29 giugno 2009

fino al 3.VII.2009 Giuseppe Rado Roma, Ingresso Pericoloso

 
Quando facebook ottiene un feedback da faceback. La virtualità entra in galleria e si circonda di chi è pronto a mettere in gioco la propria faccia. La comunicazione si spegne ammutolendosi, e sorride all’obiettivo...

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Facce nel mondo delle facce, in cui abita una faccia che, come tante altre, si clicca su facebook, dove compaiono altre facce. Il mondo di Internet è popolato dei volti di tutti o, fortunatamente, quasi tutti, così come la televisione più spicciola, che risucchia ometti e donnicciole, alimentandoli di Grande Fratello in pasto agli italiani, in fila per le selezioni della prossima edizione.
Ma finché il valzer dell’identità di ognuno gioca a nascondersi in una scatola elettronica, il pericolo dell’apparenza riguarda il singolo, punzecchiando quell’individualità costruita per il proprio “fuori”. Cosa succede quando questo gioco esce dalla camionetta di Mediaset, dai computer e dalle televisioni in grembo al divano e finisce in una galleria d’arte contemporanea?
La risposta ce l’hanno Massimo Rosa e il suo Ingresso Pericoloso, in cui pericolosamente le foto di Giuseppe Rado (Bologna, 1970) bucano facebook per un faceback inquietante: fGiuseppe Rado - Silvia - 2009 - stampa lambda su alluminio - cm 105x70 - courtesy Galleria Ingresso Pericoloso, Romaacce di gente (più generico di così si muore) sfilano sotto gli occhi del fotografo, dopo aver indossato una maglietta bianca, un paio di occhiali dalla grande montatura nera ed essersi posizionato dietro un set fotografico tanto bianco da accecare: questa è la Rete, la neutralità asettica e ingombrante, che ingloba gli individui e li tramuta in facce.
Ciò che il fruitore vede consiste nel prodotto fotografico finale di ogni volto, un settanta-cento montato su alluminio, e – dopo una dichiarata post-produzione dell’artista – si commisura al candore di un’aurea finta, che circonda anche il compagno al suo fianco. Certo, per alcuni la lavorazione postuma è tale da farli apparire quasi deformi, da sottolineare con estrema chiarezza solo i capelli e quell’enorme montatura nera; gli occhiali, custoditi sotto l’ampolla di vetro in cui era stato dolce osservare una rosa che perdeva petali, sono lo sguardo di Giuseppe Rado, consapevole di aver dato vita alla virtualità, conservando allo stesso tempo quell’impronta stilistica propria a ogni artista.
Ma non è finita. L’esposizione, sfruttando il labirintico percorso dell’architettura che la contiene, mostra un video girato durante il vernissage-performance, in cui ogni invitato poteva sfruttare il faceback seduta stante e, giungendo in una terza stanza, si “virtualizzava” indossando maglietta e occhiali, e poi click: anche lui era come tutti gli altri. In alto, a filmare il tutto, un grandefratello in miniatura e apertamente visibile, che contemporaneamente registrava e proiettava il lavoro sul set nella piccola stanza di mezzo.
Giuseppe Rado - Faceback - veduta dell’installazione presso la Galleria Ingresso Pericoloso, Roma 2009
E l’arte? Resta nascosta dietro la più triste e veritiera sentenza di rappresentare la nostra società contemporanea.

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dal 14 maggio al 3 luglio 2009
Giuseppe Rado – Faceback
a cura di Mariko Koala
Ingresso Pericoloso
Via Capo d’Africa 46 (zona Colosseo) – 00184 Roma
Orario: da martedì a venerdì ore 15.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0645496564; posta@ingressopericoloso.com; www.ingressopericoloso.com

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