04 dicembre 2002

fino al 2.III.2003 Giacomo Manzù – L’uomo e l’artista Roma, Palazzo Venezia

 
È indubbio il suo valore nella scultura italiana. Aveva una personalità complessa, spesso apparentemente brutale. Ma creava sculture avvolte da una suggestiva sacralità. Tra committenze ecclesiastiche e rischi di scomunica...

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Giacomo Manzoni detto Manzù: la retrospettiva di Palazzo Venezia ne racconta la vicenda umana e artistica a partire dalle sue creazioni. Già nel cortile del palazzo ci accoglie, poderosa, la statua in bronzo di un pensieroso Caravaggio. Di qui si dipana la narrazione cominciando dalle prime realizzazioni, degli anni ’20 e del periodo milanese (anni ’30), momento in cui l’attività di Manzù è Manzùlegata agli architetti Giovanni Muzio e Pino Pizzigoni . Già in queste opere trapela quell’aura sacra che contraddistinguerà ogni sua creazione. Meravigliosi, in questa prima sala affollatissima di pezzi, i dipinti giovanili, sul cui fondo nero le figure si stagliano come enigmatiche icone; ed i primi bronzi, come Il chitarrista (1929/31), essenziali nelle forme stilizzate e austere.
Segue un periodo cruciale per l’artista. Nel ’39 realizza le celebri formelle in bronzo delle Crocifissioni, opera per la quale fu additato tra i comunisti e minacciato di scomunica. E’ quindi sorprendente che sia proprio lui il vincitore dei due concorsi per l’assegnazione della nuova realizzazione in bronzo di una delle antiche porte lignee di San Pietro in Vaticano. Un incarico che ottiene ufficialmente nel 1952 e che completerà soltanto nel 1964, sedate dall’intervento di Giovanni XXIII le controversie e gli attriti con la Commissione Pontificia. Di questa, la Porta delle Morte, la mostra propone tre bozzetti in bronzo.
Negli anni dedicati alla porta vaticana, Manzù non smette di lavorare su altri temi; realizza numerose versioni del Cardinale, in bronzo, marmo, alabastro, in piedi e seduto; i ritratti di Inge; Bambina sulla sedia, Passo di danza, le pattinatrici e gli amanti. Tutti temi che studierà eManzù riproporrà anche in seguito; figure che rivelano un’attenzione insistente al gesto, alla posa, all’espressione del volto, al movimento delle vesti e dei drappi. Terminata la porta, Manzù, si concede una parentesi di serenità dedicandosi alla rappresentazione del gioco e dei bambini, realizza opere i cui protagonisti sono i suoi figli: crea ripetutamente versioni diverse di Giulia e Mileto in carrozza ed inventa un tipo insolito di carrozza lo “spielerei”, nato dalla combinazione di nastri arricciati.
Tutto questo è narrato sottovoce nelle sale di Palazzo Venezia, che via via sono meno sovraccariche: la statua riconquista il suo spazio e trova la sua dimensione ottimale; finalmente lo spettatore può godersi l’essenza dell’arte di Manzù.

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mostra vista il 28.XI.2002


Manzù, l’uomo e l’artista
Palazzo Venezia
via del Plebiscito 118 (centro storico, piazza venezia)
tutti i gg 10 – 20 ch lun Ingresso: intero € 7, ridotto speciale 5euro, gruppi 4euro scuole gratuito solo con prenotazione (inclusa una guida sintetica alla mostra). Per le sole scuole il servizio di guida alla mostra, su prenotazione, è gratuito. Tutte le domeniche mattina ingresso gratuito fino alle ore 14 (sino alla capienza massima delle sale).
Catalogo Grande Mostra Manzù – De Luca Editori d’Arte, a cura di Claudio Strinati e Livia Velani.
Per informazioni e prenotazioni: GRANDE MOSTRA MANZÙ, tel. 06.32650712 – fax 06.32650715








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