06 maggio 2003

fino al 15.VI.2003 Iperrealisti Roma, Chiostro del Bramante

 
Paesaggi urbani o still life. Insegne luminose, verdura incellophanata nello scaffale di un supermercato. Vedute panoramiche o inquadrature close up. Come fossero foto, anzi meglio. Dipinti (e non solo), ma più reali del reale. Iperrealisti a Roma...

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La definizione l’ha coniata Louis K. Meisel, nel 1969. Qualcuno gli aveva chiesto cosa stessero facendo artisti come Richard Estes, Robert Bechtle, Malcom Morley, Chuck Close. Lui rispose Photographic Realism. Pragmatico, ineccepibile. Di fatto quegli artisti – ed altri – avevano iniziato a fare proprio questo: dipingere quadri che avrebbero potuto essere fotografie, vedute urbane o still life che nascevano da una fotografia. Proiettata sulla tela – ricalcando i contorni delle cose – o riportata con un paziente quadrettato, quindi dipinta ad olio, acrilico o con l’aerografo. Fino a diventare un’opera in cui la resa – è il caso di dirlo… – fotografica (nitidissima, lievemente linda bacon sfocata, panoramica, ravvicinata, decentrata…) convive ed alimenta qualcosa di inafferrabile, vago come un’inquietudine.
Poi photographic realism è diventato photorealism, con una felice – pubblicitaria – contrazione, mentre in Italia i fotorealisti sono diventati Iperrealisti, guardati all’inizio con un misto di circospetto snobismo. Adesso il Chiostro del Bramante – complice uno sponsor forse un po’ ingombrante, ma di tutto rispetto – dedica loro una mostra da non perdere; all’allestimento rimproveriamo (solo) una certa discontinuità nella scelta delle opere (ci spiace – ad esempio – per Raphaella Spence, cui Chrysler ha commissionato un bel ritratto del PT Cruiser, noi l’avremmo volentieri scambiata con uno dei volti fototessera di chuck closeChuck Close, non proprio degnamente rappresentato…) e il poco spazio dedicato all’interessante declinazione 3D dell’Iperrealismo. Una sezione ristretta, ma esemplificativa: Diane rannicchiata mentre dorme di John De Andrea (Denver, 1941) e la mole non indifferente del Man on Mower di Duane Hanson (1925 – 1996).
Attraverso le sale, viaggio negli United States. Quelli della provincia polverosa e delle grandi città, delle luci di Las Vegas (nei quadri di Robert Gniewek), della paccottiglia da pochi centesimi (Audrey Flack, Charles Bell, David Parrish, che dipinge quadri in cui maschere dei divi dell’età d’oro di Hollywood diventano muse inquietanti), delle vetrine – magari sulla Quinta Strada – in cui un gioco di specchi moltiplica manichini e vestiti (Tom Blackwell, Richard Estes), del ketchup, della mostarda e… del dolcificante. Da sostituire allo zucchero (li ritrae con impietosa nitidezza Ralph Goings, rispettivamente in America’s favorite e Relish).

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giulietta neri
mostra vista il 4 aprile 2003


Iperrealisti, a cura di Louis K. Meisel, Gianni Mercurio, Wolfgang Becker
Chiostro del Bramante, via della Pace (Piazza Navona) , 0668809035, www.chiostrodelbramante.it , ingresso intero 8 euro, ridotto 6 euro, tutti i gg 10 – 19, sab 10 – 23.30, ch lun, catalogo Viviani editore d’arte 45 euro


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