e internazionale Un/veiled 2. Inside the creative process (after Cy Twombly), ideato dalla Fondazione Nicola Del Roscio in omaggio a Cy Twombly, tra gli spazi di via Crispi 18, a Roma. Il progetto nasce dalla volontà di Nicola Del Roscio, presidente della omonima Fondazione e della Cy Twombly Foundation, e di Eleonora Di Erasmo, della Cy Twombly Foundation, di riunire, mostrare e archiviare le rappresentazioni artistiche delle più influenti personalità contemporanee che hanno tratto ispirazione dalle opere del pittore statunitense Edwin Parker, noto come Cy Twombly, instaurando con esse delle correlazioni profonde.

Sede Fondazione Nicola del Roscio

Artisti e programma

Ospiti internazionali calcheranno le scene nelle cinque serate tra concerti live, spettacoli di danza, dialoghi, incontri poetici. A inaugurare il programma della seconda edizione di Un/veiled 2. Inside the creative process (after Cy Twombly), il 24 maggio, sarà la mostra Total Pink Cosmos in Square White Cloud di Devendra Banhart realizzata in collaborazione con la Galleria Mazzoli di Modena, nella quale l’artista presenterà le diverse fasi della sua ricerca artistica, da opere su carta a disegni inediti realizzati per l’occasione. Banhart proseguirà l’esibizione nella serata del 25 maggio, in un concerto acustico che ripercorrerà il suo vasto repertorio musicale.

Banhart Devendra, Utitled, 2006, inchiostro su carta album, 21×14,5 cm, scansione disegno, Courtesy the artist and the gallery

Il 30 maggio sarà la volta di Myra Melford’s Splash Trio con Michael Formanek & Ches Smith in un’energica performance di improvvisazioni jazz. Il compositore Morton Feldman si esibirà con Triadic Memories, un pezzo per pianoforte del 1981, presentato in una stazione d’ascolto a lui dedicata. Il 7 giugno verranno presentate le pubblicazioni di Dean Rader, Before the Borderless: Dialogues with the Art of Cy Twombly (2023), e di Carlos Peris, From State of Mind to the Tangible. The Photographic Cosmos of Cy Twombly (2022). Michèle Murray e la sua compagnia PLAY prenderanno parte all’evento con un Wilder Shores, una coreografia del 2020 ispirata da un dipinto di Twombly, nella serata del 22 giugno. Eraldo Bernocchi e Rita Marcotulli concluderanno l’evento alla Fondazione Nicola Del Roscio il 29 giugno con il loro concerto live, che includerà composizioni di Harold Budd dedicate a Cy Twombly.

Banhart Devendra, HARU, 2014, inchiostro su carta, 61×46 cm, Foto Rolando Paolo Guerzoni, Courtesy the artist and the gallery

Inside the creative process (after Cy Twombly): la parola a Eleonora Di Erasmo

Un/veiled 2. Inside the creative process (after Cy Twombly) mira a rendere attuale l’arte di Cy Twombly e il suo linguaggio senza tempo che ha influenzato e fatto dialogare intere generazioni nelle più variegate espressioni artistiche. Ne abbiamo parlato con Eleonora Di Erasmo, curatrice del progetto.

Quali sono stati i criteri di selezione delle personalità artistiche che contribuiranno con la loro presenza all’evento “Un/veiled 2″

«Un/veiled è nato in una prima fase come ricerca d’archivio. Abbiamo iniziato a raccogliere dapprima opere poetiche dedicate all’artista, per poi approfondire la ricerca nell’ambito della musica e della danza. I risultati di tale ricerca sono stati sorprendenti, in quanto ci siamo resi conto che numerosi artisti di diverse generazioni e provenienti da differenti campi artistici avevano prodotto opere, ispirati e influenzati dalla ricerca artistica di Cy Twombly. Da qui è scaturita spontaneamente l’esigenza di condividere con il pubblico tale ricerca che altrimenti sarebbe rimasta tra i faldoni dell’archivio dell’artista. Con tale progetto desideriamo mostrare quanto l’opera di Cy Twombly possa considerarsi contemporanea e quanto riesca ancora a parlare ad un pubblico contemporaneo con grande naturalezza.

Nella prima edizione ci siamo soffermati sul concetto di ispirazione e ci siamo focalizzati sul campo della musica, invitando due musicisti Eraldo Bernocchi e Isabella Summers e omaggiando due figure fondamentali nel campo della musica, Pierre Henry, a cui Cy Twombly si è a sua volta ispirato per una serie di opere, e Harold Budd. In questa seconda edizione abbiamo voluto fare un passo avanti e approfondire il modo in cui gli artisti, poeti e ricercatori invitati sono stati influenzati dall’opera di Cy Twombly nel proprio processo creativo. Di qui la scelta di spaziare dal campo della musica, a quello della danza e della poesia».

Le correlazioni tra le opere degli artisti che prenderanno parte all’evento e l’arte di Cy Twombly sono manifeste e immediate o alcune risultano profonde e non facilmente individuabili?

«Rispetto alla prima edizione, in questa seconda edizione non ci sono riferimenti diretti all’opera di Cy Twombly, ma sono soltanto suggeriti allo spettatore, il quale è invitato a cogliere suggestioni dell’opera dell’artista e ad intuirne diversi aspetti nei lavori presentati dagli artisti invitati.

A fare da collante è la figura di Morton Feldman, compositore della post-avanguardia, e il suo pezzo Triadic Memories (1981), che risuonerà in loop negli spazi della Fondazione Nicola Del Roscio durante l’intera durata dell’edizione. Nel 1977 Feldman visita Cy Twombly a Roma. L’artista in quel momento sta realizzando una serie di dipinti, correlati tra di loro, che il compositore ha l’occasione di vedere durante la sua visita all’artista. Ciò che lo colpisce sono i cambiamenti di tonalità di uno stesso colore tra un dipinto e l’altro e la capacità di Cy Twombly di modulare tali variazioni, talvolta in modo quasi impercettibile. Doveva trattarsi del ciclo in 10 parti dal titolo Fifty Days at Iliam, 1978, ispirato all’Iliade di Omero e oggi conservato presso il Philadelphia Museum of Art. Nel 1981 il compositore recupera tale suggestione e la traspone in suono, andando a riprodurre quelle impercettibili variazioni di tonalità di colore attraverso l’utilizzo del pedale di risonanza del pianoforte, che viene lasciato in sospensione, quasi senza soluzione di continuità, durante l’intera esecuzione del pezzo della durata di 90 minuti.

L’opera di Morton Feldman è stata quindi fondamentale nella concezione della seconda edizione di Un/veiled. Allo stesso modo del compositore, gli artisti invitati hanno interiorizzato l’opera di Cy Twombly e l’hanno infine tradotta nelle loro opere, senza mai venire meno a se stessi, ma bensì mescolando quanto acquisito con il proprio personale linguaggio e con la propria ricerca artistica, andando a tracciare nuove strade e generando nuovi mondi e possibilità».

Quanto e come Cy Twombly ha influenzato il panorama artistico del suo tempo? 

«Penso che Cy Twombly sia stato in realtà un “outsider”, non solo nella sua scelta di trasferirsi in Italia nei primi anni ’50, ma anche e soprattutto nella sua precoce consapevolezza, già in giovane età, del valore della storia che per l’artista può considerarsi tutta contemporanea e dell’Arte Moderna che non è qualcosa a sé stante, ma è parte di un tutto che non può prescindere dal passato, dalle tradizioni, da culture considerate erroneamente minori per lungo tempo, basti pensare alla cultura e all’arte africana, in particolare l’arte berbera che Twombly scopre nel 1952 durante il suo lungo viaggio di formazione, insieme a Robert Rauschenberg, in Marocco. Un viaggio fondamentale, non solo in Nord Africa, ma anche in Italia e in Spagna, che lo porterà a comprendere come il Mediterraneo si sia formato dalla fusione di costumi e culture di differenti popolazioni.

Queste precoci riflessioni lo hanno portato con il tempo a creare un nuovo e personale linguaggio che penso abbia influenzato solo in parte il panorama artistico del suo tempo per via di una ricerca artistica assolutamente unica e peculiare nel tempo storico nel quale l’artista è vissuto, ma in particolare credo sia andata ad influenzare gli artisti contemporanei, poiché in qualche modo Cy Twombly è stato un precursore sotto molti punti di vista e ha anticipato temi rilevanti ancora oggi e di cui si discute ai nostri tempi. Credo che questa sia la ragione per cui l’opera di Twombly abbia la capacità di vivere in ogni tempo e di parlare a diverse generazioni di artisti, poiché restituisce attraverso la sua ricerca artistica un messaggio universale, nel quale ci riconosciamo e ritroviamo quelle radici che ci legano gli uni agli altri e che definiscono le nostre esistenze».

Quando è nata la collaborazione tra la Cy Twombly Foundation e la Fondazione Nicola Del Roscio? La figura di Cy Twombly è stata il collante che l’ha determinata o una conseguenza?

«Le due Fondazioni hanno da sempre collaborato, entrambe sotto la guida di Nicola Del Roscio. Al di là delle sue variegate attività culturali e dell’attenzione ai temi della scienza, dell’ambiente e della biodiversità, la Fondazione Nicola Del Roscio condivide con la Cy Twombly Foundation il  comune obiettivo di preservare la memoria e la conoscenza dell’opera di Cy Twombly e di promuoverla attraverso pubblicazioni e mostre dedicate all’artista. Un/veiled ne è un caso emblematico. Il progetto è nato per volontà di Nicola Del Roscio come ricerca d’archivio all’interno degli uffici italiani della Cy Twombly Foundation quasi quattro anni fa e l’idea di invitare alcuni degli artisti, ispirati dall’opera di Cy Twombly e presenti in tale archivio, ad esibirsi presso lo spazio della Fondazione Nicola Del Roscio è scaturita naturalmente».

Tutti gli appuntamenti in programma nell’evento Un/veiled 2. Inside the creative process (after Cy Twombly) sono aperti al pubblico su prenotazione sul sito eventbrite.com.

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