09 gennaio 2000

Dal 22 dicembre 1999 al 11 giugno 2000 Cento capolavori dell’Ermitage Roma: Via XXIV Maggio 16

 
Uno sfondo mezzo blu e mezzo verde, tutt’intorno delle ragazze nude, stilizzate fino all’estremo, ballano leggiadre ma inquietanti. Ecco La Danse, opera-simbolo dell’epocale esposizione romana allestita nelle Scuderie papali al Quirinale. Un’opera che sarebbe stata come minimo derisa solo un secolo prima del suo concepimento, un’opera che – come le altre 99 che la seguiranno – apre le porte della modernità, segna il passaggio tra ieri ed oggi, tra pittura tradizionale e pittura moderna
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Dopo sessanta minuti di coda e dopo aver salito una scala meravigliosamente ristrutturata – come tutto il nuovo spazio espositivo romano – da Gae Aulenti, è subito Henri Matisse, senza mezze misure, subito si viene a conoscenza dell’argomento delle sale che seguiranno: brusca frattura con il passato, taglio netto con la tradizione, in poche parole Impressionismo, Fauvismo, Nabismo, Pointillismo, Cubismo, Simbolismo. Congedandoci dalla sala iniziale dove La Danse farà bella mostra di sé fino a giugno, quando ritornerà a San Pietroburgo, patria adottiva di tutte le opere esposte alle Scuderie Papali.
Ci aggiriamo per le sale e troviamo un allestimento curatissimo – anche in questo caso c’è la mano della superba Aulenti – ed un’illuminazione senza sbavature; i locali ricavati all’interno di quelle che furono un tempo scuderie e autorimesse sono degni di uno spazio espositivo di respiro nazionale. Le attrezzature sono moderne e tradizionali ad un tempo, la caffetteria è un gioiellino, il bookshop una fornitissima libreria d’arte. I compendi critici scritti sulle pareti all’entrata d’ogni sala espositiva sono ottimi anche se forse troppo sintetici, purtroppo si è preferito per un bilinguismo (italiano, inglese) che non fa onore all’ambiente ed alla mostra, entrambi di livello mondiale. Proprio per fare i puntigliosi potremo notare una certa confusione nella disposizione di alcuni quadri nelle sale dedicate ai Post-impressionisti ed ai Fauvisti, il giudizio rimane tuttavia ampiamente positivo nella speranza che d’ora in poi anche la Capitale possieda il proprio Palazzo Grassi.
Ma veniamo ora alle opere ed ai contenuti. Ci sono due sale sopra le altre per bellezza e contenuti: la seconda (ovvero la prima se escludiamo il prologo de La Danse) e la decima (ovvero l’ultima).
La seconda sala è un indice, una sintesi, un concentrato d’Impressionismo e quindi di modernità, opere celeberrime dei padri della pittura moderna e contemporanea: Renoir di fronte, Cezanne e Pissarro a sinistra, Monet e Sisley a destra.Scintillante accerchiamento.
Nell’ultima sala c’è tutto Picasso, la cosa sensazionale è la possibilità di cogliere i passaggi che portarono il genio spagnolo a creare il cubismo dagli schemi piuttosto tradizionali dei suoi periodi blu e rosa.
Tra questi due estremi del percorso espositivo (3000 mq) non ci facciamo mancare nulla: 19 Matisse, sei Gauguin e poi Degas, Manet, Valtat, Rousseau Il Doganiere, Utrillo, Leger, Derain, Marquet e Bonnard, Denis e Manguin.
Concludiamo con un suggerimento pratico che è quello di prenotare con un certo anticipo al numero telefonico apposito o presso la rete dei box office. La prenotazione farà esborsare qualche migliaio di lire di prevendita ma consente di impiegare un’ora in più per ammirare i capolavori invece di starsene a fare la fila.

“I cento capolavori dell’Ermitage”, Roma Scuderie Papali al Quirinale, Via 24 Maggio 16, 22.12.99-11.06.00. ore 10-19, giov.ven.sab. 10-23. Info: 0683138313. £15000/12000/8000. Catalogo: Electa, accesso disabili: SI, servizi igienici: SI, bar/ristorazione: SI, audioguide: SI, lingue straniere: INGLESE, bookshop: SI, tempo di visita: 120min

Massimiliano Tonelli

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3 Commenti

  1. Ho visitato solo questa mostra in un fine settimana a Roma. E ho fatto bene! Una mostra di grande qualità. Vorrei sottolineare la bella visione de “La Danse” che si ha uscendo dalla mostra affacciandosi alla passerella del primo piano. Altezza e distanza giusta per godersela davvero sopra le teste degli altri visitatori.
    Una domanda: perché nei musei americani (MOMA in testa) è possibile fotografare ciò che si vuole e da noi si viene trattati da “spie” del KGB?

  2. Vorrei formare un gruppo (min. 15 max 30 persone) per andare a visitare la mostra, per poter avere ingresso riservato, riduzione sul prezzo e visita guidata. Se siete interessati, scrivetemi all’indirizzo gnot@excite.com

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