18 novembre 2003

fino al 18.I.2004 Fabergé Roma, Museo del Corso

 
Gli Zar ne facevano dono alle Zarine, in occasione della Pasqua Ortodossa. Uova sì. Ma gioiello. Quelle create da Carl Fabergè, orafo per la corte Russa. Adesso in mostra a Roma. Con un allestimento che ricrea le stanze del Palazzo d’Inverno…

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Franco Maria Messina torna dopo due anni al Museo del Corso di Roma con una delle sue suggestive mostre: dopo quella dedicata a Ertè, mitico disegnatore di abiti, costumi e scenografie, questa volta sono le preziose creazioni del gioielliere degli zar più famoso –Carl Fabergé– a suscitare l’interesse del vulcanico curatore. Allestendo con quinte in legno alcuni ambienti di ridotte dimensioni -che danno al visitatore l’impressione di circolare in un appartamento nobile con tanto di poltroncine, divanetti e vetrine in stile- Messina ci mostra oltre cento oggetti tra orologi da tavolo, portasigarette, portafotografie, bomboniere, piccole icone: tutti di manifattura Fabergè. fabergè_palazzo di alessandro_sorpresa_1908
Pièce de resistance della mostra –ovviamente- sono tre Uova Imperiali, magnifiche e oseremmo dire, con aggettivo dannunziano, immaginifiche creazioni contenenti sorprese preziose. Erano il dono che gli Zar facevano alle Zarine in occasione della Pasqua ortodossa e che hanno poi reso celebre Fabergé in tutto il mondo. Definite giocattoli per ricchi, le uova costavano ai maestri orafi fino a due anni di lavoro e agli Zar molte migliaia di rubli.
Un breve e piacevole video illustra i contenuti della mostra, allargandoli al contesto storico e sociale: scopriamo così che Carl Fabergé proveniva da una famiglia di orafi, che si era formato tra l’altro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze dove aveva avuto modo di studiare le collezioni dei Medici e che una volta rilevata l’azienda di famiglia l’aveva trasformata in un grande laboratorio internazionale, chiamando pressofabergè_ricordo della azova_sorpresa_1891 di sé i migliori orafi di tutta Europa. Nel 1900 impiegava 500 dipendenti.
Premettendo che non è affatto facile allestire una mostra di gioielli, per la serie di problemi organizzativi che spostare e sorvegliare oggetti di questo tipo comporta, l’esposizione costituisce per i visitatori un raffinato assaggio e susciterà probabilmente in più d’uno il desiderio di andare prima o poi a vedere la collezione del Cremlino a Mosca.

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daniela gangale
mostra vista il 15 novembre 2003


Fabergè – Museo del Corso, via del Corso 320, www.museodelcorso.it , mar_dom 10-20, ingresso intero 7.50 euro, ridotto 5 euro, catalogo Artemide Edizioni

[exibart]

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