18 giugno 2010

fino al 2.VII.2010 Giulio Paolini / Candida Höfer Roma, Villa Massimo

 
Due lavori, due artisti, due modi di concepire la fotografia e rappresentare lo spazio. Un dialogo che non necessita di parole. Un incontro dove le immagini sono lasciate libere di raccontarsi...

di

Basare
una rassegna sulla contrapposizione diretta tra due opere non è mai una scelta
facile, tanto meno quando si cerca di far dialogare arte italiana e arte
tedesca, scegliendone come rappresentanti i protagonisti della scena artistica
contemporanea.

La sfida del curatore Ludovico Pratesi e del direttore
dell’Accademia Tedesca Joachin Blüher non perde vigore alla 13esima edizione di
Soltanto un quadro al massimo
,
dove sono messi uno di fronte all’altra Giulio Paolini e Candida Höfer.

Nella
sala dove sono collocate le due opere, al primo impatto l’attenzione è tutta
per Candida
Höfer (Eberswalde, 1944; vive a Colonia). Il suo grande
lavoro fotografico trascina occhi e mente nella Biblioteca dell’Archiginnasio
di Bologna, immortalata nel 2006 per il ciclo Bologna Series
. Lo spettatore dallo spazio reale della sala
espositiva si ritrova visitatore dello spazio dell’immagine, catturato da una
fuga prospettica che penetra e fa penetrare lo sguardo tra le varie sale della
biblioteca.

Soltanto un quadro al massimo: Giulio Paolini-Candida Höfer - photo Alberto Novelli
L’arte
di Höfer vive della continua ricerca, svolta all’interno di musei, teatri,
biblioteche, palazzi, di spazi e ambienti da spogliare della loro utilità
pratica, trasformati per mezzo della fotografia in immagini che ne rivelano
l’insita bellezza. Nella biblioteca bolognese, scaffali, libri, immagini
affrescate e busti non sono più importanti per il sapere che contengono,
tramandano o rappresentano. La vita pratica degli oggetti si ferma appena la
fotografia viene scattata, allorché la funzionalità del luogo cede il passo a
una sua dimensione “altra”, estetica.

Sulla
parete opposta, di fronte all’immagine dirompente dell’artista tedesca, uno
studio per Synopsis
di Giulio
Paolini
(Genova, 1940; vive a
Torino) introduce al luogo più intimo e spirituale per l’artista: lo studio. I
quattro collage che compongono l’opera non sono facilmente descrivibili a
parole. L’immagine richiede tempi meditati e un’attenzione profonda. Lo studio
dell’artista in via Po a Torino, da spazio reale dove ha luogo la creazione,
diviene storia, dimensione, e soggetto dell’opera stessa.

Soltanto un quadro al massimo: Giulio Paolini-Candida Höfer - photo Alberto Novelli
Quella
di Paolini è una riflessione continua sul fare arte, sugli elementi che lo
costituiscono e sui luoghi reali e ideali della visione dove avviene l’incontro
tra opera, autore e spettatore. Nella sua ricerca la fotografia è fondamentale,
solo mezzo in grado di certificare e rendere obiettive agli occhi dell’artista
le sue stesse opere.

Nella
sala dell’Accademia tedesca i lavori di Candida Höfer e Giulio Paolini
finiscono col trovare un anello di congiunzione nell’importanza conferita allo
spazio, concepito come luogo di creazione, riflessione e memoria. A questo
punto, allo spettatore preso nel mezzo non rimane che mettersi comodo per
essere invogliato a entrarvi.

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dal 12 maggio al 2 luglio 2010

Soltanto un quadro al massimo: Giulio Paolini / Candida Höfer
a cura di
Ludovico Pratesi e Joachim Blüher

Villa Massimo
– Accademia Tedesca

Largo Villa
Massimo, 1-2 (zona piazza Bologna) – 00161 Roma

Orario: da
lunedì a venerdì mattina ore 9-13 e 14-17

Ingresso
libero

Info: tel. +39
064425931; fax +39 0644259355;
giorgolo@villamassimo.de; www.villamassimo.de

[exibart]

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