23 novembre 2001

fino al 27.IV.2002 Carlo Levi. Paesaggi 1926 – 1974 Lirismo e metamorfosi della natura Roma, Fondazione Carlo Levi

 
L’aria dell’estate gli sembrava impregnata di azzurro, una notte illuminata dalla luna riusciva a dilatare lo spazio noto di una pineta. Carlo Levi e il paesaggio dipinto: un racconto in 33 tele...

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Se ogni quadro era una storia a sé, per lui tutti riuscivano a comporre una storia comune, estesa ad oltranza in un tempo che non conosceva termine e non poteva trattarsi di una successione di momenti, ma di un esistere in cui ogni momento dipinto era “collegato a tutti gli altri nella contemporaneità di un intrico di radici e di rami”. Così di ognuna di quelle che definiva “storie particolari” riusciva a restare sempre presente l’“energia vitale, operante nel crescere e nella fioritura come nel cadere e nel perire e nella metamorfosi.”Carlo Levi Paesaggio 1934
Solo nella natura che Carlo Levi riusciva a trovare le immagini per poter parlare della “sua” natura, quella che ha dipinto per tutta la vita (le citazioni sono tratte da un suo scritto pubblicato nel catalogo di una sua mostra di paesaggi di Alassio, a Roma nel 1968), avvicendando paesaggi urbani, rocce, mare, alberi; sembra esserci una sorta di semplicità inviolabile, perché è il soggetto preferito a fornire all’artista anche le parole che permettono il tentativo arduo di una spiegazione.
Dopo la “Galleria di ritratti ” esposta tra marzo e novembre del 2000, continua la serie di mostre promosse dalla Fondazione Carlo Levi per presentare le oltre 800 opere, che ne costituiscono la raccolta: si procede per tematiche, questa volta una selezione di 33 paesaggi, dipinti tra il 1926 e 1974.
Carlo Levi Tronco di carrubo 1969Le prime vedute sembrano imbevute di toni plumbei, anche i verdi si spengono, poche volte il paesaggio si estende in profondità, più frequentemente l’orizzonte è schiacciato, i colori giustapposti, serrati in un incastro agitato da un lieve tremito. Poi la pennellata si farà corposa, prevarrà sulla definizione del disegno, ci saranno rosa accesi, verdi bluastri, tetti di case romane iridescenti, fino agli ultimi “carrubi ”, dove i tronchi nodosi, spezzati, scavati, diventano forme di animali, rivelano – come a leggere in un palinsesto – una metamorfosi già avvenuta.

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“Carlo Levi. Paesaggi 1926 – 1974 Lirismo e metamorfosi della natura” a cura di Pia Vivarelli. Fondazione Carlo Levi; Via Ancona 21 (Porta Pia) 0644230740 fondazionecarlolevi@libero.it mar_sab 9 – 13 domenica solo per appuntamento con visita guidata. Ingresso libero. Catalogo Meridiana Libri – Donzelli Editore L.40.000

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2 Commenti

  1. Maria Cristina Bastante, col suo articolo, ci ha fatto ” sentire ” la bellezza dell’anima di Carlo Levi.
    I colori dei suoi dipinti sono delicati, armoniosi, ma nello stesso tempo forti, come nei tronchi nodosi, spezzati, scavati dei suoi carrubi.

  2. “(…) i boschi del Narciso, e la fonte, sono quelli dove si ritrova, per la prima volta l’immagine di una figura. Così si racconta la vicenda dei licheni, luminosi dopo la prima pioggia o le parnetele del Melo e del pero. Così il fico – asino precipita dal muro e si stravolge giù verso il cielo. Molti dei quadri anche quelli che sono esposti, sono dunque legati dal filo di un interno racconto, che può essere talvolta anche il mutarsi del tempo nello stesso oggetto.”

    carlo levi ( testo tratto dal catalogo della mostra “Carlo levi, alberi e narciso. paesaggi di Alassio”, galleria la nuova pesa, Roma 1968 e riportato nel catalogo della mostra attualmente in corso di svolgimento presso la fondazione carlo levi.)

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