14 aprile 2009

fino al 13.V.2009 Andrea Sala Roma, Schiavo Mazzonis

 
Minimale ed essenziale: la geometria televisiva di Sala disegna una “rete” di ricordi e influssi modernisti. Dalla televisione di Munari alla razionalità di Aalto, passando per Calder. Senza tuttavia assecondare quella propulsione funzionale dell’oggetto a scopi utilitaristici...

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Design e scultura si spostano impercettibilmente da una sala all’altra, giocando con i Networks minimali in ferro, acciaio e lamiera forata. Andrea Sala (Como, 1976; vive a Milano e Montréal) sviluppa così una rete televisiva di strutture parzialmente architettoniche a sé stanti, suddividendo i tre spazi espositivi in altrettanti momenti caratteristici del mezzo mediatico di levatura mondiale, la televisione e le sue trasmissioni.
Le opere, inedite e appositamente studiate per i giovani spazi della galleria, costruiscono razionalmente e concretamente l’idea di intervallo televisivo, nella prima sala, per cui gioca una mancata cattura dell’onda trasmittente; l’antenna e la sua diversificazione formale occupano così il secondo momento espositivo, seguiti in ultimo dagli speaker, concreta interpretazione formale della trasmissione vocale tele-radiofonica.
È come se questi oggetti formulati dalla razionalità, da quel mistico equilibrio tra forma e funzione, arte e tecnica, fossero nuovamente liberi di produrre significati, di generare altre entità, riaffermando la propria natura puramente formale”, scrive Riccardo Conti per il testo critico della mostra. LAndrea Sala - Networks - veduta della mostra presso la Schiavo Mazzonis Gallery, Roma 2009 - photo Mario Di Paoloibere dunque dall’immaginario collettivo, le sculture di Sala si sottraggono alla libidine creativa dei mobile calderiani, raffinandone tuttavia quella corporatura esile e appena percepibile che permette loro di ricordarli.
Anche Intervallo 0.2 è dotato di un movimento impercettibile, come a voler invitare lo spettatore a entrare in contatto con l’opera; ed ecco che, dietro l’apparente essenzialità costruttiva, si rivela una delicata ricerca di geometrica percezione spaziale. Lontano dai concetti di una funzionalità empirica modernista, figlia di un’architettura urbanistica cosciente e affatto estetica, Sala torna sullo studio delle figure e del loro peso specifico in quanto oggetti funzionali, ma non ne trae alcun tipo di funzionalità.
Sfrutta insomma la propulsione empirica dell’architettura di Aalto, partendo dall’interno, e quella formale di Le Corbusier, per soggettivarle in una personale rivisitazione della fruizione mediatica moderna: ecco che il cerchio e il rettangolo si prestano a una a-funzionalità misurata entro cui ricordare la Rai e gli anni ‘50, rispecchiandosi in quella espressività artistica che gli permette di giocare con lo spazio e con la forma, con le immagini che Bruno Munari ha inventato, colorato, scritto, realizzato. E il silenzio che accompagna lo spettatore fra una sala e l’altra è il silenzio dell’attesa di un programma, di un nuovo cartone animato, di una talk show alla Renzo Arbore.
Andrea Sala - Networks - veduta della mostra presso la Schiavo Mazzonis Gallery, Roma 2009 - photo Mario Di Paolo
Eppure le aracnidi della serie di Antenne che, ordinate, puntellano la seconda sala, intervengono sulla modernità per arrampicarsi in una forma contemporanea e improbabile, contorcendo su se stesse un educato profilo mondano di trasmissione televisiva. Prendendo in prestito la base nera circolare di quasi cinquant’anni fa.

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dal 27 marzo al 13 maggio 2009
Andrea Sala – Networks
Schiavo Mazzonis Gallery
Piazza Montevecchio, 16 (zona Parione) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 12-19
Ingresso libero
Testo critico di Riccardo Conti
Info: tel. +39 0645432028; fax +39 0645433739; info@schiavomazzonis.com; www.schiavomazzonis.com

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