10 marzo 2014

Fino al 22.III.2014 Agostino Iacurci, Small wheel, big wheel Wunderkammern, Roma

 
Dopo opere monumentali, uno dei muralisti italiani più famosi al mondo torna alla scala umana con una personale in galleria. E ci parla del suo lavoro, tra gioco e sperimentazione -

di

Ritorna a Roma dopo due anni in giro per il mondo l’artista Agostino Iacurci (Foggia 1986) e lo fa con la mostra Small wheel, big wheel presso la galleria Wunderkammern e con un enorme murales a via Aquilonia Zero Infinito, realizzato con Wunderkammern e NuFactory. L’abbiamo incontrato in un’anteprima della mostra, mentre stava ancora ultimando le sue “costruzioni” scultoree che hanno stupito e fatto discutere.
Agostino Iacurci, 24 easy ways to hide yourself (2014), courtesy Wunderkammern
Come nasce questa mostra? 
‹‹Small wheel, big wheel esplora la dicotomia Public & Confidential, proposta dalla galleria, secondo la chiave di lettura del gioco. Il mondo della libertà, ma anche delle regole: una sorta di ruota panoramica (big wheel) attraverso cui ti isoli e vedi la realtà dall’esterno per poi rientrare a farne parte. Lo storico olandese Huizinga ha ispirato in parte questa mia riflessione e con Zero infinito ho “giocato” io stesso con questo tema››.  
Nel tuo percorso artistico questa mostra che momento rappresenta? 
‹‹Questa mostra mi consente di fare il punto dopo il “giro di ruota” dei due anni passati all’estero. Per questo ho inserito Il finto tondo un lavoro di due anni fa, parto da lì ma ho esplorato anche dimensioni nuove per il mio lavoro, come quella spaziale e installativa››.
Come incide nel tuo processo creativo il fatto di lavorare su scale dimensionali così diverse?
‹‹Il contesto o i supporti condizionano il mio lavoro in maniera diversa. Il processo creativo non è naturalmente  una cosa lineare, per me, ma un procedimento caotico e l’approccio è totalmente diverso perché cambiano gli ingredienti. In strada, ad esempio, gli ingredienti sono: il sito, la tipologia di persone che guarderanno quell’opera, gli spazi, i tempi di produzione, ecc…In galleria parti da una pagina bianca e devi cercare gli spunti dentro di te››. 
Anche Hopper ha cominciato come illustratore, tu quando hai capito di essere un artista? 
‹‹In realtà non ho mai cercato di capire che cosa sono. L’illustrazione mi ha formato ed è lì che ho trovato il mio linguaggio, poi me ne sono distaccato per parlare in prima persona e non di cose di altri. Sicuramente mi hanno considerato un artista all’estero, dove viene considerata una professione come altre e non un appellativo da presuntuosi. Poi si entra nel merito del valore di quello che si fa. In Italia non è così, esistono solo la “grande arte” o quella definita tale dal sistema dell’arte››. 
mariangela capozzi 
mostra visitata il 6 febbraio 2014
Dall’8 febbraio al 22 marzo 2014
Agostino Iacurci, SMALL WHEEL, BIG WHEEL
Wunderkammern
Via Gabrio Serbelloni, 124 – 00176 Roma
Orario: mer-sab 17-20 e su appuntamento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui