02 ottobre 2000

dal 20.IX.2000 al 23.X.2000 Martini e il Novecento – La cultura della Comunicazione Roma, Palazzo delle Esposizioni

 
E’ stata inaugurata a Roma al Palazzo delle Esposizioni la mostra Martini e il Novecento. Interessante esposizione che propone ai visitatori un forte e pregnante connubio tra arte (in tutte le sue accezioni) e comunicazione...

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Attraverso i manifesti d’autore, le fotografie che ritraggono i grandi del cinema e dello spettacolo, e tutti gli altri documenti esposti si ricostruisce una storia, la storia di un secolo, il Novecento, e quella di una società, la Martini & Rossi. Una firma a tutti nota ed ora più stimata vedendola associata a tante e tali iniziative culturali.
Negli anni ’50 nasce l’idea delle “Terrazze Martini”, iniziativa che prevede la creazione di spazi panoramici ed eleganti destinati ad accogliere presentazioni cinematografiche, premiazioni, convegni, eventi artistici di varia natura, manifestazioni di cui ci rimangono preziose foto, testimonianza di un vivace clima culturale. E allora riconosciamo attori, registi, cantanti, scrittori e musicisti, un’ampia rappresentanza di quanti sono statiArmando Testa, Manifesto in offset, 1946 protagonisti indiscussi del secolo.
L’esposizione presenta un allestimento allegro e colorato (il rosso domina incontrastato), i documenti sono presentati secondo un ordine cronologico, ma il percorso della mostra si crea attraverso la curiosità che inevitabilmente scaturisce nel visitatore. Un itinerario tutto personale quindi, vivace e dinamico che si snoda nelle due sale attigue alla Caffetteria del Palaexpo.
Ancora due parole sui manifesti d’autore, vere e proprie opere d’arte grafica, in cui il messaggio pubblicitario è espresso in modo essenziale e diretto. Immagini eleganti, sobrie ed efficaci, ma soprattutto originali, certamente in linea con le tendenze artistiche del momento.

Non ci sorprende a questo punto di trovare tra i nomi degli artisti, quello di Andy Warhol , artista pop che muove i suoi primi passi proprio nella grafica pubblicitaria e nella cartellonistica. Propone un’immagine destinata a divenire familiare e presente, nulla di complesso o troppo articolato; si limita ad inserire il prodotto da pubblicizzare in contesti noti, nella consuetudine di gesti quotidiani. Giocando con i colori e la dinamicità della composizione crea la soluzione vincente affinché il consumatore recepisca il messaggio.
La Martini & Rossi ha messo il suo nome ed il suo impegno al servizio dell’arte e della cultura. La volontà è quella di promuovere un “prodotto artistico” offrendo uno spazio nuovo e inconsueto di dibattito e incontro.

daniela bruni


Martini e il Novecento.La cultura della Comunicazione: 20 settembre – 23 ottobre 2000, Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194; tutti i giorni 10-21, chiuso martedì, biglietto intero L.15.000, ridotto 8.000, bambini da 6 a 14 anni e gruppi superiori a 10 persone L.10.000; Info. 06.4745903, http://www.palaexpo.com; Catalogo: MARTINI Novecento, Ed. PEGASO srl, Lucca £ 25.000

[exibart]

7 Commenti

  1. L’ho pensato anche io, ho avuto l’impressione che si trattasse si una sorta di autocelebrazione della Martini & Rossi…voi che ne dite?

  2. Ragazzi ma certi marchi hanno una storia così prestigiosa da essere essi stessi un’icona di un’epoca. Pensiamo alla Vespa, o alla Cisitalia (auto da corsa 1946-51 disegnate da pinifarina):lì c’era l’idea di un’italia che si affacciava al mondo con un volto nuovo, c’era un’utopia nell’aria che attendeva solo di essere attuata. Martini è tra questi marchi e io vedendo le pubblicità di quegli anni non penso mica al prodotto attuale, né tanto meno ad un prodotto ma al ritratto di un’epoca, di una stagione entusiasmante della nostra storia.
    la pubblicità sotto questo profilo, da sofisticato mezzo di comunicazione assurge al ruolo di un’icona dei tempi e forse acquisisce il rango di opera d’arte. Affermazione esagerata ed azzardata? Non credo.
    La pubblicità del punt e mes, non trasuda del genio italiano sul design?
    attendo contributi

  3. Bhe ma certo, caro Paolo, che la pubblicità è un’arte. Altroché. Quindi la tua non è un’affermazione esagerata.
    Pensiamo non solo al dopoguerra ma anche al ventennio con la grande nascita dell’arte pubblicitaria e della cartellonistica ad opera dei futuristi…

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