20 marzo 2003

fino al 27.IV.2003 Carlo Benvenuto / Christian Jankowski Roma, MACRO

 
Di Benvenuto conosciamo le immagini affascinanti. Eseguite con tecnica ineccepibile. Di Jankowski conosciamo l’ironia dissacrante, che si traduce di volta in volta in video o interventi installativi. Protagonisti di una doppia personale. Che non convince del tutto...

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Degli oggetti che ritraggo non mi interessa il loro utilizzo, non penso a cosa essi servano. Penso che essi esistono nella mia vita. Tazzine, piatti, semplici bicchieri pieni di latte. Le opere di Carlo Benvenuto possono apparire a prima vista semplici, quasi banali. Ed in un certo senso potremmo dire che lo sono: d’altra parte Benvenuto non fa altro che fotografare gli oggetti che ha in casa. Eppure dietro quegli oggetti si nasconde un forte, enorme potere di attrazione. Dopo la prima, immediata consapevolezza della straordinaria abilità tecnica che caratterizza i lavori di questo giovane artista (fotografia tout court, banco ottico persino, senza alcun tipo di ritocco digitale), l’attenzione dell’osservatore punta su queste cose, suppellettili della casa dell’artista. Oggetti inanimati, anonimi, uguali a migliaia di altri, nobilitati forse solamente dall’essere stati scelti e fissati in un istante sospeso – come suggerisce carlo benvenuto Gianfranco Maraniello- ed eterno.
Ecco cosa fa Benvenuto. A ben guardare il bicchiere colmo di latte è lanciato in aria ed immortalato un istante prima di infrangersi a terra, perdendo tutto il suo contenuto… ed ancora, le gambe del tavolo con la tovaglia bianca sono state sostituite ad esili cappucci di penne a sfera, una leziosa tazzina ed il suo piattino rimangono pericolosamente in bilico sul bordo del tavolo… Nel divenire delle cose, Benvenuto isola un momento straordinariamente unico nella sua precarietà, e lo trasforma in un infinito presente.
Purtroppo la personale allestita in una delle Sale Panorama del MACRO lascia delusi. Solo tre lavori fotografici e due piccoli dipinti. Di cui francamente si è stentato a comprendere il ruolo. Dal Macro ci aspettava di più. Molto di più. (paola capata)



Ai tentativi qualche volta provocatori e più spesso destabilizzanti Christianchristian jankowski, I played this tomorrow, 2003 still dal video Jankowski (Gottinga, 1968; vive e lavora a Berlino) ci ha abituato da parecchio tempo: spogliati dell’aspetto sensazionale, sono un metodico modo di operare, una prassi meticolosa ed articolata in cui comunque – quasi per contraddire una proverbiale precisione teutonica – l’improvvisazione, l’elemento non previsto riescono ancora a trovare posto. Tra cartelli, dichiarazioni scritte estemporanee e passanti messi in vetrina – come accadeva in Shame Box (1992) – o con l’escamotage di uno scambio di ruolo operato ad hoc.(succedeva nel recente Point of Sale, 2002 con esiti surreali, ma rivelatori…)…
I Played This Tomorrow (2003) – opera presentata al MACRO, per una personale che non ci sembra perfettamente riuscita – è un breve film su un film che sta per essere girato. Un soggetto accattivante, che può vantare una serie piuttosto lunga di precedenti illustri. Al gioco di scatole cinesi e di realtà scoperchiate, Jankowski ha aggiunto qualche variabile, una sorta di divertissement che s’innesta nell’impianto rigoroso del film – nel – film. Gli attori li ha trovati per caso, alle porte di Cinecittà (e potete vedere il backstage – ovviamente fittizio – è l’altro video in mostra…);christian jankowski, I played this tomorrow, 2003 still dal video il set del finto film (che è anche il set del cortometraggio) è un vero set, prestato per l’occasione dalla TAO film che in quel momento era impegnata in una produzione dedicata alla vita di San Francesco.
Non ci ha convinto del tutto quest’ultimo lavoro di Jankowski, che ci sembra restare sospeso e un po’ indeciso tra l’incastro paradossale realtà / illusione ed un’incerta riflessione metalinguistica. A questo – e quasi a dispetto della vena dissacrante propria all’artista – fa da contrappunto una lievissima digressione poetica. E ci sembra sia perfetta la scena del dialogo tra la bambina e l’uomo che ha il volto coperto da un’enorme maschera di cartapesta. All’uomo – minotauro, la piccola sta raccontando una favola. I temi – ancora una volta – sono quelli dell’apparenza, della verità, della finzione. (mariacristina bastante)

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Carlo Benevenuto / Christian Jankowski, a cura di Gianfranco Maraniello
MACRO, via Reggio Emilia (Porta Pia), 0667107900, macro@comune.roma.it, www.comune.roma.it/macro , mar_dom 9-19 ch lun, ingresso 5.16 euro, cataloghi Electa 25 euro


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